Giustizia, Moretti: “Bene proposta abrogazione reato di tortura”
“Sia nel corso di audizioni presso le competenti commissioni parlamentari che in tutte le sedi istituzionali e politiche, avevamo messo in guardia sugli effetti deleteri che sarebbero scaturiti dall’introduzione di norme che avrebbero esposto gli appartenenti alle forze dell’ordine a denunce strumentali. Queste, per il solo fatto di aver adempiuto ai propri compiti istituzionali per ripristinare l’ordine e la sicurezza pubblica. Non possiamo che rivolgere un plauso a chi finalmente vuole superare questa aberrazione normativa; un’abrogazione che ha solo contribuito ad imbavagliare il lavoro professionalmente ineccepibile delle forze dell’ordine ed in primis della polizia penitenziaria. Sì, gettando discredito e scalfendo anche la determinazione con cui opera ogni giorno. Si districa, lo sappiamo, tra mille problemi indipendenti dalla propria volontà all’interno delle carceri sovraffollate”.
Questo il commento del Presidente dell’Unione Sindacati di Polizia Penitenziaria (USPP). Era successivo alla notizia della presentazione di un proposta di legge da parte di alcuni parlamentari di Fratelli d’Italia. La proposta riguardava l’abrogazione degli articoli 613 bis e 613 ter del codice penale. Introducevano nel 2017 il reato di tortura su spinta del Consiglio d’Europa e delle Nazioni Unite.
“Le censure dell’Europa si riferivano in particolare alla condizione di sovraffollamento delle carceri. Nulla hanno a che vedere con maltrattamenti e comportamenti configuranti la tortura. Sicché dal 2017, anno di introduzione delle norme, mantenere con difficoltà l’ordine, la sicurezza e la legalità all’interno delle carceri espone la polizia penitenziaria ad una sequela di denunce. Avviati anche diversi processi mediatici prima e poi nelle aule di giustizia. Ma qui, la norma è stata applicata in maniera incontrollata. E proprio a causa della genericità della fattispecie”.
Il Presidente USPP sulla giustizia
“Ogni giorno nelle carceri accadono eventi critici. Il personale di polizia penitenziaria è pronto ad indossare bodycam proprio per dimostrare la correttezza nei propri comportamenti. Nel caso delle assoluzioni di queste ore degli imputati per il caso “cella zero” del carcere di Poggioreale, sono costretti a difendersi da accuse infamanti, ovvero del tutto sproporzionate rispetto alla realtà dei fatti. Casi che hanno visto condanne per un reato che di fatto si è rilevato impossibile non commettere nel contrastare eventi critici in carcere per i quali occorre l’uso della forza“.
Mentre si attende con fiducia l’esito finale diversi i processi che vedono imputati molti agenti del reato che si intende superare, costretti a difendersi a causa di una norma che ha anche limitato e condizionato l’azione di repressione dei reati, per il rappresentante USPP “le dichiarazioni roboanti rilasciate da chi come l’Onorevole Ilaria Cucchi, oggi siede negli scranni del parlamento e che ricordiamo fu sin troppo tempestiva nell’accusare accusare gli agenti di polizia penitenziaria poi tutti assolti per il caso del suo congiunto, lasciano ben capire che è proprio cancellando la caccia alle streghe unitamente alla volontà di punire oltre il normale, chi tra le forze dell’ordine, compie tali comportamenti, che si permetterà alla stragrande maggioranza degli operatori di tornare ad adempiere correttamente ai propri compiti anche assicurando alla giustizia coloro che tradiscono il proprio alto compito istituzionale.”
L’auspicio del Presidente USPP dunque è che “si fermino i processi mediatici all’operato della polizia penitenziaria e si ridia serenità a chi ogni giorno recandosi al lavoro rischia la vita, basta guardare le continue aggressioni fisiche dei detenuti che subisce ogni giorno, senza alcuna volontà di torturare nessuno”.