I vitigni autoctoni della Sardegna protagonisti al Vinitaly: masterclass con gli enologi Pala, Murru e Manca
I vitigni autoctoni minori della Sardegna protagonisti di una masterclass d’eccellenza al Vinitaly, la più grande manifestazione dedicata al mondo del vino in programma a Verona dal 2 al 5 aprile. L’appuntamento è per lunedì 3 aprile, dalle ore dalle ore 14.00 alle ore 15.30, al Padiglione 8 (Sardegna). L’evento è speciale perché la “lezione” sarà tenuta da tre punte di diamante dell’enologia italiana: Mariano Murru, Andrea Pala e Antonio Manca. Tre grandi professionisti che hanno avuto importanti riconoscimenti anche a livello nazionale. A loro il compito di presentare tre differenti vitigni: Nasco (Murru), Arvisionadu (Pala) e Granazza (Manca).
Mariano Murru è stato premiato da Vinoway nel 2020 come Miglior Enologo Italiano, un riconoscimento assegnato per il suo spirito di abnegazione e di dedizione alla sua amata Sardegna. Murru è tra i più apprezzati enologi italiani nel mondo.
A seguire le sue orme, il gallurese Andrea Pala, eletto miglior giovane enologo d’Italia nel 2021 che ha contribuito a creare vini che hanno già ottenuto importanti riconoscimenti. Giovane ma già esperto di vitigni autoctoni non solo sardi ma anche delle Marche, Campania, Calabria, Lazio e Toscana, regioni dove lavora come consulente enologo di importanti aziende.
Giovane ma già di grande esperienza anche Antonio Manca, enologo della cantina Trexenta, che con i vitigni autoctoni ha grande dimestichezza. Insomma, tre enologi per illustrare l’eccellenza dei vini sardi a una platea di buyer nazionali e internazionali.
“L’Arvisionadu; afferma Andrea Pala; è un rarissimo vitigno autoctono la cui diffusione è limitata in un fazzoletto di terra di circa 20/25 ettari, nella regione storica del Goceano; tra i comuni di Benetutti e Bono. Un vero unicum perché è la stessa scienza a dire che per questo straordinario vitigno non c’è nessuna corrispondenza genetica”.
“Preservare questo vitigno – conclude Pala (foto) – significa mantenersi fedeli a un codice genetico enologico della Sardegna, esattamente come si fa per i centenari dell’Isola. Sono davvero felice di poter presentare i vini prodotti da questo vitigno preziosissimo, simbolo dell’identità enologica della Sardegna”.