Ricorrenza di corpo e delle bandiere di guerra del 151^ e del 152^ reggimento fanteria “Sassari”
Sassari, 2 febbraio 2023. In occasione del 105° anniversario della “Prima battaglia dei Tre Monti“, combattuta e vinta sull’altopiano di Asiago dal 28 al 31 gennaio 1918, la Brigata “Sassari” ha celebrato la “Festa di corpo e delle Bandiere di Guerra del 151° e del 152° reggimento fanteria“.
La vittoria valse la seconda Medaglia d’oro al Valor Militare ai due reggimenti. La storica ricorrenza è stata rievocata dal generale Giuseppe Bossa, comandante della Brigata “Sassari”. Durante una cerimonia tenutasi nella piazza d’armi della caserma “Gonzaga”, al cospetto delle bandiere di guerra delle due unità. Ciascuna delle due è decorata della Croce di cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia, di due Medaglie d’oro al Valor Militare e di una Medaglia d’oro al Valore dell’Esercito.
Nel messaggio augurale rivolto ai reggimenti, alla presenza di autorità cittadine, provinciali e regionali, il generale Bossa ha esortato i sassarini. “Saper cogliere e interpretare al meglio il senso profondo e autentico di un anniversario così epocale, affinché sia un punto di partenza verso i nuovi impegni e le difficili sfide che la nazione vorrà affidarci. E’ una responsabilità che va assunta con l’impegno nell’addestramento e nella crescita professionale. Per essere sempre pronti a servire la Forza Armata e il Paese. E a compiere fino in fondo il nostro dovere in ogni situazione”.
Allo scopo di alimentare la memoria, tenendo vivo il ricordo dei caduti della Brigata “Sassari” al termine della “Battaglia dei Tre Monti”, lo scorso 28 gennaio, a Cagliari, i militari del 151° reggimento hanno concluso una staffetta all’interno delle caserma “Monfenera” percorrendo, nell’arco di 12 ore, la simbolica distanza di 105 chilometri.
FOTOGRAFIE IN ALLEGATO
La battaglia, combattuta per l’intera giornata del 28 gennaio 1918 dal 151° e dal 152° reggimento fanteria della Brigata “Sassari”, vide momenti drammaticamente cruenti nelle contese trincee di Col del Rosso, Col d’Èchele, e Monte Valbella, culminati con la morte del comandante del 151° reggimento. Esaurite le munizioni i fanti si difesero anche con i sassi. Gli austriaci, resisi conto della difficoltà del momento dei sassarini, poiché isolati e senza munizioni, si lanciarono all’attacco sicuri di riconquistare le posizioni perse. Tra i reparti della “Sassari” ci fu un attimo di esitazione, svanito nell’istante in cui ci fu la consapevolezza che indietreggiare avrebbe significato perdere ciò che si era conquistato a caro prezzo e che l’unica alternativa possibile, arrendersi, non era nella loro indole. In quegli attimi terribili il richiamo all’Isola lontana risvegliò l’orgoglio e la fierezza tipica del popolo sardo.
I “diavoli rossi” decisero di contrattaccare all’arma bianca. Dalle file della “Sassari” si levò alto il grido “Avanti Sardegna!”. All’incitamento “Avanti Sardegna!” giunse il grido di guerra “Forza Paris!”, urlato all’unisono, che accompagnò il terribile contrattacco alla baionetta, condotto dai sassarini con la forza della disperazione, disorientando e sorprendendo gli austriaci benché fossero in numero più elevato, ben armati e meglio equipaggiati. Tutto ciò consentì di mantenere le posizioni.Il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale Armando Diaz, nel congratularsi con i sassarini reduci dalla battaglia, ebbe a dire “….Voi non sapete, e forse non saprete mai, quanto avete fatto per l’Italia…”.