Cento anni di aeronautica militare in Sardegna possono bastare
Celebrazioni e attenzione mediatica per il centenario dell’Aeronautica militare compiuto martedì 28 marzo, nei siti militari aeroportuali, in particolare Decimomannu, Perdasdefogu (PISQ, Poligono interforze del salto di Quirra) l’aeroporto militare di Alghero, Monserrato
Attenzione mediatica che non c’è stata per le manifestazioni pacifiste che hanno avuto luogo in particolare a Cagliari ad un anno dall’inizio della guerra in Ucraina. Per l’Aeronautica militare partecipazione di autorità, ricordi storici e celebrazione dei tipici valori: patriottismo, efficienza, abnegazione, eroismo. L’aeroporto militare di Decimomannu ha vantato la scuola piloti degli F35, il bombardiere discusso per gli elevatissimi costi e per la capacità di imbarcare e rilasciare bombe atomiche, l’aeroporto di Alghero fondato in pieno fascismo, bombardato dagli alleati, ospita attualmente un elicottero di AREUS, agenzia regionale di pronto intervento.
Davanti agli studenti dell’IPSIA di Perdasdefogu il PISQ mette in mostra il razzo Alfa, sperimentato nel poligono tra il 1975 e il ’76, la cui funzione decadde in seguito agli accordi di non proliferazione nucleare, che ora vengono stracciati a causa del conflitto in Ucraina. Nessuno avanza neanche un vago sentore di inquietudine a queste celebrazioni, che vogliono al contrario ispirare fiducia: “in volo verso il futuro” è il motto del centenario, nella stessa ottica in cui, da parecchio tempo a questa parte il mondo militare fa propaganda di sé stesso nelle aule scolastiche o con studenti in alternanza scuola lavoro, per rendersi interessante, motivante, pervasivo della quotidianità e dell’educazione.
E infatti le celebrazioni sono affollate di alunni delle scuole, in qualche caso portati in uscita didattica alla base dal pullman dei militari; come gli studenti del corso Manutenzione e Assistenza tecnica dell’Istituto d’Istruzione superiore “Piazza Sulis” di Alghero.
I siti militari e le controversie
Osserviamo però che i siti militari non sono luoghi per il recupero della storia e della cultura; sono ambienti in cui si preparano le guerre, che non hanno praticamente mai un senso difensivo; luoghi che hanno piuttosto il carattere dell’aggressione (ciò che l’art.11 della nostra Costituzione ripudia); come quegli aerei da combattimento che sono partiti da Decimomannu per bombardare la Libia.
E che dire dell’Aviazione militare israeliana tornata ad esercitarsi nell’aeroporto di Decimo dopo una pausa di alcuni anni? Parliamo dell’aspetto più innominabile dell’attività militare quello legato ai conflitti e alle sanguinose prove di forza in cui a perdere la vita sono soprattutto civili.
Nei discorsi celebrativi non si fa mai menzione di queste cose, e ai convenuti, in larga parte studenti, viene passato un messaggio rassicurante. Eppure siamo ad un passo dall’essere coinvolti direttamente nella guerra russo-ucraina; che è quanto di più lontano possibile dagli interessi della popolazione e che non esclude l’escalation nucleare con i conseguenti orrori.