“Il nostro inconscio uccide anche per le piccolezze (…) così anche noi, considerati in base ai nostri inconsci vuoti di desiderio, altro non siamo, come gli uomini primordiali, che una masnada di assassini”.
(S.Freud)
Non aggiungeremo ulteriori dati oltre a quelli che sono già, tristemente noti, sul femminicidio in Italia. A essere ricercate sono, nel saggio di Giovanna Mulas L’assassinio della Grande Madre, le ragioni storiche e antropologiche dietro questa piaga della nostra società. Dalle culture pagane della dea Giunone, Iside, della Madre Terra, donna e sacro erano due concetti inscindibili e l’uomo tributava a esse rispetto e venerazione. La vita, come dono, come grazia, aveva origine dalla terra, dalla donna e così il futuro di tutti gli uomini. Il senso del sacro, il valore della vita e del futuro costruiscono le basi per le prime comunità di uomini, condizionandone le leggi e le credenze collettive.
“Il culto della Grande Madre risale al Neolitico, se non addirittura al Paleolitico. Teniamo conto del ritrovamento in tutta Europa di numerose figure di donne dai seni prosperosi e il ventre gonfio. Essi sono “tutti aspetti legati alle fertilità”, spiega l’autrice. “Con il passare del tempo la Magna Mater è stata rappresentata in svariate forme. Addirittura moltiplicandosi in diverse divinità femminili all’interno della stessa religione. Al fine di metterne in risalto i diversi aspetti ora legati alla fecondità della terra ora alla fertilità e alla sessualità, ora all’alternarsi delle stagioni”.
Nelle nuove società, un fatto irrompe nella storia, una nuova donna si impone nelle credenze collettive: Eva, madre di tutte le donne, figlia non della terra ma della carne stessa dell’uomo, macchia indelebilmente il destino delle donne tutte col suo peccato e il suo tradimento. Lilitih, compagna di Adamo per 130 anni, nel Talmud viene descritta con la faccia da donna, i capelli lunghi, le ali, il volto orribile. E così, da forza creatrice la donna diventa origine stessa del peccato e delle sofferenze delle donne e, soprattutto, degli uomini.
Cambia la cultura e di conseguenza cambia il valore e il significato degli uomini e del rapporto tra loro stessi. Perso l’ideale senso del sacro tutto diventa strumento di potere e di ricerca dello stesso.
La donna è la ragione della debolezza umana, del cedimento al potere, ma l’aquila non deve superare gli agnelli.
Quindi, quale strada per superare questa emergenza culturale e antropologica? “Fondare la nostra convivenza su un nuovo umanesimo: le generazioni che verranno dovranno essere in grado non solo di svincolarsi da un’economia e una politica di guerra o di emergenze naturali, ma di cavalcare il potere dato dalla conoscenza, non separandolo dalla riflessione sul nostro destino comune”. Conclude Mulas. “La questione è profonda: riguarda il ruolo della nostra specie all’interno dell’evoluzione della vita sulla terra”.
“Abbiamo scelto di pubblicare questo saggio di Giovanna Mulas per offrire uno strumento concreto di riflessione nella lotta contro quel tipo di cultura subdolamente patriarcale che vuole legittimare la violenza, in ogni sua forma nei confronti delle donne”, spiega l’editore Salvo Bonfirraro. “Il femminicidio è un problema culturale ed è con la cultura, una cultura diversa fatta di conoscenza, informazione e rispetto che vogliamo combatterlo”.
L’assassinio della Grande Madre sarà disponibile in tutte le migliori librerie e store online e sul sito di Bonfirraro Editore, da venerdì 3 marzo.
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