Le ultime dichiarazioni di De Palma
Le ultime dichiarazioni di De Palma. «Quanto vale la vita di una nostra infermiera deceduta a causa del Covid? La domanda, nel giorno della celebrazione della Festa della donna, è più che mai doverosa.
Il dramma di una famiglia rimasta senza una madre, o senza un padre, vale davvero 50mila euro?Ci lascia perplessi il venire a conoscenza che sono scaduti, lo scorso 4 marzo, i termini per accedere al fondo dell’Inail, destinato ai parenti degli operatori sanitari vittime.
Perchè solo 300 domande presentate su ben 500 nuclei familiari coinvolti: davvero qualcuno oserebbe accusare queste famiglie di scarsa informazione?».
«Oggi è l’8 marzo, siamo convinti che prima di tutto il nostro pensiero debba doverosamente essere rivolto a tutte le nostre infermiere.
L’occasione di questa celebrazione si rivela fondamentale per porci dei quesiti.
Quanto vale la vita di un infermiere, una madre di famiglia, di un padre, che hanno combattuto contro un nemico invisibile?
Quanto vale il dolore di avere perso, per sempre, una sorella, una moglie, un fratello o un marito?
Abbiamo il dovere di chiedercelo, ogni giorno, ma più che mai quando siamo di fronte a certe notizie che ci spingono ad ulteriori interrogativi.
Lo scorso 4 marzo sono scaduti ufficialmente i termini per la cosiddetta “elargizione una tantum”, destinata ai parenti dei familiari dei professionisti della sanità deceduti.
L’Inail ha messo a disposizione un fondo di circa 15 milioni di euro, informando le famiglie interessate, con alcuni comunicati stampa apparsi sul web.
Ad oggi sarebbero pervenute solo 300 domande, mentre, come noto, gli operatori sanitari deceduti, tra medici e infermieri, secondo i dati ufficiali, sono circa 500.
Cosa è accaduto veramente?
Perché ben 200 famiglie sono rimaste fuori da questo doveroso riconoscimento economico?
E c’è da chiedersivse 50 mila euro possano essere considerati un indennizzo equo, per la vita di un operatore sanitario.
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.
«Le domande dovevano essere presentate sul sito dell’Istituto attraverso il servizio online “Speciale elargizione familiari vittime Covid-19”.
E dovevano riguardare i decessi avvenuti entro il 28 dicembre 2022 per effetto diretto o come concausa del contagio da Covid-19, contratto nel periodo di emergenza.
La domanda poteva essere presentata singolarmente da ciascun beneficiario.
Cumulativamente da uno dei familiari munito di apposita delega o da un soggetto terzo, in qualità di rappresentante legale o delegato del familiare.
Vogliamo essere sinceri fino in fondo, coerenti come lo siamo sempre stati.
Era davvero questo il modo corretto di agire nei confronti di famiglie colpite da un dolore così forte e soprattutto di fronte a mogli ect?
La morte improvvisa di un operatore sanitario, che ha sacrificato la sua vita per la collettività, meritava, a nostro avviso, ben altro trattamento.
La morte di un infermiere, nell’esercizio delle proprie funzioni, deve davvero essere ridotta ad un modulo da compilare?
Signori, qui parliamo di uomini e di donne, di professionisti che hanno perso la loro vita, la maggior parte contagiandosi nelle corsie di un ospedale.
Vorremmo ricordare, poi, doverosamente, i numeri degli infermieri deceduti: ad oggi 90, mentre ben 320mila sono stati coloro che sono rimasti vittime del contagio.
Non possiamo non menzionare quei numeri che indicano che la professione più colpita è stata, in assoluto, quella dei tecnici della salute, in prevalenza infermieri.
L’analisi per professione dell’infortunato conferma la prevalenza dei contagi tra il personale dell’ambito sanitario, al primo posto con il 37,7% delle denunce.
Concedeteci di dirvi che è doloroso e triste il solo pensare che famiglie travolte dal dolore più grande, possano avere anche la grande colpa di non essersi informate.
Vogliamo invece pensare, legittimamente, che il Governo di un Paese civile avrebbe avuto modo e maniera di contattare direttamente le famiglie.
Per una volta almeno, con tutto il rispetto del caso, senza chiedere loro, tristemente, di far fronte a scadenze e moduli da compilare», chiosa De Palma.