Il movimento presieduto dal noto giornalista romano Antonello De Pierro segnala un episodio di mala burocrazia; nel quale è rimasto coinvolto un candidato alle prossime amministrative del’IdD:
che si è visto negare arbitrariamente l’autentica della firma sull’accettazione di candidatura dai funzionari addetti del comune Ligure
Italia dei Diritti contro il comune di La Spezia
Roma 23 marzo 2023:Ci avviciniamo alle prossime consultazioni amministrative che si terranno tra meno di due mesi; e i partiti, movimenti politici e liste civiche si stanno adoperando per preparare tutta la documentazione necessaria per la presentazione delle liste.
In questa operazione sono coinvolti amministratori, notai e funzionari pubblici autorizzati, per l’autentica delle firme; sia nella raccolta delle sottoscrizioni necessarie per la presentazione delle liste nei comuni sopra i 1000 abitanti; sia per le accettazioni di candidatura.
Fa strano però sapere che ci sono funzionari pubblici che ignorano il modus operandi con il quale è possibile autenticare le firme; mettendo in difficoltà sia gli aspiranti candidati che le liste intere.
Dichiarazioni
Il responsabile nazionale per la Politica Interna del movimento Italia dei Diritti Carlo Spinelli, proprio a questo proposito segnala una spiacevole avventura; capitata ad un candidato consigliere del movimento stesso:
” Apro questa segnalazione dicendo che non ci sono elementi ostativi che gravino sull’autentica di una firma per un’accettazione di candidatura:
l’unico elemento necessario è che il funzionario pubblico, piuttosto che l’amministratore, operi nel comune dove la firma viene autenticata.
Un nostro aspirante candidato consigliere per un comune della provincia di Roma che svolge la propria attività professionale a La Spezia, impossibilitato per motivi di lavoro ad essere presente nel suo luogo di residenza entro la data di chiusura della presentazione delle liste, si è recato il giorno 15 marzo c.a. presso il comune di La Spezia per farsi autenticare la firma da apporre su l’accettazione della candidatura.
I fatti
Arrivato dal funzionario incaricato, si è sentito negare l’atto in quanto non residente nel comune.
Rimbalzato per due giorni da un ufficio all’altro – prosegue Spinelli –
senza concludere nulla, visto che, tra le varie informazioni gli era stato detto che occorreva l’autorizzazione dal Prefetto, si è rivolto alla Prefettura; dove un’impiegata, visto la temporanea assenza del Prefetto, lo informava che, nel caso in cui al comune di La Spezia avessero potuto mettere questa firma, li avrebbe informati e il tutto si sarebbe concluso positivamente.
Non potendo attendere oltre, visto che erano già due giorni che girava di ufficio in ufficio, si è rivolto al comune di Sarzana dove, forse perchè meglio informati, esaudivano la sua richiesta.
Stentiamo a credere che in un comune come La Spezia funzionari del comune non siano informati su come si autenticano le accettazione di candidatura
E dell’episodio abbiamo investito anche il Sindaco di La Spezia con una Pec inviata il 16 marzo alle ore 9.47 alla quale però lo stesso Primo Cittadino non ha fornito risposta.
Si dovrebbe andare sempre più verso la semplificazione delle pratiche burocratiche ed invece, quando si trovano persone che ignorano anche le cose basilari come un’autentica di firma su di un documento, si rischia, come nel caso del nostro candidato, di perdere del tempo prezioso che potrebbe sfociare anche in una rinuncia a godere di un proprio diritto e cioè quello di candidarsi per il consiglio comunale di un comune italiano.
Poco elegante – va avanti ancora Spinelli – è stato anche il comportamento del Sindaco di La Spezia che, non rispondendo alla nostra Pec, si è dimostrato insensibile non rivolgendo le scuse al nostro candidato vittima di questo disguido burocratico causato dall’ignoranza dei funzionari del comune da lui amministrato che ha portato ad una notevole perdita di tempo che il nostro poteva trascorrere in altro modo, nè ci ha fornito spiegazioni su quanto accaduto.
Non mancheremo di informare l’ANCI di quanto è accaduto, anche perché non è possibile che funzionari pubblici ignorino anche le più semplici norme burocratiche come autenticare una firma, sperando che questi episodi – conclude Spinelli – non abbiano più a verificarsi”.