Oggi vi proponiamo una riflessione e analisi della blogger imperiese Giulia Quaranta Provenzano. La blogger già dal 2021 “teneva d’occhio” con interesse. Audace, intelligente, paziente ma non rassegnato. Perseverante, tenace, umile, sinceramente voglioso di evolversi immancabilmente in direzione d’una meravigliosa appassionata autenticità. Questo è Olly. Si tratta del riconfermato esempio di com’è e cosa fa un vero Artista.
Per raccontare chi è Olly non basterebbe un’enciclopedia. Nell’eventualità che voglia però scrivere una biografia, io mi candido all’istante e proprio mi butto a pesce in prima fila perché il solo pensiero già mi fa sorridere come una bimba davanti al mare. Tanto le parole non mi mancano di certo. Ma per capirlo, in verità, basta entrare nel suo profilo IG [clicca qui https://instagram.com/olly_nclusiveigshid=YmMyMTA2M2Y= per visionarlo] e subito le sue cosiddette impronte digitali compaiono nella presentazione: la scritta Artista e l’emojis della bandiera di Genova, sua città natale, e di un’onda.
E proprio la bandiera di Genova, costituita da una croce rossa su campo bianco, detta anche croce di San Giorgio ha in sé – insieme all’acqua della grande onda – tutti gli elementi costitutivi della personalità di Federico Olivieri. Personalità, la sua, che ci regala un ARTISTA che considero degno della sensibilità immediata eppure complessa. Nonchè dell’intelligenza fine quanto profonda dell’amato Fabrizio De André che non poco me lo ricorda, ad esempio, in brani come “Bianca”.
Ecco, appunto a proposito di mare sottolineo che esso – nota dominante e sempre presente in Olly – ha in sé e porta con sé immagini archetipiche fondamentali per l’esistenza dell’essere umano. Acqua, mare, simbolo per eccellenza dell’inconscio con i contenuti rappresentati da tutto ciò che ognuno di noi vi pone nelle sue profondità e che – come quando stiamo e non siamo usciti dal mare uterino – ancora sentiamo separati dall’universo e quindi vi teniamo celato.
Mare che il cantante genovese invita ogni volta a navigare con audacia (così da non mortificare il piacere fine a se stesso e l’essere fedeli a sé, che è quindi la più autentica e senza colpe forma di amore), individuandosi continuamente in un viaggio di confronto e relazione in primis con se stessi e pur con le intemperie che non dobbiamo mai lasciare che ci facciano smettere di amoreggiare con le stelle.
Viaggio, alla scoperta di sé, lungo una vita intera ma vivere richiede la pazienza e la disposizione dei pescatore che fischiano, fanno e tu canta la-la-lalala poiché amano l’esistenza e sognano da svegli… ché quando sogni ad occhi aperti non le chiudi le persiane/ certi fili del discorso si possono aggrovigliare/ Oh, menomale che c’è il mare, che si porta ogni pensiero/ a mischiarsi con il cielo e non tornare mai più.
Procediamo, tuttavia, passo a passo e con ordine e dunque torniamo alla bandiera di Genova. Il fatto che essa sia stata scelta da Olly come sorta di sua spilla sull’abito social indica molto di come è questo giovane uomo. Essa – composta da una croce rossa su sfondo bianco e cioè da una grafica nitida e pulita quanto minimale, essenziale e netta – è emblematica dei valori, dei modelli di comportamento, delle forme di organizzazione di Federico Olivieri. Costui è certamente una persona passionale, la cui intensa passione suggerita dal rosso campeggia – nella vita dell’Artista genovese – in relazione al bianco.
La forza e l’energia lo animano e la voglia di fare è per lui un’urgenza vitale. Desiderio e amore, sotto tutte le sue forme, che (come il sangue che scorre nelle arterie) lo porta a non escludere alcunché. Bensì a stagliarsi in ogni direzione. Infatti, la croce di San Giorgio occupa tutto lo spazio che ha disposizione ed è così presente in quattro porzioni bianche. Proprio come la croce di San Giorgo, Olly si sente di voler intraprendere, libero, e così rinascere.
Rinascere in che senso? Nel senso di non escludere alcun senso, di ascoltarsi e ascoltare le impressioni derivanti dagli stimoli esterni. Ma senza precludersi aprioristicamente nulla. Bensì attuando il potenziale che, a prescindere dal giudizio altrui ed estraneo a sé, fa sì che non più tra volersi e “tollerarsi c’è una differenza grande. Un’idea e una persona si possono assomigliare. Oh, menomale che c’è il mare, che si porta ogni pensiero/ a mischiarsi con il cielo e non tornare mai più”.
Ebbene qui siamo nel campo aristotelico tra atto e potenza, tra volere e potere, tra pensare e agire. Ma, a se è nato per prima l’uovo o la gallina, dobbiamo rispondere che la scienza dice che è nato prima l’uovo. Le prima uova infatti risalgono alla specie animale dei rettili vissuti circa trecentocinquanta milioni di anni fa. Aristotele sosteneva che un uovo è una gallina in potenza e una gallina è un uovo già sviluppato nell’atto. Dunque ha sbagliato nell’affermare che l’atto (la gallina) è superiore a qualcosa che è soltanto in potenza (l’uovo) e che quindi è nata prima la gallina?
Mah, intanto dipende da cosa si intende con “superiore”. E se si tiene più di conto la nascita che è l’attuato punto di partenza o lo sviluppo potenziale lungo un percorso che sempre si può cambiare.
Certo è, comunque, che concordo con Olly nel suo percepire e notare che il desiderare di raggiungere una meta. Ovvero di conseguire qualcosa o di compiere un’azione non sempre equivale a risultare come l’idea. Ossia ad essere poi quale il medesimo risultato dell’attività del pensiero, né a riuscire ossia a concretizzarla. Appunto poiché la si traduce, in un passaggio ulteriore, e ci si traduce in essa. Ed è pertanto così che un’idea e una persona si possono assomigliare ma tra volersi e tollerarsi c’è una differenza grande. Talvolta, la copia in carta carbone è quanto – nel migliore dei casi – ne esce fuori.
Ciò che Federico Olivieri posta su Instagram, anzi quello che fa e che di conseguenza dopo può postare, è il cosiddetto frame d’un viaggio. Olly si presenta nello sforzo appassionato della sua volontà di solcare l’inconscio sconfinato, le sensazioni e le emozioni di cui l’acqua è simbolo.
Un viaggio nelle profondità della psiche e che è indissolubilmente legato alla nascita, alla morte e alla rinascita proprio come una fenice. Fenice che – nel percorso interiore che dalla coscienza, attraverso l’inconscio – porta se stessa alla realizzazione di una maggiore consapevolezza nonchè alla ricerca della propria individuazione. Sebbene, fino all’ultimo soffio di questa vita, non sia mai finita né da escludere l’eventualità di avventurarsi su nuove rotte.
Azzarderei – a questo punto – a dire che sarà meglio che Federico Olivieri, alias Olly sia sampdoriano dacché se ha una fede non può non essere quella blu e cerchiata da una fascia continua rossonera bordata di bianco [ndr Giulia, che è juventina, tuttavia ride e sorride]!
Queste sono state le parole usate da Giulia Quaranta Provenzano per descrivere Olly.
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