Primo Aprile in piazza contro la vivisezione
Primo Aprile in piazza contro la vivisezione. Il pesce d’aprile indica una tradizione, seguita in diversi paesi del mondo, che consiste nella realizzazione di scherzi da mettere in atto il 1º aprile.
Gli scherzi hanno sostanzialmente lo scopo bonario di prendere un pò in giro le ‘povere vittime’, prevalentemente inventandosi qualche falsità.Gli attivisti parmensi hanno pertanto organizzato una protesta contro la vivisezione proprio il Primo Aprile.
Riallacciandosi simbolicamente alle falsità della sperimentazione animale. Meta Parma, organizzatrice dell’evento, commenta.
“Dicono che la vivisezione non esiste più, ora si chiama sperimentazione animale.
Tante persone in tal modo credono che gli orrori della vivisezione siano terminati, invece continuano, è cambiato il nome ma la sostanza non cambia.
La vivisezione in realtà esiste ancora, infatti nel dizionario italiano con il termine ‘vivisezione’ è inteso ogni atto operatorio su animali vivi.
Svegli o in anestesia totale o parziale, privo di finalità terapeutiche.
Con significato più estensivo, il concetto di vivisezione può essere applicato a tutte quelle modalità di sperimentazione, cruente o non.
Che inducano lesioni o alterazioni anatomiche e funzionali negli animali di laboratorio.
Che la si chiami vivisezione o sperimentazione animale, il risultato per gli animali rinchiusi negli stabulari continua a essere identico.
Usati come oggetti, come bambole di pezza, utilizzati per ogni tipo di esperimento, sottoposti a operazioni chirurgiche invasive, tagliati, cuciti e ricuciti, infine uccisi.
Negli stabulari vengono utilizzati animali di ogni specie, scimmie, conigli, cani e soprattutto piccoli roditori.
L’anestesia di cui si parla tanto, non basta a non far sentire il dolore agli animali.
Quando utilizzata viene usata soltanto durante alcune operazioni chirurgiche, spesso neanche in anestesia generale.
Poi gli animali si svegliano e sentono tutta la sofferenza di ciò che hanno subito.
Credere che siano trattati bene è utopia, non può esistere benessere animale quando siamo davanti al loro sfruttamento e uccisione.
Credere che tutto questo possa portare del bene e che sia necessario, è un disvalore che sta causando solo danni nella nostra società.
Non possiamo ricavare nessun bene dalla sofferenza degli altri, e a guadagnarci in realtà sono solo gli interessi delle aziende farmaceutiche.
La sperimentazione animale inoltre non evita la sperimentazione sugli umani, bensì ne è la causa diretta poichè i risultati ottenuti sugli animali…
hanno necessariamente bisogno di essere successivamente testati anche sugli umani.
Noi non siamo nè contro la scienza nè contro la ricerca, siamo a favore di una ricerca etica che non faccia del male nè agli umani nè agli animali, perchè ogni vita è sacra.
Gran parte della scienza è contraria alla sperimentazione animale, il progresso sta andando avanti sempre più e rimanere ancorati alla vivisezione è un danno per l’intera umanità.
Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l’arte di vivere come fratelli”.
La protesta avrà luogo il 1º aprile alle 15.30 in Piazza della Pace nella città di Parma, dove da anni continua una battaglia senza tregua per la liberazione dei macachi Alan e Larry.