I quadri di Confagricoltura, nelle figure di Stefano Taras (presidente di Confagricoltura Sassari e Olbia-Tempio) e Daria Inzaina (responsabile regionale della sezione Bovino da carne di Confagricoltura Sardegna), lanciano l’allarme sulla mancanza di risposte della Regione riguardo le vaccinazioni contro la Lingua blu
Le dichiarazioni di Stefano Taras
“Chiediamo notizie alla Regione, e nello specifico all’assessore della Sanità Carlo Doria, sullo stato di elaborazione del Piano di contrasto della Blue tongue per il 2023.Ci sono i fondi per l’acquisto e la somministrazione dei vaccini? Riusciremo a fare i trattamenti entro maggio, così da evitare problemi sulle pecore in gravidanza e la ripresa ciclica dei focolai di lingua blu durante l’estate? Esiste un cronoprogramma? Vi è un quadro dettagliato sul numero di veterinari da mobilitare per le vaccinazioni?
Sarebbe auspicabile che l’Assessorato della Sanità, le Asl territoriali, il coordinamento regionale della Sanità animale e l’Assessorato dell’Agricoltura collaborino, ognuno per le proprie competenze. Solo così le attività di prevenzione saranno avviate nei tempi utili.
Proprio i ritardi delle vaccinazioni sono uno degli elementi determinanti nella diffusione della malattia. La lingua blu causa ogni stagione milioni di euro di perdite per gli allevatori degli ovini e dei bovini da carne.
Predisporre una programmazione seria significherebbe evitare lo sperpero di risorse pubbliche e il ristoro tardivo. Quest’ultimo, tra l’altro mai sufficiente a coprire le perdite reali, viene a volte stanziato agli allevatori con enormi ritardi”.
Le dichiarazioni di Daria Inzaina
Dello stesso avviso Daria Inzaina, responsabile regionale della sezione Bovino da carne di Confagricoltura Sardegna: “Da oltre vent’anni, da quando a inizio 2000 è sbarcata in Sardegna la Lingua blu, il comparto del bovino sta pagando un prezzo altissimo in termini di restrizioni e di danni dovuti ai blocchi della movimentazione.
È impensabile quindi che la gestione epidemiologica sia sempre in forte ritardo. Siamo alla seconda metà di febbraio e dalla Regione tutto tace. Le vaccinazioni dovrebbero partire al massimo entro tre o quattro settimane per assicurare una copertura soddisfacente sulle greggi per l’inizio dell’estate.
La situazione attuale è ancora più preoccupante; a nulla è servita l’emergenza scoppiata in Sardegna appena 6 mesi fa, quando in contemporanea allo svilupparsi dei sierotipi noti di Blue tongue, si è presentato in Sardegna un sierotipo sconosciuto, privo di vaccini. A tutto questo si aggiunge anche la segnalazione della malattia del cervo.
Nonostante la zootecnia regionale abbia a che fare con queste straordinarie condizioni di emergenza di sanità animale, strutture importanti e di eccellenza come l’Istituto zooprofilattico sperimentale (Izs) della Sardegna, non vengono coinvolte e valorizzate a dovere per affrontare queste criticità.
Se si ha a cuore il nostro mondo, la politica regionale – insieme a quella nazionale – si dovrebbe confrontare costantemente con le organizzazioni di categoria. Solo così si può davvero assicurare il giusto sostegno a migliaia di imprenditori. Costoro contribuiscono ogni giorno (e fra mille fatiche) a rendere più forti le eccellenze agroalimentari del made in Italy”.
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