«L’ultima decisione del Governo sul Superbonus mette a repentaglio migliaia di imprese e decine di migliaia di posti di lavoro. Ancora una volta, senza alcun confronto con la rappresentanza della filiera delle costruzioni, vengono assunte decisioni che modificano le “regole del gioco” a partita in corso. L’operazione appare tanto più scellerata se si considerano le motivazioni addotte come giustificativo basate su dati parziali e privi di una più ampia valutazione complessiva».
È il commento amareggiato del presidente dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Cagliari Michele Casciu. Prosegue: «Una decisione, quella del Governo, improvvisa. Inoltre, non tiene in considerazione quanto affermato, attraverso analisi e studi approfonditi, da primari Istituti quali fra gli altri NOMISMA e la LUISS. Loro dimostrano, invece, la sostenibilità economica e sociale della misura.
Il risultato è una confusione che pagheranno salato migliaia di imprese, professionisti e committenti. Ma sono ormai al collasso e in crisi di liquidità. La loro unica colpa sta nell’aver rispettato le regole di uno Stato che improvvisamente ha cambiato idea; “rimangiato” la parola data rende impossibile la cessione dei crediti e il proseguo dei lavori.
Ancora una volta si favoriscono esclusivamente i ceti con maggiore capienza fiscale. Si mettono invece a rischio gli impegni assunti con sacrificio dalle famiglie per il miglioramento delle loro abitazioni.
Oltre a tutto ciò, come pensa il Governo di raggiungere gli obiettivi di risparmio e autonomia energetica?
Con questa decisione si sta rendendo la strada ancora più accidentata. In previsione degli obblighi che entreranno in vigore con la Direttiva EPDB sull’efficientamento energetico degli edifici, serve la capacità di una visione ampia e organica che garantisca il lavoro dell’importante filiera delle costruzioni.
Ciò che altresì appare incomprensibile è l’atteggiamento “ideologicamente” orientato e sordo a ogni appello da parte delle innumerevoli associazioni di categoria.
A gran voce, da lungo tempo infatti, da ABI ad ANCE, dalle Associazioni Condominiali alle Reti delle professioni Tecniche, dagli Ordini Professionali a Confedilizia e a CNA, vengono richiesti interventi risolutivi rispetto al blocco nella cessione dei crediti».