Legger_ezza 2023, V Edizione: promozione della Lettura
Aldo Cinus, Roberto Demontis, Augusto Marini e Mariano Staffa presentano “Accabadora / Mito e Realtà” (Isolapalma). Coordina l’incontro con gli autori Michele Boero giovedì 9 marzo, ore 18; appuntamento al Fuaiè, Teatro Massimo di Cagliari
S’intitola “Accabadora / Mito e Realtà – Storia e reperti di un ritrovamento”; è il saggio di Aldo Cinus, Roberto Demontis, Augusto Marini e Mariano Staffa (pubblicato da Isolapalma – 2022); IL vincitore del Premio Alziator 2022, dedicato a una figura emblematica dell’immaginario dell’Isola. La parola agli autori, in dialogo con il dottor Michele Boero, nell’incontro in programma giovedì 9 marzo alle 18. Al Fuaié del Teatro Massimo di Cagliari; sotto le insegne di Legger_ezza 2023 / Promozione della Lettura – V edizione a cura del CeDAC Sardegna in collaborazione con la Libreria Edumondo
Una riflessione sull’enigmatica figura cui secondo la tradizione era affidato il compito di porre fine alle sofferenze terrene e ai tormenti di una lunga agonia; il tutto attraverso un preciso rituale, tra sacro e profano, e l’uso di specifici strumenti. Esistono precise testimonianze, anche relativamente recenti, oltre ai reperti materiali riconducibili a una pratica che nell’arcaica società agro-pastorale anticipa il tema delicato e attuale dell’eutanasia.
Una donna in cui spesso si riunivano le capacità e le conoscenze della levatrice e quelle appunto de “s’accabadora”, ovvero “colei che finisce”; il cui intervento era richiesto in circostanze particolari, quando davanti a un male grave e incurabile, lo strazio si faceva intollerabile e porvi termine diveniva un atto di pietà.
Le parole di Mariano Staffa
«Da tempo ci domandiamo se il mito, la tradizione, il rituale de s’accabadura siano mai esistiti; questa nostra riflessione vuole portare qualche mattoncino verso l’esistenza di una reale tradizione di facilitazione del trapasso quando questo era particolarmente doloroso e difficile» – sottolinea Mariano Staffa. «Allo stato attuale del dibattito appare complesso affermare con certezza assoluta l’esistenza de s’accabadura, ma è difficile pure negarlo. Nel profondo del cuore non credo sia così importante sapere se nel nostro passato sia esistita una simile pratica; oppure se ne sia sempre stato coltivato il mito. Quello che è certo, senza dubbio, è che per oltre venticinque secoli si è favoleggiato sull’esistenza di particolari figure che agevolavano la morte. Non per cattiveria o per trarne qualche vantaggio ma solo per misericordiosa pietà al fine di abbreviare la sofferenza peri-mortale».
L’angelo della morte
L’idea di una sorta di “angelo della morte” in grado di far cessare il dolore, di permettere a una persona ammalata di scivolare quietamente nel sonno eterno, risponde a un’esigenza istintiva; esigenza da parte di chi patisce, imprigionato in un corpo, lo strazio inenarrabile e insopportabile o anche dei familiari davanti al lento e devastante progredire di una patologia senza speranza alcuna di guarigione.
Quasi una necessità dello spirito, quando la sofferenza diviene insostenibile e inutile, come una “punizione”, ingiusta e crudele, come una proiezione delle torture dell’inferno. Inventare una via di fuga che restituisca a chi patisce dignità e libertà: se poi realmente si sia cercato e trovato il mondo di spezzare gentilmente il filo della vita, è un’altra storia. Il dibattito è aperto e certamente questa incarnazione delle Parche in seno a una comunità avrebbe rivestito un ruolo particolare, anelata e temuta dispensatrice di pace.
“Accabadora / Mito e Realtà” rappresenta un ulteriore contributo a un dibattito ancora in corso tra gli studiosi, tra antropologia e medicina, documentazione storica e ricerca sul campo. Un saggio utile per chi voglia confrontarsi con lo stato dell’arte e le diverse tesi su un argomento complesso, con intriganti rifrazioni letterarie, cinematografiche e teatrali, che ha forti attinenze con il presente.