Lo scandalo è scoppiato questo mese con la diffusione della delibera 8/2023 della Corte dei Conti. Delibera in merito ai 330 milioni di euro finanziati con i fondi del Pnrr per piantare da qui al 2024 6,6 milioni di alberi nelle nostre 14 città metropolitane. Ma a Milano ed a Firenze mancano addirittura gli spazi per piantumarli e la situzione non migliora nella maggior parte delle altre città.
Ben 1,65 milioni di alberi sarebbero dovuti essere stati piantati entro il 31 dicembre 2022. Tuttavia solo 5 città metropolitane sono riuscite ad essere performanti.
Alberi fantasma: la situazione nelle città
Bari dove «sono stati individuati i vivaisti che dispongono del materiale forestale». Bologna dove «le operazioni di messa a dimora sono state effettuate per complessive 1100 piante circa». A cagliari invece «sono stati presi accordi per l’acquisto di 190 mila piantine da mettere a dimora». Torino dove «è emersa la conformità con quanto progettato, pure evidenziando l’elevato numero di piante seccate o danneggiate». E Infine, Venezia dove «si prevede la messa a dimora di postime nelle aree individuate per i rimboschimenti» si apprende dalla Tabella 3 di sintesi dei riscontri pervenuti alla Corte dei Conti da ciascun comando locale dei Carabinieri Forestali.
Nelle altre 9 città, invece, la situazione non è affatto rosea. A Catania «non è stata messa a dimora alcuna essenza forestale». Per quanto riguarda Messina «non sussistono progetti in “essere”». A Napoli «progetti in essere: progettazione». Reggio Calabria «l’area versa in stato di abbandono con gli alberi soffocati da piante infestanti». Infine, a Palermo «lavori sospesi, non è stata messa a dimora alcuna essenza forestale».
Peggio ancora a Genova dove si è avuta «la previsione di utilizzo di due specie arboree con areale fitoclimatico non compatibile con quello dell’area oggetto degli interventi». A Milano con «gara deserta» perché «le prescrizioni ministeriali rendono irrealizzabile il progetto ammesso a finanziamento». Firenze invece è «esclusa dall’assegnazione dei fondi PNRR perché non è stata in grado di reperire la superficie minima da rimboschire pari a 30 ettari». E a Roma Capitale perché «la semina in vivaio non può essere assimilata alla forestazione urbana e, pertanto, neanche essere oggetto di collaudo ai fini del raggiungimento degli obiettivi del PNRR».
«Il punto è proprio su questo: il Pnrr chiede alberi, non semi. Una cosa è piantare un seme ed un’altra cosa è piantumare un’albero» ribadisce Giorgio Mottironi, CSO e co-fondatore della società benefit Ener2Crowd nonché Chief Analyst del GreenVestingForum, il forum della finanza alternativa verde.
Sono anni che Ener2Crowd.com si batte per contrastare il preoccupante fenomeno del Greenwashing. Prende una posizione molto forte anche in relazione agli ultimi Mondiali di Calcio. Quando il Qatar aveva promesso che il torneo si sarebbe disputato a zero emissioni di CO2. Invece ha generato 3,6 milioni di tonnellate di CO2.
Anche sugli “alberi di facciata”, Ener2Crowd.com aveva lanciato l’allarme in occasione del primo GreenVestingForum che si è tenuto a Milano lo scorso ottobre, scendendo in campo sulla specifica questione dei semi.
Sulla riforestazione la piattaforma, che è anche una società benefit, investe già molto, ma poi controlla e verifica che gli alberi siano effettivamente piantati, che crescano e siano in buona salute. Altrimenti poi ogni sforzo si vanifica.
Niccolò Sovico, CEO, ideatore e co-fondatore della società benefit proprietaria della piattaforma Ener2Crowd.com:
«Proprio per questo ci siamo dotati di un comitato etico e per la riforestazione abbiamo scelto un partner di indubbia moralità quale ZeroCo2»
L’impegno, naturalmente, è anche in ambito finanziario, perché non basta piantare alberi per salvare il pianeta. «Il portafoglio di investimento e risparmio green di Ener2Crowd è ad oggi l’unico in grado di garantire la veridicità di impatti ambientali».
Ener2Crowd ha già sviluppato una tecnologia in grado di monitorare e certificare le riduzioni di emissioni climalteranti. E finalmente potrà garantire un mercato dei crediti di carbonio efficace e trasparente. E questa tecnologia è stata presentata con grande successo negli Stati Uniti. Grazie ad un’iniziativa dell’Istituto per il Commercio Estero (ICE) sotto l’indirizzo e vigilanza del Ministero delle Imprese e del Made in Italy e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
A questo, non meno importante nel contrastare i fenomeni di ecologismo di facciata in ambito finanziario, si somma l’Indicatore di Sostenibilità dell’Investimento messo a punto da Ener2Crowd.com per capire se un investimento sia davvero «green» e sostenibile.
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