Bambini a lezione di buon cibo e di stagionalità, per prevenire l’obesità. Domani a Sestu verrà celebrata la World Obesity Day, una giornata di educazione alimentare rivolta alle scuole dal titolo “Mangiare meglio per crescere bene”.
Coldiretti Sardegna: a Sestu bambini a lezione di buon cibo in occasione della Giornata Mondiale dell’obesità
Alle ore 9 nella sala consigliare del Municipio, con l’organizzazione del Comune in collaborazione con l’Arnas Brotzu, Coldiretti Sardegna e il Mercato Ortofrutticolo, per tutta la mattina ci saranno delle attività e laboratori; che vedranno la partecipazione degli alunni delle scuole secondaria di primo grado e primaria, destinatari del messaggio che uno stile alimentare sano aiuta a ridurre il rischio di obesità e previene anche l’insorgere di altre malattie.
Apriranno l’evento alle 9 la sindaca Paola Secci e il dottor Giovanni Fantola.
A seguire il laboratorio a cura delle imprenditrici agricole di Coldiretti Donna Impresa Sardegna; guidate dalla responsabile regionale Elisabetta Secci che verterà sull’importanza della stagionalità dei prodotti agricoli.
Si passerà poi alla pratica con i piccoli che faranno una merenda rigorosamente di stagione. Spazio poi agli interventi di educazione alimentare a cura del dottor Stefano Pintus e della dottoressa Martina Pusceddu e infine si chiuderà la mattinata con la proiezione di un video didattico a cura di Coldiretti Donne Impresa.
Dichiarazioni
“L’educazione alimentare, l’attenzione al buon cibo e alla stagionalità come prevenzione dell’obesità fin da piccoli, è uno dei temi cari di Coldiretti Donne Impresa –
spiega Elisabetta Secci –.
Ogni anno Coldiretti incontra oltre mezzo milione di bambini a livello nazionale, dei quali oltre 20 mila in Sardegna”.
Si stima che in Italia il 42% dei bambini tra i 5 e i 9 anni è obeso o in sovrappeso – secondo una analisi della Coldiretti sul Rapporto 2022 dell’ufficio europeo dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) – con un risultato che è il peggiore dell’Unione Europea, dove la media è del 29,5%, e un impatto potenzialmente devastante sulla salute delle giovani generazioni.