La digitalizzazione nel nuovo codice dei contratti pubblici
La digitalizzazione nel nuovo codice dei contratti pubblici. E’ un tema centrale in ambito comunitario e, negli ultimi anni, vi sono stati diversi interventi con i quali la Commissione Europea ha trattato l’argomento con l’intento finale di un incremento della qualità della vita dei cittadini.
Per quanto riguarda la realizzazione concreta del mercato unico, si ritiene che l’eprocurement possa costituire uno degli strumenti chiave.Circa 250.000 autorità pubbliche in Europa, ogni anno, realizzano un volume di spesa pari a circa il 14% del Prodotto Interno Lordo europeo.
La revisione del codice degli appalti è parte della strategia di riforma contenuta nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dovrebbe entrare in vigore dal prossimo 1° aprile.
Il provvedimento è stato redatto, recante “Delega al Governo in materia di contratti pubblici” con la quale sono stati fissati i criteri di principio.
Questi ultimi, in primis, fanno riferimento alle direttive europee di settore nonché ai principi espressi dalla giurisprudenza nel tempo.
Nella versione del nuovo codice dei contratti, approvata in via preliminare dal Consiglio dei Ministri il 16 dicembre 2022.
E’ prevista nel Libro I “Della digitalizzazione, della programmazione e della progettazione”, un’apposita Parte II denominata.
Appunto “Della digitalizzazione del ciclo di vita dei contratti” (art.li 19-36).
La nuova impostazione prevede significativi aggiornamenti per il riferimento a principi oramai consolidati nell’ambito dei sistemi informativi.
La digitalizzazione dovrà essere applicata in tutto il ciclo di vita dei contratti, ovverosia nelle seguenti fasi.
La programmazione, la progettazione, la pubblicazione sino all’affidamento ed esecuzione.
Dovrà essere consentita, dalle piattaforme impiegate per queste finalità, la possibilità di produrre documenti nativi digitali in modo da poter alimentare.
Le piattaforme, garantendo la possibilità di essere interoperabili tra di loro, consentiranno, a cascata, l’applicazione del principio once only.
Ovverosia i documenti saranno presentati in un solo momento e verranno impiegati per tutto il corso della loro validità dalle stazioni appaltanti.
Tenuto conto che i dati saranno conservati su piattaforme dedicate, diverrà necessario adottare misure adeguate in grado di consentire un’adeguata sicurezza informatica.
Nonché la protezione dei dati personali dagli accessi non autorizzati.
Questo nuovo impianto orientato al digitale comporterà necessariamente anche un processo.
Sicuramente orientato al medio-lungo periodo, di riqualificazione del personale della pubblica amministrazione.
In questo senso è previsto che le stazioni appaltanti dovranno prevedere la formazione e l’aggiornamento del proprio personale.
Al fine di allineare le competenze con le nuove esigenze.
Quest’ultimo punto è chiaramente una derivazione comunitaria collegato all’iniziativa della Commissione Europea con la quale è stato adottato il quadro europeo.
Definite 30 competenze chiave che compongono una matrice.
In questo modo è stato definito un riferimento comune per gli addetti al settore.
L’ANAC anche nell’ambito digitale avrà ampio risalto per quanto riguarda la Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici (BNDCP)e il fascicolo virtuale (FVOE).
Nella BDNCP confluiranno tutte le informazioni contenute nelle banche dati esistenti, anche a livello territoriale.
Sempre la BDNCP interagirà con le piattaforme digitali di approvvigionamento digitale utilizzate dalle stazioni appaltanti e con il portale dei soggetti aggregatori.
Le stazioni appaltanti dovranno utilizzare le piattaforme digitali di approvvigionamento nelle fasi di esecuzione e di affidamento dei contratti.
Ai fini della certificazione delle banche dati redatte le apposite regole tecniche per garantire l’interoperabilità da AgID di intesa.
Con l’ANAC e la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per la trasformazione digitale.
La BNDCP dialogherà direttamente con l’Ufficio delle pubblicazioni dell’UE in modo da garantire la pubblicità degli atti di gara.
Venendo archiviati ed essendo digitalmente nativi, i documenti saranno consultabili costantemente dagli aventi interesse.
Nel ciclo di vita dei contratti pubblici le amministrazioni dovranno pianificare il più possibile l’automatizzazione delle procedure ricorrendo all’uso di nuove tecnologie.
La digitalizzazione sarà fondamentale per garantire la trasparenza delle procedure anche ai fini di un abbattimento del contenzioso.
In particolare è previsto che le piattaforme dovranno consentire l’accesso agli atti delle procedure di affidamento e di esecuzione dei contratti pubblici.
Questo strumento sarà utile per garantire l’accesso agli atti per tutelare il diritto alla difesa in giudizio dei propri interessi da parte dei partecipanti alle procedure di gara.
In sostanza il nuovo codice si muove secondo due direttrici ben precise che, tra l’altro, sono inserite nei primi due articoli del corpo normativo.
Il “principio del risultato”, inteso come l’interesse pubblico primario del Codice stesso, che riguarda l’affidamento del contratto e la sua esecuzione con la massima tempestività.
Il “principio della fiducia” nell’azione legittima, trasparente e corretta della pubblica amministrazione, dei suoi funzionari e degli operatori economici.