Salve Diletta, come ha vissuto questo periodo di stop forzato?
Ho cercato di allenarmi in casa, ma dopo un po’ ho smesso, anche perché lo spazio nel mio appartamento non era moltissimo. Ogni giorno che passava avevo il morale sempre peggio. Mi è mancato molto il campo.
Com’è finito il campionato scorso?
In serie C di calcio a 5, dove gioco nella Kosmoto Monastir(LINK), la classifica è stata bloccata. Ma a differenza della Serie A maschile non si parla proprio di una possibile ripresa. Eravamo quinte in classifica, poi si è sospeso tutto e questa rimane la nostra posizione per il 2019/20.
Ripercorriamo la sua storia professionale, dove ha iniziato la sua carriera?
Ho iniziato qui a Monastir nella squadra maschile, dai 6 ai 14 anni, poi ho dovuto abbandonare per una questione di età e sesso. Poi sono passata alla serie B calcio a 11 nel Villacidro e subito dopo ho passato una stagione a Sassari nella Torres. Di quel periodo non ho un bel ricordo a causa delle tensioni fra Cagliari e Sassari, ero anche molto giovane. Alla fine ho preferito tornare a Cagliari dove ho fatto il passaggio al calcio a 5 nel Senegas, a causa del fatto che non c’era nemmeno una squadra femminile di calcio a 11 nel cagliaritano. In seguito ho giocato per la Jasnagora in serie A2. Ma i risultati più importanti li ho raggiunti col Quartu, col quale siamo saliti dalla serie C alla A, vincendo anche la Coppa Italia regionale del campionato 2016-17.(LINK)
E adesso come si trova in questa squadra?
Mi son trovata benissimo fin da subito, sono tre anni che gioco qui alla Kosmoto, una società che sta crescendo soprattutto in ambito femminile. Mi hanno chiesto di aiutarli nel loro progetto di salire sempre più di livello. Io ho portato tutta la mia esperienza e anche varie compagne che giocavano con me in serie A.
Si sa già qualcosa sul prossimo campionato?
Per ora sappiamo solo che hanno riaperto i campi in affitto per gli allenamenti, ma del campionato non ci hanno ancora detto niente.
Qual’è l’obiettivo per la prossima stagione?
Innanzitutto riprendere a giocare, divertirmi e superare il quinto posto della scorsa stagione. E poi puntare ai playoff, perché no?
Il dopo covid si prevede un calo delle iscrizioni, vuole lanciare un messaggio di incoraggiamento alle tante bambine appassionate di calcio soprattutto a quelle che magari non si iscrivono perché qui da noi è ancora visto come uno sport da maschi?
L’appello lo faccio innanzitutto ai genitori: lasciate liberi i bambini e le bambine di fare quello che vogliono e non spingeteli a vivere i vostri sogni irrealizzati. Conosco un sacco di bambine che giocano a calcio e non ha nolente a che vedere con l’appartenenza ad un genere o all’altro, ci vuole solo la passione, voglia di imparare e di mettersi in gioco. E crederci sempre.
Gloria Cadeddu