Fino a domenica 12 febbraio la festa di Sant’Eulalia nel quartiere Marina, a Cagliari
con la quale la parrocchia di Sant’Eulalia intende celebrare uno dei più antichi culti religiosi cittadini.
Quello dedicato alla Santa è infatti un culto legato all’istituzione della chiesa edificata dagli aragonesi nella metà del 1300, la prima dentro le mura cittadine, dedicata a Eulalia:
divenuta patrona della città catalana, nata nel 290 a Barcellona e martirizzata ad appena 12 anni nel 302 sotto Diocleziano.
Sabato 11 febbraio
Sabato 11 febbraio si inizia al mattino, alle ore 10, con un importante conferenza dal titolo Sant’Eulalia da Barcellona a Cagliari: i santi che viaggiano.
Dopo l’introduzione dei lavori a cura del parroco di Sant’Eulalia don Marco Lai, interverranno studiose e esperti come:
Alberto Tidu, Rossana Martorelli, Claudio Nonne, Marco Cadinu, Nicoletta Usai e Mauro Salis, moderati da Sara Tacconi.
Il culto di Santa Eulalia
Il culto di Santa Eulalia è giunto in Sardegna con i Catalani nel XIV secolo ed esprime molto bene lo stretto legame instauratosi fra Cagliari e Barcellona.
In realtà, però, la vita terrena della santa risale ad epoca molto più antica e la sua storia si presenta ricca ed articolata.
La ricorrenza della festa è una buona occasione per esaminare la figura di Eulalia e riflettere sulla sua importanza ieri come oggi.
Attraverso le parole di diversi studiosi si ripercorreranno le tappe della sua testimonianza cristiana;
sugellata dal martirio nella penisola iberica, ma anche le conseguenze dell’arrivo del culto in Sardegna, che si possono cogliere dai monumenti e dagli oggetti.
I festeggiamenti proseguiranno nel pomeriggio quando alle 18 sarà celebrata una Santa Messa e alle 19, nel Teatro di Sant’Eulalia, il concerto in onore della Santa a cura del Collegium Karalitanum, diretto da Giorgio Sanna.
Domenica 12 febbraio
Domenica 12 febbraio giornata conclusiva.
Si inizia alle 10 con una grande processione che partirà dalla chiesa di Sant’Eulalia e che percorrerà le vie della Marina con la partecipazione di una decina di Confraternite e Arci Confraternite, di due gruppi folk e di una banda musicale.
La Messa Solenne, che sarà celebrata alle 10:30, sarà presieduta dal Cardinale Arrigo Miglio. Alle ore 13 il pranzo comunitario aperto a tutti “la città di Dio – dice don Marco Lai – è la città di tutti i popoli, della convivialità nella diversità e questo quartiere, anche in questo momento, vuole esprimere questi valori nella direzione di una città nuova”.
La chiusura dei festeggiamenti è affidata alle 15:30 al concerto del gruppo musicale Free Time.
La festa
Una festa che, nelle intenzioni del parroco di Sant’Eulalia don Marco Lai, vuole continuare ad essere espressione di una comunità e di un quartiere che storicamente ha rappresentato e ancora oggi continua a rappresentare, con i suoi centri d’ascolto e con le scuole di alfabetizzazione per i migranti di tutte le lingue e religioni, con gli oratori e le attività sportive, la porta d’accesso alla città e un luogo di accoglienza, incontro e intreccio pacifico e collaborativo tra popoli, culture e religioni differenti
“Dalle note storiche di archivio – dice don Marco Lai – si capisce che anche la parrocchia e cioè la comunità di fedeli, risale alla fine del 1300.
Una comunità da sempre caratterizzata dall’ essere viva e propositiva e che ancora oggi non vuole svolgere solo il ruolo di pietra bella e antica, come belle sono le chiese di Sant’Eulalia, Santo Sepolcro, Sant’Antonio o Santa Rosalia ma che vuole rappresentarsi come una comunità protagonista, fatta da persone che abitano e animano il quartiere e la città, pietre vive: c’è stata un’anima nel passato ma c’è un’anima anche oggi.
Una festività che è dunque il modo di esprimere, da parte degli abitanti della Marina la loro cittadinanza attiva, di essere cuore pulsante del quartiere.
Le comunità hanno senso finché le persone che ne fanno parte trovano motivo per stare insieme.
Il ruolo della parrocchia è allora quello di stimolare queste occasioni di stare insieme”.
Una grande sfida che passa anche attraverso la necessità di trovare un corretto equilibrio tra le esigenze ineludibili di una città in trasformazione, con i suoi flussi turistici, con le sue economie, e le necessità di un luogo che per continuare a vivere deve poter essere vissuto a misura della comunità che vi abita.