Le partite IVA inattive sono quelle che, pur essendo ancora formalmente aperte all’anagrafe tributaria, non fatturano più per un lungo periodo di tempo.
Quando un lavoratore decide di intraprendere una carriera da freelance e apre un partita IVA lo fa con la speranza di guadagnare il più possibile.
Ma cosa succede se le cose non vanno come previsto?
Il titolare ha due opzioni: chiudere la partita IVA inattiva oppure mantenerla operativa con piccoli accorgimenti, continuando a pagare tasse e contributi nonostante il basso o nullo guadagno.La seconda opzione è il caso più comune. Sono tanti i professionisti che all’inizio dell’attività hanno pochi guadagni da registrare. Mentre altri lasciano la partita IVA dormiente perché la usano solo per eventuali lavori occasionali, avendo un’altra fonte principale di guadagno.
Per evitare di essere sanzionati a causa di partita IVA inattiva bisogna:
- Mantenere sempre aggiornati i propri dati anagrafici – compresa la PEC – e la propria attività economica, per essere sempre rintracciabili dall’Agenzia delle Entrate e dall’INPS;
- Pagare regolarmente tasse e contributi previdenziali;
- Conservare i documenti contabili almeno per i termini previsti dalla legge;
- Comunicare tempestivamente all’Agenzia delle Entrate e all’INPS eventuali variazioni dell’attività svolta o dei propri dati anagrafici;
- Seguire le scadenze fiscali;
- Aggiornarsi spesso sulle nuove regole da seguire per partite IVA.
Nel caso non si abbia il tempo di adempiere a questi obblighi di natura burocratica o la somma di tasse e contributi sia troppo pesante dal punto di vista finanziario, bisogna considerare di chiuderla definitivamente. In qual caso si dovrà compilare il modello AA9/12 e inviarlo all’Agenzia delle Entrate entro 30 giorni dalla data di cessazione.
LA CHIUSURA DA PARTE DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE
La chiusura della partita IVA può essere disposta d’ufficio dall’Agenzia delle Entrate dopo almeno tre anni di inattività.
Si avvierà così il procedimento di verifica, sanzione e recupero crediti nei confronti della partita IVA dormiente.
Per prima cosa l’Agenzia invierà una comunicazione al titolare della partita IVA per chiedere spiegazioni sulla sua inattività. Nel caso il lavoratore non risponda, l’Agenzia procederà alla cancellazione della stessa, ma non prima di aver verificato la situazione fiscale.
MULTE E SANZIONI FISCALI
In certi casi si può incorrere in multe salate per la sola mancata dichiarazione dei redditi. Nei casi più gravi si va incontro ad altre azioni amministrative o penali.
Se non sono state pagate tutte le tasse dovute, l’Agenzia invierà un avviso di accertamento fiscale per verificare l’ammonto della somma dovuta. Infine, si procederà con l’iscrizione a ruolo ed eventualmente all’esecuzione forzata per il recupero del credito.
Il titolare sarà quindi cancellato dai registri delle partite IVA.
Significa che non potrà più svolgere attività economiche con quella partita IVA. Inoltre, potrebbe essere segnalato alla Centrale dei Rischi, il che renderebbe più difficile ottenere finanziamenti o crediti per l’attività economica.
Si ricorda che sul sito dell’Agenzia delle entrate ogni libero professionista può verificare lo status della propria partita IVA.
Gloria Cadeddu