Francesco Accardo, 30 anni, ingengnere di Cagliari, ha attraversato l’Italia da Sud a Nord in bicicletta.
Pedalando da Cagliari passando per la Sicilia e sù fino al Tirolo, Francesco ha visitato l’Italia proprio dopo il lungo isolamento imposto dal Covid-19.
Francesco, cosa fai nella vita?
Io sono ingegnere e Presidente dell’Istituto culturale “Fondazione Siotto”, ma mi occupo anche di marketing e progettazione.
Sei un ciclista professionista o lo sei stato in passato?
No, sono uno sportivo, ho praticato calcio a 5. Qualche tempo fa mi sono infortunato al ginocchio, ho subito quattro operazioni quindi sono rimasto fermo per un po’. Durante il lockdown mi sono ripreso dall’infortunio e sono tornato in forma, giusto in tempo per farmi venire questa idea del tour in bici.
Come mai hai deciso di compiere questa impresa sportiva?
Ho sempre sognato di farlo, ci avevo già pensato per l’anniversario dell’Unità d’Italia, in omaggio alla coesione tra regioni. Poi motivi di studio e lavoro ho sempre rimandato, poi è arrivato il covid, mi sono rimesso in forma e ho capito che era il momento giusto. Ho organizzato il tour molto in fretta, nel giro di dieci giorni ero pronto.
Hai sempre pensato di farlo da solo o semplicemente non hai trovato una persona coraggiosa che ti accompagnasse?
No, l’ho sempre immaginato da solo. Per stare coi miei pensieri e godermi la solitudine.
Che bici hai utilizzato? Ho letto che ha anche un nome, giusto?
E’ una Olmo di 24 kg a pedalata assistita. E’ la tipica bicicletta da touring, capace di rendere a lunghe distanze e pesa 24kg. Si chiama Meraki ma non sono stato io a dargli questo nome, non sono abituato a dare nomi alle cose.. ma un mio amico che mi segue sui social me l’ha suggerito. Il nome viene dal greco e significa “dare l’anima nel fare qualcosa”.
Puoi descrivere il percorso che hai fatto?
Sono partito da Cagliari in nave e sono sbarcato in Sicilia, a Palermo. Da lì ho fatto tutta la settentrionale sicula passando per Cefalù, Capo d’Orlando arrivando a Messina, dove ho preso il Caronte per la Calabria. Anche qui ho attraversato il tratto costiero facendo tappa Tropea, Amantea e Cosenza. Poi Matera, il Gargano, Pescara arrivando fino al Gran Sasso. Ho fatto tappa anche a l’Aquila, e poi Spoleto, Assisi, Gubbio, Urbino, Ravenna, Ferrara e su in Veneto a Padova e Mestre. Ho finalmente raggiunto le Alpi arrivando fino a Predappio, sulla vetta d’Italia.
L’ultimo pezzo verso la Toscana l’ho fatto in treno arrivando fino a Roma e da Civitavecchia ho preso il traghetto di ritorno.
Quanti km hai percorso in tutto e quanto ci hai messo in termini di tempo?
Ho percorso poco meno di 2.700 km. Per arrivare alla vetta d’Italia ci ho impiegato 33 giorni, in tutto una decina in più.
Hai fatto tutte strade interne?
In realtà ho percorso le strade statali, le strade interne possono essere difficili da attraversare, sono molto più lunghe ed è più facile bucare le ruote o perdersi per la campagna.
Hai avuto difficoltà particolari, qualche imprevisto?
Ho sforato due volte ma ho riparato subito con la pompa e più avanti ho trovato assistenza subito grazie al cellulare.
Come era organizzata la tua giornata in bici? Dopo un tot di km facevi pausa o ti fermavi quando c’era qualche sito importante da vedere? E dove hai alloggiato?
Ho fatto tra in media 80 km al giorno di media, ma mi fermavo volentieri a godermi il panorama e le meraviglie del posto. Avevo un percorso in testa ma niente di preciso, di notte non sapevo dove avrei alloggiato fino a poche ore prima.
Ho visto su Instagram che hai messo le storie di tutte le regioni italiane, qual’è quella che ti ha colpito di più?
La Calabria è la regione che mi ha sorpreso, sia per la bellezza delle coste che per le montagne alte dell’Appennino. E mi ha sorpreso Cosenza, con un bellissimo centro storico pieno di piste ciclabili. E poi le Dolomiti, anche perché le conosco molto bene, ci vado ogni anno. Due mete agli estremi insomma.
E parlando di Sardegna, quanta differenza c’è secondo il tuo punto di vista tra la nostra isola e il continente?
Ho fatto tanti confronti ma non sono giunto a una sintesi. Al momento non saprei dire cosa è meglio e cosa è peggio, sicuramente ci sono delle cose che dovremo imparare dal punto di vista turistico. Poi dovremmo porre maggiore attenzione nel conservare al meglio il nostro patrimonio ambientale. Mi chiarirò sicuramente le idee quando la attraverserò in bici quest’autunno.
Ora che sei tornato cosa ci dici dell’Italia dopo averla girata in lungo e in largo in questo momento difficile?
Ho conosciuto tanti giovani che hanno una gran voglia di fare e tante persone con uno spirito acceso e giovanile. C’è anche un po’ di rabbia dovuta alla situazione generale ma ho visto un popolo molto rispettoso delle regole anti covid. Un’ultima cosa che tengo dire è che ora che l’ho fatto vorrei averlo fatto prima. Ho già in mente il prossimo viaggio per l’estate prossima. Non so ancora i dettagli ma in futuro organizzerò qualcosa di simile ma più ambizioso.
Gloria Cadeddu