Sabato 25 e domenica 26 febbraio è in programma alle ore 18.30 Sottiliequilibri Fragilirelazioni, il terzo appuntamento con la rassegna “Specchio del fuoco che tutti agogniamo” dedicata al tema del perturbante nell’arte contemporanea. L’evento si terrà a Sassari, presso il centro culturale Il Colombre (via Carso 28). Protagonisti l’artista Danilo Sini e il musicista Claudio Maniga
Nasciamo relati e in relazione, contaminati e contaminanti. Influenziamo il reale e ne veniamo condizionati: un meccanismo insito nella vita, un gioco dell’esistenza.Quello di Sottiliequilibri Fragilirelazioni si configura come un gioco in cui lo spazio, l’immagine, le forme, il pensiero, i corpi e i suoni cercheranno incessantemente un accordo; la relazione si presenterà in tutta la sua potenza e fragilità.
A condurci in un vortice (in cui il perturbante assume la connotazione di tara ingombrante) saranno l’artista Danilo Sini e il musicista Claudio Maniga. A introdurre l’azione artistica sarà l’intervento della critica e storica dell’arte Mariolina Cossedu.
Danilo Sini: brevi cenni biografici
Sassarese, classe 1961, a partire dagli anni Ottanta ha ricoperto un ruolo rilevante nella fase di transizione al Postmoderno caratterizzata dal rifiuto delle grandi narrazioni, dallo sradicamento dei confini e delle convenzioni, dal pluralismo e dalle diversità (assunte come valore).
Il lavoro dell’artista attraversa alcuni dei nodi cruciali del dibattito estetico alla base del nuovo Millennio. Egli gioca con l’alterazione del significato delle immagini, una sorta di metodologia dello scostamento semantico.
Recuperando il fascino degli oggetti, in un insolito connubio di continuità e discontinuità, Danilo Sini sposa approcci diversi per la propria produzione artistica: dai primi interventi sugli elettrodomestici alle installazioni, dagli scatti pittorici alle rielaborazioni fotografiche.
Claudio Maniga: brevi cenni biografici
Nasce a Sassari nel 1980. Inizia il suo percorso musicale nel 1995 da autodidatta, imparando i primi rudimenti del pentagramma con la chitarra e con la batteria. A partire dalla fine degli anni novanta inizia le prime registrazioni in studio di materiale inedito o di arrangiamenti per altre collaborazioni.
Il percorso di ricerca sonora intrapreso, lo porta a interessarsi alle avanguardie musicali del ‘900 (come ad esempio alla tape-music e alla musica concreta, con particolare interesse nei confronti di quella elettronica tedesca degli anni settanta definita “Berlin School” o “Kosmiche Muzik”).
Le sue prime produzioni elettroniche risalgono al 2020. Per realizzarle ha fatto unicamente uso di due sintetizzatori analogici, rinunciando quindi del tutto all’ausilio del computer.
Alcuni di questi lavori sono stati incisi su nastro magnetico variandone la velocità di registrazione, quindi l’altezza timbrica, e sovrapponendo alle tessiture “sintetiche” le melodie e i rumori ambientali catturati in giro per la città o nelle zone campestri. Maniga li ha poi sovrapposto a suoni di padelle, di campane o di conversazioni varie: il fine ultimo è stato creare un tessuto sonoro eterogeneo.
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