USPP: Nordio intervenga per bloccare il salto nel buio della sicurezza della città giudiziaria della capitale.
Polizia Penitenziaria cacciata dal tribunale di Roma
“Ci eravamo già espressi negativamente riguardo alla legge emanata durante il periodo in cui era ministro della giustizia Orlando; una legge che prevede che la sicurezza degli uffici giudiziari debba essere assicurata da vigilanza privata.
Sulla stessa linea, si erano pronunciati anche i vertici della città giudiziaria di Roma; soprattutto perché era ancora vivo il ricordo della sparizione dei corpi di reato che avevano mandato all’aria centinaia di processi, nonostante ciò a breve a garantire la sorveglianza della città giudiziaria di Roma non sarà più la Polizia Penitenziaria, bensì una guardiana privata”,
così avverte Giuseppe Moretti, Presidente della USPP, Unione Sindacati di Polizia Penitenziaria.
“La vigilanza armata e i controlli delle persone che accedono al Tribunale di Roma non può essere assicurata efficacemente da personale che non appartiene ad una forza di polizia; per non parlare dei costi esorbitanti per le casse dello Stato che tale operazione richiede”
aggiunge Francesco Laura, Vice Presidente del sindacato, il quale precisa che:
“tra i compiti istituzionali del Corpo di polizia penitenziaria c’è quello di garantire l’ordine e di tutelare la sicurezza all’interno degli istituti penitenziari e delle strutture del Ministero della giustizia”.
“Abbiamo chiesto un confronto urgente sulla vicenda”
“Ieri abbiamo inviato una nota al DAP in cui abbiamo chiesto un confronto urgente sulla vicenda; anche in ragione del futuro dei poliziotti penitenziari che attualmente prestano servizio ai varchi di accesso del Tribunale.
Ma resta ferma la nostra opposizione alla cacciata della Polizia Penitenziaria dalla città giudiziaria più importante del Paese:
un allontanamento da casa nostra; una sconfitta di questo Governo che eredita uno scellerato disegno politico della sinistra di destrutturazione dei capisaldi della sicurezza della Nazione.
Ed è per questo che auspichiamo un intervento del Presidente Meloni e del Ministro Nordio che tracci una linea netta di discontinuità con questo modus operandi e riassegni alle donne e agli uomini del Corpo la legittimità delle proprie funzioni e dei compiti istituzionali previsti dalla legge”
conclude fermamente Moretti.