E’ inaccettabile che siano i lavoratori a pagare l’incapacità di costruire soluzioni che spetta alla politica trovare.
Dopo mesi di promesse, di attese, di trattative e parole a vuoto, gli operai della Glencore SRL di Portovesme sono saliti sulla torre dello stabilimento della Portovesme SRL a rischio chiusura.
Gruppo PD: No allo stop degli Stabilimenti della Glencore
Rossella Pinna, accorsa a portare la solidarietà e il sostegno personale e del Gruppo PD ai lavoratori che sono in presidio su una torre dello stabilimento industriale, a 100 metri di altezza, è netta:
“la questione del costo dell’energia è da tempo LA questione che blocca la crescita dell’Isola, soprattutto nel sud Sardegna;
territorio deindustrializzato dopo la crisi degli anni ’80 e dove restano pochissime e storiche industrie, è il caso della Portovesme SRL e dell’omonimo stabilimento sulcitano e della Fonderia di San Gavino.
Una realtà, quella della Glencore che dà lavoro a circa 1300 lavoratrici e lavoratori.
Da mesi – prosegue la consigliera del Medio Campidano –
si gioca a rimpiattino con le promesse, gli incontri e i resoconti senza che si sia fatto un solo, vero, concreto, passo avanti. Questo è inaccettabile!
Sono passati ben 4 mesi da che abbiamo presentato come forze di minoranza una interrogazione al Presidente della regione e all’Assessora all’industria.
Da allora solo dichiarazioni e annunci ma nulla di concreto. E i lavoratori diretti e indiretti di fabbrica e di indotto, stanchi e preoccupati dal rischio di cassa integrazione per i primi e di licenziamento gli altri, sono saliti in cima alla ciminiera della fabbrica, alta 100 metri. Solo così, forse, torneranno visibili alla Giunta e, magari, anche in cima alle tante urgenze da risolvere
Oggi depositiamo una mozione sul tema, con richiesta di convocazione urgente del Consiglio Regionale per conoscere dal Presidente Solinas quali interlocuzioni e atti siano stati intrapresi dalla Giunta per risolvere la situazione.
La Sardegna e i sardi non possono pagare le disparità regionali che penalizzano imprese e lavoratori. Prima se ne prende atto e prima si evita la desertificazione economica di un’intera isola.