Geologi preoccupati
“Siamo preoccupati dalle semplificazioni contenute nel Nuovo Codice degli Appalti. Lo siamo nell’interesse dell’Italia e della sicurezza”.
Michele Orifici (geologo SIGEA e Vice Presidente Nazionale della Sigea) :
“Mancano specifici riferimenti alla compatibilità geologica, geomorfologica e idrogeologica dell’opera da realizzare.
Geologi preoccupati
L’assenza di tale riferimento, oltretutto già contenuto nell’art. 23 del vigente “Codice degli appalti” (D. Lgs. 50/2016), per le motivazioni sopra esposte ci induce a manifestare forte preoccupazione”.
Salvatore Valletta (Segretario Nazionale della SIGEA) :
“Non possono essere trascurati, in tal senso, le perdite di vite umane che, secondo quanto si evince dal sito Polaris, curato dal CNR-IRPI, dal 2007 al 2021 ammontano a 336, di cui 188 per le inondazioni e 148 per le frane”.
Vincent Ottaviani (Vice Presidente Nazionale SIGEA) :
“Anche escludendo l’edilizia monumentale, il nostro patrimonio abitativo è in media vetusto, e come tale vulnerabile.
Quasi metà delle civili abitazioni sono edificate prima che le norme antisismiche venissero introdotte ovunque servivano (dati CRESME);
e tra gli anni ’30 e gli anni ’50 del secolo scorso alcune importanti città sono addirittura declassificate, cioè norme appena introdotte sono cancellate per realizzare un effimero risparmio nei costi di edificazione”.
“Abbiamo scritto una lettera alle Commissioni parlamentari della Camera dei Deputati e del Senato esprimendo preoccupazioni in merito alle semplificazioni della norma sui lavori pubblici contenuta nel “Nuovo” Codice degli appalti.
Si rischia di penalizzare fortemente il quadro delle conoscenze del territorio nell’ambito del quale vengono inserite le opere”.
Lo ha affermato Antonello Fiore, Presidente Nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale.
Terremoto in Turchia e gli eventi italiani non annullano competenze.
“Richiamiamo gli ultimi eventi sismici che hanno colpito la Turchia e la Siria nonché gli ultimi eventi geo-idrologici (alluvioni e frane) che hanno determinato considerevoli danni e disagi al sud Italia e in particolare alla Sicilia Jonica.
Tali eventi –
ha dichiarato Vincent Ottaviani, Vice Presidente Nazionale SIGEA –
seguono solo di qualche mese l’ulteriore tragico evento che ha interessato l’Isola di Ischia, il recente e fortissimo terremoto che ha tragicamente colpito ampi territori della Turchia e della Siria (magnitudo 7.8, pienamente in linea con le conoscenze attuali);
ed altri importanti terremoti che hanno coinvolto il nostro Paese nell’ultimo ventennio (San Giuliano di Puglia del 2002;
L’Aquila del 2009; Emilia del 2012; Amatrice del 2016; Ischia del 2017) hanno mostrato che a uccidere non è il sisma ma le case che crollano.
Anche escludendo l’edilizia monumentale, il nostro patrimonio abitativo è in media vetusto, e come tale vulnerabile.
Quasi metà delle civili abitazioni sono state edificate prima che le norme antisismiche venissero introdotte ovunque servivano (dati CRESME), e tra gli anni ’30 e gli anni ’50 del secolo scorso alcune importanti città sono state addirittura declassificate cioè norme appena introdotte sono state cancellate per realizzare un effimero risparmio nei costi di edificazione”.
SismaBonus occasione persa dall’Italia. Dal 2007 al 2021, in Italia ben 338 morti per inondazioni e frane.
“Nel 2017 il Governo ha varato il SismaBonus, poi inglobato nel SuperBonus 110%, un provvedimento-cardine del PNRR.
Purtroppo dei 72 miliardi finora spesi per il Superbonus (dati MilanoFinanza), solo il 4% sarebbe stato utilizzato per di SismaBonus (dati Centro Studi Consiglio Nazionale Ingegneri);
mentre il restante 96% sarebbe stato usato per l’EcoBonus –
ha affermato Salvatore Valletta, Segretario Nazionale della SIGEA –
al punto che il SuperBonus è quasi uscito dal dibattito pubblico.
