All’Assemblea di Federagenti standing ovation a sostegno della Guardia Costiera:
“Cambiamo l’attenzione del mondo nei nostri confronti, mostrando come abbiamo fatto nel caso del Ponte Morandi ciò che sappiamo fare; ovvero andare per mare, realizzare infrastrutture di eccellenza e affrontare eccezionalità ed emergenze come nessun altro in Europa è in grado di eseguire”.
Rixi: non aspettiamoci dalla Ue una politica mediterranea, spetta a noi farlo
Questo il messaggio lanciato dal Viceministro Edoardo Rixi, all’Assemblea pubblica di Federagenti svoltasi questa mattina a Roma e caratterizzata –
ed è forse questo un elemento di forte innovazione –
da una coesione fra pubblico e privato estrinsecatasi fra l’altro nella solidarietà totale e corale espressa dagli operatori marittimi nei confronti del Corpo della Guardia Costiera; oggetto in queste ore di attacchi trasversali, rappresentata dall’Ispettore Capo, Ammiraglio Nicola Carlone.
Il Viceministro Rixi, raccogliendo gli stimoli dello studio realizzato dal Centro Giuseppe Bono e dal dibattito articolato sulle opportunità di collaborazione con i Paesi del Nord Africa che vedono in Italia un partner privilegiato, ha sostenuto la necessità di scelte rapide e immediate che non possono prescindere da alcune considerazioni di fondo;
la prima, relativa a un’Europa che comunque non è propensa a investire sul Mediterraneo; la seconda relativa a un’Africa che già oggi è preda di una colonizzazione intensiva da parte cinese che tende a escludere l’Europa.
Dichiarazioni
“In questo quadro di riferimento – ha concluso Rixi –
l’Italia deve muoversi rapidamente anche come facilitatore degli investitori privati, rovesciando il paradigma in base al quale l’Italia non è affidabile.
Opere come il Ponte sullo Stretto sono in questo senso un’arma potente da spendere sul mercato internazionale rendendoci credibili ad esempio sul mercato nord africano”.
L’Assemblea aveva in effetti evidenziato come tutti i principali settori, dall’agroalimentare, all’acciaio, dal turismo, alla logistica, alla portualità abbiano bisogno, oggi, subito, di una svolta in termini di efficienza e di abbattimento; ad esempio di quelle barriere che impediscono a una singola Autorità di Sistema Portuale di evitare le forche caudine di molteplici autorizzazioni o al Ministero delle Infrastrutture di incappare nel giogo di possibili veti di 14 ministeri.
Ed è questo, relativo a una nuova stagione di collaborazione su basi nuove fra politica e privati, il secondo grande elemento che ha caratterizzato l’Assemblea di Federagenti:
evidenziando come solo alzando l’orizzonte a ciò che sta accadendo in altri Paesi, si potrà effettivamente compiere un salto di qualità in assenza del quale l’emarginazione del sistema Italia sarà inevitabile.
“Ci eravamo proposti – ha concluso il Presidente di Federagenti, Alessandro Santi –
di svegliare le coscienze e abbiamo ottenuto da importanti esponenti del Governo; segnali di piena condivisione e di impegno concreto che riteniamo di importanza determinante non solo per il settore marittimo, ma per l’intera economia italiana”.
Nel corso dell’Assemblea si sono evidenziate le possibilità effettive di generare traffici anche per i porti dell’Alto Adriatico, Trieste in primis; connesse con i processi di ricostruzione che riguarderanno sia l’Ucraina sia i paesi del Medio Oriente.