Carlo Spinelli (IdD): “Non deleghiamo altri a scegliere per il nostro futuro”
Il responsabile nazionale per la Politica Interna del movimento Italia dei Diritti Carlo Spinelli non si dichiara d’accordo con chi afferma che il risultato di queste elezioni è merito del buon governo Meloni. E mette in evidenza che più che altro è il frutto di un modo di concepire la politica che sta ormai tramontando. Per questo, invita tutte le forze in campo a riflettere ed a pensare seriamente al bipolarismo per evitare che la popolazione italiana continui a farsi trascinare dagli eventi
Roma 16 Febbraio 2023. Si sono chiuse le urne, scrutinate le schede e, come ad ogni post elezioni, c’è chi gioisce e chi si lecca le ferite causate da scelte sbagliate, comportamenti equivoci e coalizioni improponibili. In realtà ci sarebbe poco da gioire vista la forte astensione registrata in questa tornata elettorale figlia di una politica che non piace più perché sempre più distante dalla gente.
Carlo Spinelli responsabile nazionale per la Politica Interna del movimento Italia dei Diritti commenta i risultati di queste ultime regionali. E pone l’accento sull’astensionismo provando anche a prescrivere la ricetta giusta per guarire questa politica malata di protagonismo e bramosia di potere.
Le dichiarazioni di Carlo Spinelli
“Esordisco dicendo che non sono molto d’accordo con chi pensa che queste elezioni hanno premiato il governo di centrodestra insediatosi tre mesi e mezzo fa. Non perchè l’esecutivo guidato dalla Presidente Giorgia Meloni stia lavorando male. Anzi, la stessa Meloni sta dimostrando di avere carattere, capacità e forza per guidare il nostro Paese per niente intimorita dalle difficoltà che stiamo vivendo. Ma perché il giusto premio sarebbe stato dato da un’affluenza al voto maggiore soprattutto nel Lazio dove il centrosinistra andava scalzato dalla guida della regione.
Il Lazio è passato al centrodestra, è vero, ma a decretarlo sono stati soltanto il 25% circa degli elettori considerando gli aventi diritto al voto e i cittadini che sono andati effettivamente a votare; in pratica il consenso per il neo Governatore Francesco Rocca non è arrivato neanche ad un milione di residenti della regione.
Questo non vuol dire che la maggioranza uscita dalle urne non sia legittimata. Anche perchè gli assenti hanno sempre torto, ma una riflessione va fatta e questa volta seriamente sul perchè la popolazione italiana non si reca più alle urne. Innanzitutto le elezioni ormai si tengono con molta, troppa frequenza, basti pensare che si è votato appena 5 mesi fà per le politiche ed in primavera molti comuni andranno di nuovo alle urne per il rinnovo dei consigli comunali. Questo sicuramente stanca gli italiani oltre che ad essere una spesa per lo Stato ( che siamo noi ).
Perchè queste elezioni non si potevano tenere insieme alle amministrative? Ci sono delle regole che purtroppo non lo permettevano per le scadenze improrogabili ma le regole si possono anche cambiare. Inoltre c’è troppa frammentazione con molti partiti o movimenti che si tolgono voti a vicenda senza peraltro avere alcuna possibilità di eleggere una rappresentanza nelle istituzioni.
In pratica in Italia c’è la moda che se un politico non si sente più garantito dal partito di appartenenza, ne fonda uno nuovo. E cerca un consenso che difficilmente riuscirà ad ottenere. C’è poi chi ancora si ostina a voler creare un centro che possa essere alternativo alla destra o alla sinistra per la voglia di potere ma questo porta solo a possibili maggioranze che di fatto non avranno i numeri per governare il Paese e quanto successo nel 2018 dovrebbe averci insegnato qualcosa.
La domanda che dobbiamo porci è cosa fare?
Credo sia inevitabile arrivare finalmente ad un bipolarismo che metta di fronte gli italiani ad una scelta ben precisa. E cioè o di quà o di là. Senza andare a disperdere voti in formazioni che non avranno mai una chance di essere rappresentate all’interno delle istituzioni. E anche senza più vedere politici riciclati in partiti che non li hanno mai rappresentati. Quando finisce la propria era e non si ha più il consenso popolare meglio ritirarsi a vita privata che continuare a dimostrarsi incollati alla poltrona.
