Infermieri di Nursing Up
Infermieri di Nursing Up. «Le nostre richieste presentate sul tavolo del Ministro Schillaci, lo scorso 29 dicembre, potrebbero trovare riscontro nel Decreto Omnibus sulla Sanità che sta prendendo forma in seno al Governo.
Confidiamo nelle risposte che attendiamo da tempo, e che dalle parole si passi presto a fatti che, come promesso dal Ministro, dovrebbero arrivare già prima dell’estate». Infermieri di Nursing Up:Retribuzioni finalmente più consone, nuovi passi in avanti verso una libera professione senza vincoli, maggiori chance di carriera, nonché riorganizzazione del sistema con turni meno massacranti.
«Lo scorso 29 dicembre una nostra delegazione ha presentato una serie di concrete proposte.
Queste in relazione alla indispensabile valorizzazione economico-contrattuale degli infermieri e degli altri professionisti del comparto.
Le istanze sono state, in prima battuta, in quella giornata, accolte con molto interesse, e le proposte presentate attendevano sviluppi importanti.
Ci riferiamo, prima di tutto, alla nostra richiesta, presentata al Ministro, in merito allo sblocco definitivo del vincolo di esclusività per gli infermieri.
Relegati da troppo tempo a “ultimi della classe”, come confermato da autorevoli report e da dati schiaccianti.
Non mancammo in quell’occasione, oltre a quello degli infermieri, di rivendicare il ruolo chiave, nell’ambito del nostro sistema sanitario, delle nostre ostetriche.
Apprendiamo, negli ultimi giorni, del grande fermento al dicastero della Salute.
In merito a possibili e decisivi cambiamenti, sui quali, ne siamo lieti, in prima persona il Ministro ci sta mettendo il suo impegno.
Che sia davvero la volta buona?
Non possiamo cha accogliere positivamente le proposte di Schillaci, in particolare in merito alla realtà infermieristica.
Questo dovrebbe significare, ma come accade in questi casi il condizionale è d’obbligo, che qualcosa si sta muovendo.
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.
«L’impegno in prima persona del Ministro Schillaci, e le dichiarazioni rilasciate negli ultimi giorni ai media, dimostrano apertamente che qualcosa di importante “bolle in pentola”.
Schillaci non ha mancato di toccare il tema caldo della carenza di personale, piaga da risanare se davvero si vuole ricostruire dalle fondamenta il sistema.
Da parte del Governo, registriamo, in tal senso la massima attenzione e la volontà di dare risposte chiare in tempi brevi.
Secondo Schillaci per rendere più attrattiva la professione infermieristica bisogna da una parte “rivalutare il trattamento economico”.
E dall’altra valorizzarla “dentro una rete assistenziale potenziata, che permetta anche una migliore organizzazione del lavoro.
Lo scopo è rendere quest’ultimo più gestibile, senza più turni massacranti e con il rischio che questi possano ripercuotersi sulla qualità dell’assistenza”.
Non dimentichi il Ministro , che “tutti gli infermieri” e tutte le ostetriche italiani attendono di essere valorizzati.
E che è l’intera professione ad attendere cambiamenti strutturali, indipendentemente dal posto dove il professionista presta servizio.
E poi va riconosciuto e valorizzato il servizio prestato in setting ad elevata intensità assistenziale, e qui non si parla solo dei pronto soccorsi.
Schillaci ha chiarito che “L’obiettivo è avere una rete territoriale moderna, fortemente integrata e in grado di garantire a tutti equità di accesso alle cure.
È evidente che occorre accompagnare questo processo con investimenti sul personale.
Siamo al lavoro per potenziare gli organici e, se serve saremo pronti ad agire ulteriormente sui vincoli di spesa”.
Ma è in particolare sulla libera professione e sullo stanziamento di nuove risorse, i temi caldi della nostra proposta del 29 dicembre scorso.
Abbiamo bocciato come un primo passo, ma insufficiente, il provvedimento contenuto nel mille proroghe licenziato poche settimane or sono.
Ora qualcosa comincia a muoversi, vedremo in quali termini, continua De Palma.
Una ulteriore porta, che ieri era “chiusa a doppia mandata”, ora si sta aprendo, senza dimenticare che sindacati come il nostro non molleranno di un millimetro.
Per quanto attiene alle carenze di personale, pensiamo che quelli che mancano veramente sono gli infermieri, è innegabile, e ci conforta che Schillaci lo abbia compreso.
Per questo si vorrebbe procedere per autorizzare coloro che lavorano in ospedale a fare ore retribuite extra anche in case e ospedali di comunità.
Schillaci, con la stampa nazionale, ha anche toccato il capitolo, altrettanto fondamentale, dello stanziamento di nuove risorse per i nostri professionisti.
– Abbiamo chiesto l’impegno del Ministero della Salute a promuovere un ottimale utilizzo del personale delle professioni sanitarie ex legge n. 42/2006.
– Abbiamo richiesto interventi di impulso e sensibilizzazione sulle regioni.
A questo punto, conclude De Palma, non possiamo che auspicare che l’impegno di Schillaci si traduca in tempi brevi in realtà.
Sarebbe non solo l’inizio di un nuovo corso per la febbricitante sanità italiana, ma soprattutto la dimostrazione che la buona politica esiste ancora.
E che non è una chimera, e può contribuire al cambiamento. Siamo pronti a offrire al Ministro, come in passato, la nostra piena collaborazione.
Vigileremo, naturalmente, lo dobbiamo agli infermieri e agli altri professionisti della sanità, nella speranza che davvero dalle parole si passi presto ai fatti».