Giornata Mondiale dell’Orso Polare
Giornata Mondiale dell’Orso Polare. Gli orsi polari sono a rischio: salviamoli! La protesta degli animalisti: non c’è pace per gli orsi polari.
L’habitat naturale degli orsi polari sta scomparendo, ma per alcuni esemplari, rinchiusi negli zoo e nei parchi, è già scomparso. Giornata Mondiale dell’Orso Polare.Il 27 febbraio si celebra la Giornata Mondiale dell’Orso Polare (International Polar Bear Day) istituita dall’organizzazione no profit Polar Bears International.
L’orso polare è un mammifero semi acquatico che vive tra il ghiaccio e la neve presenti lungo le coste gelide dell’estremo nord.
Il suo nome scientifico è “orso bianco” per la sua pelliccia bianca o color crema, ovvero “orso del mare”, infatti questa specie trascorre la maggior parte del suo tempo in acqua.
La maggior parte di questi esemplari vive nel circolo Polare Artico, in Alaska, in Siberia e in Groenlandia.
Mentre alcuni esemplari sono costretti a dover vivere lontanissimi dal loro habitat, come i due orsi polari rinchiusi nello zoo di Fasano in Puglia.
L’orso polare è ormai seriamente a rischio, da qualche anno a questa parte è stato categorizzato come specie vulnerabile e inserito nella lista rossa dello IUCN.
Infatti l’orso polare è considerato ormai una specie protetta a causa di gravi minacce ambientali, e naturalmente l’uomo rappresenta il vero pericolo per questa specie.
L’habitat dell’orso polare sta scomparendo giorno dopo giorno, le minacce che mettono a rischio l’orso polare sono tutte legate all’azione dell’uomo.
“Durante la stagione invernale, le temperature nell’Artico si aggirano generalmente intorno a – 34°, e possono arrivare fino a – 69°.
Queste sarebbero le temperature ideali per gli orsi polari”.
Temperature che per gli orsi polari stanno scomparendo, a causa del riscaldamento globale e della reclusione negli zoo e nei parchi.
Non c’è pace per gli orsi polari: il loro habitat naturale è a rischio per il surriscaldamento climatico, la cui principale causa sono gli allevamenti e la macellazione industriali.
Inoltre alcuni esemplari sono rinchiusi negli zoo, lontanissimi dal loro habitat e costretti a sopportare temperature climatiche per loro estreme.
Il comportamento sconsiderato dell’uomo sta uccidendo gli orsi polari, sia fisicamente sia psicologicamente, danneggiando il loro habitat e rinchiudendoli inoltre nei parchi e negli zoo.
Gli allevamenti intensivi, la macellazione industriale, lo sfruttamento animale, principale causa del surriscaldamento climatico, stanno distruggendo gli orsi polari e il pianeta stesso.
La temperatura media terrestre, purtroppo, sta facendo riscontrare un’impennata costante negli ultimi tempi, con effetti devastanti per gli orsi polari.
Il comportamento sconsiderato dell’uomo continuerà a far crescere la temperatura del pianeta terrestre a ritmi velocissimi.
E la conseguenza di tutto questo porterà alla distruzione dell’ecosistema.
Gli orsi polari, come dice il nome stesso, hanno bisogno di temperature polari, distruggere il loro habitat e costringerli a vivere lontano da esso, è un vero e proprio scempio.
L’associazione Meta Parma lancia un appello.
“Salviamo gli orsi polari, le nostre scelte contano, è ora di correre ai ripari e proteggere la vita degli animali e del pianeta, tutelando in tal modo la nostra stessa esistenza.
Gli orsi polari sono un simbolo, hanno bisogno di temperature artiche e costringerli a dover sopportare il riscaldamento climatico o le temperature estreme di zoo e parchi, significa ucciderli.
Il nostro pensiero oggi va a Marissa e sua figlia, i due orsi polari rinchiusi in uno zoo pugliese.
Che cosa ci fanno due orsi polari in Puglia?
Le temperature sono in aumento ovunque e tutto l’anno, ma l’estate si avvicina e in Italia, soprattutto al sud, si arriverà a superare i 40°.
Per Marissa l’habitat naturale degli orsi polari è già scomparso.”
Su change.org è stata aperta una petizione per la liberazione dei due orsi polari:http://change.org/orsipolariliberi.