Questo fa male alla politica. Questo fa disamorare la gente della politica. Il vedere che chi non ha il consenso elettorale trova poi il modo di rientrare dalla porta secondaria. Quello che serve alla politica italiana secondo me è un centro forte che non pensi ad andare a governare in alternativa alla destra o alla sinistra. Un centro che dia equilibrio alle coalizioni di destra o di sinistra. Che si coalizzi in maniera univoca con chi ha programmi e idee comuni e non ponga dei veti dettati più dall’odio verso un personaggio o una forza politica che da un programma di governo. Non aiuta certo gli italiani vedere che in due regioni diverse si presentano coalizioni diverse. Mi riferisco al centrosinistra che nel Lazio vedeva un’alleanza PD – Terzo Polo ed in Lombardia PD – Cinquestelle con il cosiddetto Terzo Polo a concorrere in solitaria.
Questo manda in confusione un elettorato già di per se confuso e fa perdere credibilità alla politica. Calenda, che ha il demerito (o il merito dipende dai punti di vista) di aver rimesso in gioco Renzi deve decidere cosa fare da grande. Finora l’elettorato non lo ha certo premiato.
Anche i Cinquestelle che nel 2018 erano stati visti come l’ancora di salvezza della politica italiana e del Paese, si sono dimostrati non in grado di poter essere alternativi alla destra o alla sinistra. E dovrebbero scegliere da che parte stare perchè finora non si è ben capito. Infatti, sono passati da un’alleanza di governo con la Lega ad un esecutivo formato insieme al PD. E che, a mio avviso, mantengono ancora un discreto numero di consensi grazie a Giuseppe Conte che sull’onda del suo doppio mandato da Premier ancora gode di un certo consenso popolare”.
Carlo Spinelli continua
“Se poi parliamo del PD, quello che vedo è che non c’è un programma ben definito. Si muove andando più a criticare quello degli altri che a proporne uno credibile. Forse perchè al proprio interno non tutti la pensano alla stessa maniera. Basti pensare agli impianti per la produzione di energia, da una parte si vogliono i termovalorizzatori, dall’altra si manifesta contro i rigassificatori. Noi come Italia dei Diritti siamo disponibili alla costruzione di un grande centro che abbia la forza di riequilibrare politicamente questo Paese. Siamo aperti a tutte quelle persone stanche di un modo di fare politica ormai obsoleto. Inoltre, i contatti che riceviamo giorno dopo giorno dimostrano quanto sia importante per gli italiani poter contare su di una forza nuova che possa portare una ventata di aria fresca nel panorama politico italiano.
E alle forze politiche in campo dico che bisogna essere prima onesti con se stessi. Se vogliamo esserlo con le persone, dobbiamo dire come stanno veramente le cose. Non dobbiamo guardare le percentuali ma i numeri nudi e crudi. Questi dimostrano che gli elettori di Lazio e Lombardia hanno premiato chi si è presentato unito con un programma di governo comune. E hanno penalizzato chi da tanto, troppo tempo, non sa cosa vuole fare. Chi non ha un progetto per il nostro Paese e si dimostra litigioso e arrogante. La politica portata avanti dal centrodestra in questi primi mesi di governo può avere influito positivamente. Ma a mio avviso non è stata determinante. Altrimenti tra gli astensionisti del Lazio non ci sarebbero state le quasi 500 mila persone che a settembre 2022 hanno votato per il centrodestra e che dopo 5 mesi sono rimaste a casa.
Questa non vuole essere una critica a chi sta governando l’Italia, ma vuole essere un monito a tutta la politica italiana. Serve un cambiamento vero che dia una sferzata all’elettorato italiano a cui voglio ricordare – conclude Spinelli – che la politica la viviamo tutti i giorni nel quotidiano, anche quando prendiamo un caffè al bar. Infatti, non partecipare alla vita politica del paese significa farsi trascinare dagli eventi. E non andare a votare vuol dire delegare il nostro vicino piuttosto che un nostro collega di lavoro, a scegliere per il nostro futuro”.
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