Un romanzo che insegna l’importanza di saper ascoltare la Voce
Il silenzio, molto spesso, rappresenta il timore di esprimersi e l’insicurezza di muovere passi certi nel mondo. Altre volte, invece, risuona della paura a sé, dell’ascolto della propria voce interiore. Se, tuttavia, si riesce a fissare il burrone senza farsi prendere dal panico, allora si può trasformare questo momento di raccoglimento in risorsa. In questo modo il silenzio può diventare forza interiore, sostegno che permette di andare avanti, giorno dopo giorno. Conoscere se stessi e ciò che ci ha plasmato – esperienze, sensazioni, ricordi, emozioni, incontri – ci consente di affrontare il futuro in modo propositivo. Questo è il percorso che Ana Danca intraprende nel suo “La voce del silenzio”. Il romanzo racconta la vita e insegna l’importanza di saper ascoltare la Voce. Come un daimonion socratico, la Voce urla infatti l’urgenza più cogente che esista: la necessità di saper vivere la propria vita.
Note d’autore
Ana Danca è nata in Romania, a Buruienesti e attualmente vive e lavora a Mantova. Diplomata in meteorologia ad Arad (RO) ha lavorato presso la Stazione Meteorologica di Tulnici, poi come insegnante supplente nella scuola media del paese nativo. Ha precedentemente pubblicato i romanzi “Come vuole la vita” (2016) e “Patrie interiori”(2018). Con quest’ultimo, edito sempre da Gilgamesh Edizioni, è stata premiata a Roma dall’Accademia di Romania per il suo progetto “Difendersi con la Cultura (Scrittura)” nel settembre del 2018. Lo stesso romanzo viene premiato con la Menzione di Merito al Concorso Letterario Nazionale “La felicità ritrovata” nel maggio del 2020 dal Comune di Riccione. “La voce del silenzio” rappresenta la conclusione del trittico ispirato ai concetti platonici di Bene, Verità e Bellezza.