Mercoledì 15 febbraio in programma presso il Fuaié del Teatro Massimo di Cagliari un viaggio tra i capolavori della storia dell’arte in compagnia di Nicola Fano. Il giornalista, drammaturgo e storico del teatro presenterà – a partire dalle 17.30 – il saggio “La candela di Caravaggio” (Elliot, 2022). L’appuntamento è sotto le insegne di Legger_ezza, il progetto di Promozione della Lettura curato dal CeDAC (Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna). Dialogherà con l’autore la critica d’arte Alessandra Menesini (L’Unione Sarda). Ingresso gratuito fino a esaurimento posti
La radice della parola “teatro” rimanda al verbo greco ϑεάομαι che sottende il senso della visione (theaomai significa infatti “guardare”). Nicola Fano parte proprio da questo aspetto per privilegiare una prospettiva “teatrale”, conditio sine qua non per mettere in risalto le costruzioni “scenografiche” operate da alcuni celebri pittori nelle proprie opere.In “La candela di Caravaggio. Da Paolo Uccello a Burri: quando l’arte dà spettacolo” il raffinato studioso punta idealmente i riflettori su alcune opere, al fine di consentire ai presenti di cogliere le tecniche utilizzate dagli artisti per ammaliare le platee.
Si parte dai dipinti di Michelangelo Merisi, detto Caravaggio. La tecnica mirabile e la precisione del segno si sposano con un uso sapiente della luce che consente di far riaffiorare dall’ombra i volti o mostrare i particolari significativi. Una pittura di sorprendente naturalismo che anticipa la sensibilità barocca.
La pittura ha fatto teatro; il teatro ha fatto pittura
«Il teatro è il modo di guardare. Al pari della pittura e della scultura. Arte e teatro, fin dall’antichità, hanno avuto nella creatività il minimo comune denominatore.
Le storie dei pittori, le loro manie e i loro trucchi si sono intrecciati alle abitudini dei teatranti, alle loro intuizioni e ai loro esperimenti. La pittura ha fatto teatro; il teatro ha fatto pittura», sottolinea Fano.
“La candela di Caravaggio” accompagna il lettore alle origini dell’arte della “rappresentazione”. Racconta la relazione privilegiata fra teatro e pittura, fino a svelare gli insospettabili rapporti dei pittori con il mondo teatrale: «La regìa è stata inventata da Paolo Uccello. Il pittore e mosaicista italiano disponeva su un tavolo le figurette di legno che avrebbe dipinto nei suoi quadri per studiarne le relazioni prospettiche».
Quello in programma mercoledì 15 si configura come un incontro avvincente. Imperdibile per quanti desiderino riflettere sulla dialettica tra le arti e sui rapporti tra la cultura e il teatro (ma anche il cinema) del Novecento e i capolavori dei grandi maestri.
Il teatro, con la forza espressiva e catartica propria di un rito, dà voce a dilemmi morali, fantasmi del passato e inquietudini del presente. Si interroga sulla condizione umana e sul rapporto tra spirito e materia, vita terrena e tensione spirituale.
Nicola Fano, cenni biografici
Nicola Fano insegna Elementi di Storia del teatro nei Master dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma e Storia del Teatro all’Officina Pasolini (hub culturale della Regione Lazio).
Critico teatrale e inviato per la sezione spettacoli e cultura de l’Unità (per un ventennio, fino al 1999). É stato inoltre responsabile culturale proprio del sopracitato giornale fondato da Antonio Gramsci. Autore di saggi, ma anche di copioni teatrali, già consulente editoriale di Einaudi, Rizzoli e Baldini&Castoldi-Dalai, ha curato mostre storiche sul teatro, ha diretto con Serena Dandini l’Ambra Jovinelli (dal 2001 al 2007).
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