Aumenta il numero di allevatori di pecore di razza sarda che faticano a trovare sul mercato arieti di alta genealogia, del genotipo ARR/ARR. Il loro acquisto è fondamentale in vista delle rimonte annuali programmate tra la primavera e l’inizio dell’estate
“Si sta rivelando impossibile trovare montoni di alta geneaologia. La nostra specie ovina perde sempre più terreno rispetto alle altre”: l’allarme arriva da Confagricoltura Sassari e Olbia-Tempio che, proprio nella provincia storica del nord Sardegna, sta registrando il quadro di maggior sofferenza rispetto ai diversi territori dell’Isola.Assicurare un ricambio genetico alle greggi è fondamentale per un aumento della produzione di latte e per una maggiore resistenza degli animali in ambito sanitario.
Le azioni di contrasto contro la scrapie (malattia neurodegenerativa che colpisce pecore e capre), messe in campo in questi anni dall’Istituto Zooprofilattico con il supporto del sistema sanitario regionale, hanno portato a valorizzare arieti di genotipo ARR/ARR che hanno sviluppato una spiccata resistenza a questo tipo di patologia.
L’ultimo bando regionale che prevedeva aiuti agli allevatori per l’acquisto di maschi riproduttori ARR/ARR (iscritti al Libro genealogico degli ovini di razza sarda) è datato febbraio 2016.
Non si trovano gli arieti
Il piano scrapie, elaborato dall’Assessorato della Sanità nel 2020, prevedeva una serie di limitazioni alla movimentazione per finalità riproduttive e per la compravendita che hanno di fatto reso obbligatorio, prima con scadenza al 31.12.2022 e poi al 31.12.2023, l’allevamento esclusivo degli arieti con genotipo ARR/ARR resistente alla scrapie.
La difficoltà odierna di reperirli nel mercato ovicaprino del nord dell’Isola, il territorio dove si trovano il maggior numero di capi ovini allevati in ambito regionale, è sostanzialmente dovuta a due fattori.
In primis bisogna tener conto della rapida eliminazione obbligatoria dei maschi eterozigoti (che ha quindi comportato nel giro di pochi mesi un impennata degli acquisti degli ARR/ARR), in secundiis del fatto che tantissimi pastori del Nuorese e del Campidano hanno deciso di investire sugli arieti del nord della Sardegna, abbandonando i rinomati mercati di selezione del centrosud a causa degli alti costi di vendita raggiunti negli allevamenti meridionali.
L’allarme di Confagricoltura
Stefano Taras, presidente di Confagricoltura Sassari e Olbia-Tempio: “Mancano politiche di sostegno. A rischio la tutela delle produzioni tipiche made in Sardinia”
“Abbiamo più volte sollecitato la Regione affinché riprendesse le politiche di sostegno per l’acquisto degli arieti in selezione. Non avviene da ben sette anni. L’arco temporale trascorso è troppo lungo. Si rischia di mettere pericolosamente a repentaglio la qualità delle nostre produzioni.
Stiamo affrontando un periodo storico unico, con quotazioni del latte mai viste prima. Diventa quindi davvero importante sostenere la selezione, anche per evitare di perdere quote di mercato molto difficili poi da riconquistare.
La qualità delle produzioni ovine non può prescindere da un sostegno alla selezione che incentivi le imprese a migliorare il patrimonio genetico consolidatosi in oltre un secolo di selezione che, sino a pochi anni fa, ha contribuito a fare della pecora sarda la più grande razza lattifera di tutto il bacino del Mediterraneo.
Se nulla si farà, ne pagheremo le conseguenze anche in termini di tutela delle produzioni tipiche made in Sardinia”.
Giannetto Arru Bartoli, direttore provinciale di Confagricoltura di Sassari e Olbia-Tempio: “Necessario approccio emergenziale”
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“Le politiche di sostegno da noi invocate sono necessarie. Per risolvere la questione è necessario un approccio emergenziale. Ritengo che Agris Sardegna sia l’unica Agenzia titolata a seguire questo percorso. É infatti dotata di strumenti e risorse umane che possono finalmente far ripartire un processo strategico e fondamentale per la nostra economia”.
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