Il 54,1% delle piccole e medie imprese italiane ha implementato un qualche intervento di efficientamento energetico. A conquistare il podio della virtuosità la Lombardia (80%), il Veneto (72%) ed il Lazio (70%); seguono poi Puglia (69%), Emilia-Romagna (63%) e Piemonte (62%). È quanto emerge da un sondaggio commissionato da EnergRed.com —E.S.Co. impegnata nel sostenere la transizione energetica delle PMI italiane— all’International Center for Social Research (ICSR).
Nell’ambito specifico del fotovoltaico è la Puglia a conquistare il primo posto con il 68%, collocandosi sul podio insieme alla Lombardia (65%) ed all’Emilia-Romagna (62%). A seguire Veneto (57%), Piemonte (55%) e Sicilia (52%).
In base ai dati raccolti è poi stato elaborato un “coefficiente green” per ciascuna regione italiana: sul podio troviamo nuovamente Puglia (0,94), Lombardia (0,93) ed Emilia-Romagna (0,75).
Moreno Scarchini, CEO di EnergRed:
«Lo studio si è proposto di sondare il livello di alfabetizzazione sulle rinnovabili nel segmento PMI e più nello specifico di rilevare il grado di conoscenza del SEU, il Sistema Efficiente di Utenza che consente ad un produttore di vendere energia elettrica direttamente ad un utilizzatore e che è oggi un indicatore importante per valutare il grado di conoscenza in questo ambito».
A questo proposito, scopriamo che solo il 6,7% delle imprese conosce il SEU, dimostrando così un bassissimo grado di “alfabetizzazione energetica”. Anche se va un po’ meglio in Lombardia e nel Lazio, dove rispettivamente il 19% ed il 16% degli intervistati dichiara di conoscere il Sistema Efficiente di Utenza.
Certo è che —trainata anche dagli incentivi fiscali e dalla necessità di potersi presentare al pubblico con una “immagine green”— la «coscienza verde» delle PMI italiane è elevatissima. E cospicuo è anche il numero di aziende che hanno fatto ricorso ad una qualche forma di fotovoltaico (38,1%) e di quelle che si percepiscono come “energivore” (33%), confermando che la PMI italiana è davvero “Green Conscious”.
La ricerca è stata realizzata dal 6 al 18 febbraio 2023 su base nazionale su un campione di 1.080 imprese con un numero di addetti compreso tra 10 e 249 impiegati e con un giro d’affari compreso tra i 2 ed i 50 milioni di euro.
Nell’ambito dell’efficienza energetica la PMI si dimostra molto attenta all’ambiente: il numero di interventi —includendo ogni tipo di iniziativa, anche solo la formazione o l’organizzazione— è molto elevato: si arriva addirittura all’83,7% per il settore delle costruzioni, al 82,7% per il settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca ed al 75,3% per il settore delle attività manufatturiere.
Giorgio Mottironi, CMO di EnergRed:
«Però pochissimi conoscono il SEU, andando a dimostrare uno scarso livello di “alfabetizzazione energetica”, il che significa che se il problema della sostenibilità è sentito, molto meno conosciute sono le soluzioni che l’impresa ha a disposizione per dare immediata soddisfazione a questa profonda esigenza di cambiamento».
Questo strumento risulta totalmente sconosciuto in ben 8 dei 19 settori ATECO (42%). Inoltre, per 15 settori su 19 (79%) la conoscenza del SEU è al di sotto del 10%. Fatta per il settore del trasporto (24,2%), delle costruzioni (16,3%) e dei dei tour operator e le aziende che erogano servizi di supporto alle imprese (11,4%).
Cosa è in concreto il SEU? «Si tratta di un impianto fotovoltaico che si integra facilmente con la preesistente configurazione impiantistica senza alterarne in alcun modo la funzionalità e che, se abbinato alla nostra metodologia Care&Share, si può avere a costo zero, abbattendo anche la bolletta elettrica grazie all’autoconsumo» risponde Moreno Scarchini.
«La nostra proposta —prosegue Scarchini—, che consiste nell’associazione della configurazione SEU al servizio energia Care&Share, consente oggi alle imprese, a seconda della latitudine, di avere energia sostenibile ad un costo omni-comprensivo variabile tra i 115€/MWh ed i 145€/MWh, molto inferiore al solo prezzo della “materia prima energia sul mercato”. Tutto ciò è possibile perché è nostro interesse investire nelle imprese virtuose che popolano l’universo produttivo e manifatturiero italiano, costruendo e gestendo a nostre spese l’impianto fotovoltaico commisurato esattamente alle necessità dell’utilizzatore. Quest’ultimo pagherà unicamente l’energia auto-consumata ad un costo inferiore a quello della rete, realizzando da subito, senza impegni finanziari, un risparmio netto che crescerà nel tempo con una dinamica certa e trasparente».
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