L’Italia, che agli occhi del Mondo ha la responsabilità di tenere in vita una porzione consistente del patrimonio storico e culturale di tutta l’umanità, e nonostante vanti ottimi sismologi e geologi e ingegneri, purtroppo il tema sismico sembra entrare nell’agenda della politica sempre e solo “dopo” un terremoto, quasi mai “prima”.
Considerazioni analoghe possono essere fatte per gli eventi geo-idrologici.
Sono evidenti le circostanze che hanno causato ingenti danni e vittime con aree urbanizzate in prossimità di alvei fluviali o su versanti fortemente esposti a pericolosità geomorfologica.
Siamo consapevoli che la fragilità del territorio italiano, costantemente dimostrata dal susseguirsi di eventi franosi e alluvionali, in un’epoca segnata anche dai mutamenti climatici e dai relativi effetti sul suolo e sugli ambienti antropizzati, pone come priorità l’assoluta attenzione alla difesa del suolo.
Non possono essere trascurati, in tal senso, le perdite di vite umane che, secondo quanto si evince dal sito Polaris, curato dal CNR-IRPI, dal 2007 al 2021 ammontano a 336, di cui 188 per le inondazioni e 148 per le frane”.
SIGEA esprime preoccupazioni per Il Nuovo Codice degli appalti. Manca la compatibilità geologica, geomorfologica e idrogeologica dell’opera da realizzare.
“Riteniamo necessario, per il ruolo sociale che la nostra organizzazione riveste, evidenziare alcuni aspetti, relativi al “Nuovo Codice degli appalti” –
ha dichiarato Michele Orifici, geologo SIGEA –
approvato dal Consiglio dei ministri il 16 dicembre scorso ed ora all’attenzione delle rispettive commissioni parlamentari,
che vanno in contrasto con lo sviluppo delle economie locali e nazionali e più in generale con il benessere del popolo italiano e la tutela del territorio.
Rileviamo in particolare come nell’art. 41 manchino specifici riferimenti alla compatibilità geologica, geomorfologica e idrogeologica dell’opera da realizzare.
L’assenza di tale riferimento, oltretutto già contenuto nell’art. 23 del vigente “Codice degli appalti” (D. Lgs. 50/2016), per le motivazioni sopra esposte ci induce a manifestare forte preoccupazione.
Riteniamo che la corretta stesura di un progetto di fattibilità tecnica ed economica, non possa prescindere dalla fondamentale valutazione degli scenari pre-intervento e post-intervento di un’opera.
La realizzazione di un’opera è condizionata dall’ambiente naturale e lo modifica, l’assenza della “compatibilità geologica, geomorfologica e idrogeologica” oltre a non consentire un’adeguata valutazione rispetto alle trasformazioni apportate ai settori oggetto degli interventi pone preoccupanti limiti rispetto alla qualità del progetto causando di conseguenza il sostanziale rischio di ricadute negative sulla sicurezza delle opere e della salvaguardia del territorio.
Richiamiamo l’attenzione sull’abrogazione dell’art. 31 comma 8 dell’attuale D.lgs. 50/2016
Richiamiamo l’attenzione sull’abrogazione dell’art. 31 comma 8 dell’attuale D.lgs. 50/2016, relativo al divieto di subappalto della Relazione Geologica.
Tale abrogazione, rispetto alla necessità di assicurare una prestazione d’opera professionale specialistica come quella molto importante della relazione geologica, contrasta con l’esigenza di una adeguata gestione del territorio ancor più tenuto conto del susseguirsi degli eventi naturali condizionati anche dalla crisi climatica in atto e dei conseguenti effetti sull’ambiente antropizzato che sempre più lo caratterizzano.
Come SIGEA-APS esprimiamo la forte preoccupazione di alcune semplificazioni della norma sui lavori pubblici contenuta nel “Nuovo” Codice degli appalti che si rischia di penalizzare fortemente il quadro delle conoscenze del territorio nell’ambito del quale vengono inserite le opere.
Il Paese ha bisogno di interventi di risanamento e mitigazione del rischio basati su corretti approfondimenti geologico-territoriali nel rispetto degli equilibri territoriali.
Si confida nella sensibilità delle Vostre competenti commissioni per ristabilire la necessaria attenzione alla sicurezza del territorio”.