Prima donna sindaca del Dopoguerra, dotata di forte coscienza sociale e politica, Ninetta Bartoli è dimostrazione di tenacia e lungimiranza.
Il vero punto di riferimento di una comunità come quella di Borutta in anni bui nel quale la parola d’ordine era solo una: ricostruzione.
La storia
Ninetta Bartoli nasce da nobile famiglia nel 1896 a Borutta, nel Comune di Sassari, precisamente nella storica regione del Meilogu.
La Bartoli studia all’istituto “Le figlie di Maria”, il collegio più esclusivo e prestigioso della città e cresce in un ambiente ispirato ai principi della fede cattolica.
In questo ambiente conosce il missionario di origini lombarde Giovanni Battista Manzella, personaggio centrale per la formazione della sua coscienza civica: un uomo che si è speso personalmente per rendere l’isola un posto migliore, attraverso la creazione di asili, orfanotrofi e case di riposo.
Durante gli studi conosce e fa amicizia con la sua coetanea Laura Carta che, all’età di venticinque anni, sposa Antonio Segni, autorevole uomo politico: tra i fondatori della Democrazia Cristiana, eletto deputato all’Assemblea Costituente e Presidente della Repubblica dal 1962 al 1964.
Ninetta Bartoli inizia a trovare il suo ambiente all’interno della comunità e a recepire buoni esempi ed insegnamenti.
Per scelta decide di restare nubile, a differenza dell’amica Laura Carta e della sorella.
Il diritto di elettorato attivo e passivo alle donne in Italia…
La Bartoli frequenta gli ambienti culturali ecclesiastici locali e, nel 1945, è eletta segretaria della sezione locale della Democrazia Cristiana.
Queste conoscenze e queste esperienze le torneranno utili l’anno successivo, quando decide di candidarsi a sindaca della città.
Siamo nel 1945 e in Italia le donne non godono del diritto di elettorato, né attivo né passivo: con il decreto luogotenenziale 23, a fine gennaio del 1945, si pone parzialmente rimedio a questa situazione, e alle donne viene riconosciuto il diritto di elettorato attivo (“estensione alle donne del diritto di voto”).
Le donne potevano, dunque, votare, ma non candidarsi: è necessario attendere un altro decreto legislativo emanato l’anno successivo, il 10 marzo del 1946, per consentire la presenza delle donne alle elezioni come candidate.
La Costituzione non era ancora stata promulgata.
… e l’elezione a sindaca della Bartoli
Ninetta Bartoli decide subito di candidarsi.
Forte della sua tenacia ma anche del sostegno della comunità sociale e politica del paese, la Bartoli ottiene l’89% dei consensi, con 332 voti su 371, su tre liste presenti (democristiana, sardista e civica).
L’insediamento con i costumi tradizionali è simbolo del legame con la storia del paese e della forza con la quale ha voluto e perseguito, per i dodici anni in cui ha amministrato Borutta, numerosi progetti per la sua comunità:
case popolari, scuole, asili (così da consentire alle donne di recarsi a lavoro), il cimitero, il Municipio; ma anche una cooperativa, la “Latteria sociale del Meilogu”, gli acquedotti, il sistema fognario e l’energia elettrica.
Il profondo affetto per la città ha guidato il suo lavoro di amministrazione, di ricostruzione della comunità ma anche di salvaguardia del patrimonio culturale.
Progetti di salvaguardia del patrimonio culturale del paese: la Basilica di San Pietro di Sorres
Uno dei suoi progetti più ambiziosi e riusciti, infatti, è quello che riguarda la Basilica romanica di San Pietro, situata nel colle di Sorres: una Basilica edificata tra il XII e il XIII secolo, sede vescovile in decadenza dal 1505, quando la diocesi di Sorres fu soppressa.
Ninetta Bartoli decide, insieme alla sorella, di acquistare il terreno adiacente per donarlo alla comunità monastica e creare una fondazione benedettina in Sardegna: nel 1950 iniziano i lavori di restauro degli ambienti e nel 1955 arrivano i benedettini, assenti dall’isola da secoli.
La Bartoli contribuisce personalmente ed economicamente alla riuscita del progetto.
Il complesso, restaurato e ricostruito, è formato dall’ex cattedrale e dal grande monastero in stile neoromanico. Dal 1970, inoltre, il monastero ospita il laboratorio di restauro del libro, importante punto di riferimento per l’isola e, dal 1974, è elevato al rango di Abbazia.
Il ricordo di Ninetta Bartoli oggi
Ninetta Bartoli amministra il suo paese per dodici anni, fino al 1958. Morirà a Borutta nel 1978.
Il ricordo della sua personalità e del suo lavoro sono, però, presenti ancora oggi e a lei sono, dunque, intitolati:
- Un premio, istituito dalla sezione di Cagliari della Fidapa (Federazione Italiana Donne Arti Professioni e Affari), dedicato alle donne che si sono contraddistinte in ambito sociale, politico, economico o che hanno partecipato al lavoro in generale;
- L’8 marzo 2022 è dedicata, a lei e a Margherita Sanna, pure eletta nel 1946 come sindaca a Orune, un’aula della prima commissione del Consiglio regionale della Sardegna, “Autonomia ed enti locali”;
- Un murale ceramico a Borutta, opera creata da Archimede Scarpa insieme agli artisti de La Volpe e il Riccio.
Attenta interprete dei bisogni della comunità attraverso una politica con caratteristiche e le qualità del femminile, da cui forse sarebbe utile attingere ancora oggi.
Elena Elisa Campanella