Arriva il rugby in carrozzina con la prima di campionato
Il team di rugby in carrozzina di Sardegna Sport è pronto a misurarsi con le forti compagini del continente che partecipano al Campionato Italiano.
Una bella novità di casa Sardegna Sport esce allo scoperto. Quella che si terrà il primo e il due aprile 2023 presso il campo romano della Fondazione Santa Lucia è la seconda tappa. Nella prima il club cagliaritano ha riposato. L’unica sfida che caratterizzerà il suo esordio è alle ore 15 di sabato. Si svolgerà contro i vice campioni d’Italia della Polisportiva Milanese. I curiosi potranno vederla in diretta streaming sulla pagina Facebook della FISPES (Federazione Sport Paralimpici e Sperimentali).
Fanno parte della competizione anche Romanes Ares Rugby Roma, Mastini Cangrandi Verona, Padova Rugby e H81 Vicenza.
La polisportiva presieduta da Luciano Lisci è decisamente disinteressata al risultato finale. L’esser riusciti a costituire un team è già un grandissimo successo. Solo da gennaio i sette ragazzi allenati da Nicola Marcello (vedere intervista in basso) hanno avuto in dotazione le carrozzine da gara arrivate dalla Germania, grazie ai fondi dell’otto per mille destinati dalla Chiesa Valdese. Tuttavia le sedute di allenamento sono cominciate nell’ottobre del 2021.
In campo si entra in quattro, ma tutti e sette non vedono l’ora di acclimatarsi in un contesto agonistico dove le altre avversarie vantano un’esperienza decennale.
La spedizione verso la capitale sarà formata dai seguenti giocatori: Giovanni Ambus (maglia n.14), Andrea Lorrai (3), Giovanni Melis (5), Simone Melis (13), capitan Stefano Perra (23), Fabio Sanna (4), Salomon Menana Abaga Ocomo (22). Lo staff tecnico, oltre che da Marcello, è composto dall’ex velocista di fama internazionale Sandro Floris (entrambi collaborano con la famigerata società del Rugby Capoterra con cui la Sa.Spo. sta stringendo un proficuo rapporto di collaborazione), dal neolaureato Sandro Carrone e dal delegato regionale FISPES Carmelo Addaris, saspino della prima ora che non rinuncia mai a condividere con gli sportivi paralimpici la sua invidiabile esperienza pluriennale.
Importante anche l’apporto del meccanico Roberto Perra, papà del giocatore Stefano e poi non può mancare il supporto societario costante che viene garantito dal vicepresidente SA:Spo. Antonio Murgia e dal dirigente Claudio Secci, papà di Francesca, nuotatrice che ha partecipato a due paralimpiadi. Essenziale la presenza dell’autista Giorgio Loi che accompagna i giocatori agli allenamenti con il pulmino a loro riservato.
Il gruppo non è passato inosservato agli occhi della Federazione e il tecnico della nazionale Franco Tessari è ormai di casa negli impianti di Selargius perché con grande disponibilità è già venuto a far visita ai giocatori e a dispensar loro consigli da tenere bene a mente.
Gli allenamenti son diventati ancor più consistenti da quando la società Basket San Salvatore Selargius ha messo a disposizione il pallone di via Vienna: tutti i sabato mattina lo staff del rugby in carrozzina è ospite della struttura. Una nota di merito dei protagonisti è che raramente bucano gli allenamenti, e quando lo fanno è solo per questioni sanitarie legate alla tetraplegia e alla paraplegia di cui sono affetti.
Dopo l’esperienza laziale, seguirà l’appuntamento a Vicenza del 20-21 maggio dove affronteranno i padroni di casa e i Mastini. L’ultimo concentramento è previsto a Cagliari (7-8 ottobre 2023) e per l’occasione si vogliono fare le cose in grande, coinvolgendo più persone possibili.
Nicola Marcello: “L’inizio di una bella avventura”
Ha accettato con grande entusiasmo questa scommessa. In gioventù giocatore di basket, e lanciatore di martello, collaboratore pluriennale del Rugby Capoterra, il commercialista cagliaritano (di Castello) Nicola Marcello si è calato naturalmente nella parte, interagendo in maniera molto empatica con i suoi giocatori.
Nicola, da questa prima sfida può cominciare una storia ricca di soddisfazioni.
L’ambiente è bello, mi sto misurando con persone diventate particolari per quello che hanno dovuto subire nella loro vita. Ogni qual volta facciamo allenamento si dà vita ad una soluzione di emozioni indescrivibili. Hanno sempre messo volontà, grinta e voglia.
Solo da gennaio potete fare allenamenti veri e propri
È tutta un’altra cosa lavorare con l’impatto, elemento basilare di questo sport. Prima abbiamo dedicato molto spazio alla parte fisica, e tecnica con i passaggi e gli spostamenti. Ma quella tattica è la parte più complicata del gioco che ha regole stringenti. Possiamo assimilarlo ad una gara di basket quattro contro quattro. Il regolamento, complesso, impegna molto la testa. Si deve stare attenti a dove e a come si sta in campo, al tempo limitato a disposizione per completare l’attacco. Le infrazioni che si possono commettere sono davvero tante.
Anche la scelta della formazione deve essere studiata a tavolino
Ogni giocatore ha un punteggio proporzionale alla sua invalidità; viene assegnato da una commissione medica. Un tetraplegico che ha difficoltà nel movimento e nello sforzo delle braccia, o nel movimento e nella forza delle mani avrà un punteggio ridotto. Un paraplegico, avendo meno problemi, ce l’avrà più alto. In campo può entrare un complessivo di punteggi mai superiore a otto. Solitamente la formazione che entra in campo è composta da tre tetra e un paraplegico, ma può essere anche un focomelico o poliomelitico o comunque chiunque abbia la mobilità del tronco delle braccia e delle mani prende un punteggio molto alto.
Cosa vi aspettate da questo campionato?
Contiamo di fare una bella esperienza, di andare avanti con il nostro progetto, di interessare più atleti possibili. L’ambizione è di portarne sempre di nuovi al campo ad allenarsi con noi. La nostra squadra vuole divertirsi, fare conoscenza, stare assieme ad altre persone che hanno problematiche simili. Il tutto orientato allo spirito dello sport.
Come stanno vivendo la vigilia i giocatori?
Per loro è un’emozione nuova e ne prendono atto. Probabilmente nel primo tempo non sapremo neanche dove saremmo messi in campo, ma i nostri valori sono quelli di non mollare mai; qualsiasi sia il risultato continueremo a giocare con la stessa intensità, in segno di rispetto per noi e per gli altri che ci hanno permesso di fare questo. E anche per rispetto degli avversari ai quali non si devono regalare punti.
Avversari che forse non hanno bisogno di regali.
Incontreremo profili che sanno stare in campo meglio di noi e i ragazzi lo sanno. Il tempo per avere ambizioni di classifica e di risultati lo avremo più avanti. Essendo agonisti andremo comunque con in testa la vittoria e se il risultato non arriva dobbiamo essere in grado di dare tutto quello che abbiamo dentro.
E poi non trascuriamo il fattore emozionale: per molti di loro è la prima volta che si trovano a fare una vita di squadra e stanno metabolizzando il concetto che il lavoro di uno vale come lavoro per tutti.