Siccità: parola ai geologi dell’Emilia Romagna
Paride Antolini (Presidente Ordine Geologi Emilia – Romagna) : “Le portate giornaliere del Po sono ai minimi storici o comunque inferiori su tutte le sezioni della regione, in Emilia – Romagna.I geologi dichiarano la loro disponibilità al fine di contribuire alle migliori e possibili soluzioni!”
Siccità: parola ai geologi dell’Emilia Romagna
“Permangono situazioni di deficit idroclimatico di lungo periodo soprattutto nelle zone occidentali e centrali dell’Emilia – Romagna. Le portate giornaliere del Po sono ai minimi storici o inferiori su tutte le sezioni della regione.
Allo stesso tempo prendiamo atto dell’impegno in prima linea da parte della Regione attraverso ARPAE che proprio di recente ha convocato la Cabina di Regia.
I Geologi dell’Emilia – Romagna sono ovviamente ampiamente disponibili:
al fine di mettere in campo tutte le azioni necessarie a mitigare il rischio climatico e nello specifico la siccità.
Gli effetti del cambiamento climatico in atto
L’esperienza del Geologo si applica anche allo studio degli effetti del cambiamento climatico in atto.
E’ in grado non solo di intervenire “a posteriori”, nelle fasi emergenziali;
ma anche di fornire un contributo conoscitivo ed applicativo alla pianificazione territoriale e di settore, secondo un’ottica di prevenzione.
La ricorrenza degli eventi siccitosi (registrati almeno 10 eventi “maggiori” negli ultimi 13 anni, a partire da quello epocale del 2003), obbliga ad un serio ripensamento delle politiche di utilizzo delle risorse idriche a cui siamo stati abituati”.
Lo ha affermato Paride Antolini, Presidente dell’Ordine dei Geologi dell’Emilia – Romagna.
“In questo scenario, oltre ad intervenire sulle reti acquedottistiche, secondo una logica solamente di efficienza impiantistica, va tutelata la naturale disponibilità delle risorse.
Come può intervenire un geologo professionista
Ad esempio, il Geologo professionista può intervenire per:
efficientare le captazioni di acque sotterranee – ha continuato Antolini –
esistenti quali pozzi e sorgenti, aumentandone il rendimento in termini di volumi utilizzabili compatibilmente con la locale ricarica naturale delle falde;
reperire risorse idriche ad integrazione di quelle già utilizzate, individuando i contesti idrogeologici più favorevoli;
classificare le captazioni in funzione della resilienza agli eventi siccitosi, indirizzando i Gestori dei locali acquedotti verso una priorità di intervento.
L’alternanza tra siccità e precipitazioni intense
Tra le caratteristiche del “nuovo” clima vi è l’alternanza tra siccità e precipitazioni intense;
queste ultime all’origine di piene improvvise accompagnate dal trasporto di sedimenti anche grossolani mobilizzati dagli stessi alvei che sono origine dei materiali oltre che canali per questi pericolosi trasporti in massa.
In previsione del ripetersi tali eventi, il Geologo contribuisce all’individuazione dei tratti dei corsi d’acqua interessati, con particolare riferimento al reticolo idrografico minore ed all’ambito comunale che costituisce un osservatorio ottimale di questi fenomeni geologici nella fase di innesco degli stessi.
Al censimento, il Geologo è in grado di associare il dato sulle litologie, i bacini, le classi di pendenza, l’uso del suolo che maggiormente predispongono al verificarsi di queste colate di detrito, in presenza di precipitazioni che superano una soglia critica di intensità, ciò essendo più probabile al verificarsi dei cosiddetti temporali autorigeneranti che hanno interessato anche la nostra regione”.
La pianificazione territoriale deve avvalersi della Geologia!
“Sempre in un’ottica di prevenzione, la pianificazione territoriale deve avvalersi del contributo conoscitivo della Geologia, attraverso professionalità in grado di dialogare con i componenti dei gruppi interdisciplinari di progettazione.
A tale scopo, il ruolo del Geologo va ripensato sulla base delle disposizioni della Legge Urbanistica regionale 24/2017, finalizzate al contenimento del consumo di suolo – ha concluso Paride Antolini, Presidente dell’Ordine dei Geologi dell’Emilia – Romagna – nella prospettiva di giungere al saldo zero entro il 2050.
Gli interventi, che hanno ora come ambito di riferimento il territorio urbanizzato, come definito dalla L.R. 24/2017, vanno in ogni caso contestualizzati anche in relazione alle caratteristiche geologiche di un’area più ampia”.