Polizia Penitenziaria: le celebrazioni del 206° anno dalla nascita in attesa del Piano Carceri annunciato dal Presidente Giorgia Meloni
Il Presidente USPP sottolinea che “guardiamo con attenzione a questo periodo storico che abbiamo davanti, visto che da anni aspettiamo una svolta che dia serenità a chi svolge questo durissimo lavoro, un compito quello delle donne e degli uomini della polizia penitenziaria, che umanamente non ha eguali, dovendo contemperare le esigenze di sicurezza con quelle di gestione di dinamiche comportamentali che non sono solo dipendenti dallo spessore criminale delle persone detenute, ma anche derivanti dalla condizione stessa di privazione dalla libertà che spesso sfocia in comportamenti violenti e incontrollabili, ingestibili da chi non è formato e ha specifiche competenze specialistiche.”
Per il rappresentante USPP “mentre uno dei nodi fondamentali da sciogliere che limiterebbe anche il sovraffollamento è proprio su chi deve stare nel carcere, perché è impossibile per gli agenti gestire devenuti con patologie psichiatriche ma anche coloro che hanno problematiche di tossicodipendenza, ferma restando la certezza della pena, in un momento in cui ipergarantismo e leggi come quella sulla tortura, hanno di fatto imbavagliato il lavoro della polizia penitenziaria, che opera ancora senza protocolli di intervento omogenei e codificati, rischiando ogni giorno denunce pretestuose e anni di processi anche mediatici che distruggono chi li subisce e la propria famiglia, la speranza di un cambio di rotta non è più un miraggio irrealizzabile”.
In tale ottica per il Presidente Moretti, che sarà presente alla celebrazione della festa in onore e rappresentanza dei propri colleghi, auspica che il Ministro della Giustizia Carlo Nordio e il Governo “confermino la volontà di mettere tra le priorità del Paese anche quello di ridare credibilità al sistema penitenziario italiano, attuando quel Piano Carceri, annunciato dalla Presidente Giorgia Meloni,con lo stanziamento di risorse straordinarie che riteniamo fondamentali per aumentare il numero degli arruolamenti, dotare gli agenti di strumenti tecnologici adeguati e mezzi di difesa avanzati, oltre che ambienti di lavoro corrispondenti alle norme sulla sicurezza e salubrità sul lavoro, ritenendo fondamentale riconoscere il vertice della Polizia Penitenziaria anche attraverso la costituzione di un proprio Dipartimento ancorché di una propria autonomia gestionale nell’ottica di mettere al sicuro il lavoro degli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria che, solo con questi presupposti, potrà adempiere più compiutamente al mandato Costituzionale di cui è investito il sistema penitenziario”.