Weekend scandito dagli impegni di campionato per le compagini che in campo continentale contendono alle superstiti rappresentanti della Serie A l’accesso alle semifinali di Champions, Europa League e Conference. Le aquile di Schmidt incassano l’ennesimo k.o, stavolta contro la cenerentola Chaves; impeccabili gli olandesi; i biancoverdi di Lisbona benedicono la freddezza dal dischetto di Gonçalves; i “ferrovieri” polacchi strappano un prezioso pareggio in un match contraddistinto dalla sostituzione di due guardalinee
Benfica, buio pesto: la luce dei Lampiões (“lanterne”) si è spentaIl 28° turno di Primeira Liga si rivela amaro per i ragazzi di Schmidt, impegnati sabato contro la neopromossa Chaves.
In un Estadio Municipal Manuel Branco Teixeira gremito in ogni ordine di posto (per la cronaca l’impianto in cui il 20 agosto 2003 Cristiano Ronaldo debuttò in nazionale maggiore), i prossimi avversari dell’Inter incassano un’inaspettata battuta d’arresto contro una compagine della parte destra della classifica (prima dell’incontro stazionava in undicesima posizione).
I padroni di casa si impongono per 1-0 con una rete al 94’ di Abass, abile a sfruttare una doppia defaillance di Otamendi, reo, dopo aver sbagliato un controllo di palla, di scivolare, spianando la strada al 28enne attaccante ghanese che, involatosi in area, trafigge con freddezza Vlachodimos.
Il risultato finale si traduce in una sola e lapidaria parola: “sconfitta”. La terza consecutiva in sette giorni. Bisogna tornare alla stagione 2018/2019 per ritrovare un dato statistico così negativo per il Benfica.
Gli Encarnados di Lisbona sono apparsi lontani dalla forma smagliante mostrata nelle scorse settimane. Il tecnico ex Leverkusen non ha preso in considerazione la possibilità di optare per il turnover e ha schierato la migliore formazione possibile. Rispetto all’undici titolare di martedì in difesa si è rivisto Otamendi (al posto di Morato) e sulla trequarti destra Neres (l’assenza per squalifica di Florentino ha comportato infatti l’arretramento in mediana di Aursnes che ha fatto coppia con Chiquinho).
Joao Mario e compagni hanno avuto il pallino del gioco ma hanno dovuto fare i conti con una buona organizzazione difensiva del Chaves, desideroso di vincere per raggiungere i 36 punti in classifica (la quota salvezza nel massimo campionato portoghese, torneo a 18 squadre, è 35).
Il Benfica conserva il primo posto in graduatoria ma il vantaggio sul Porto, vittorioso contro il Santa Clara, si assottiglia ulteriormente. A sei turni dalla conclusione del torneo i Dragões distano solo quattro lunghezze.
Feyenoord: “L’orgoglio del sud” senza freni in Frisia
In Eredivisie prosegue la marcia inarrestabile della compagine biancorossa guidata da Slot. La rivale della Roma in Europa League liquida in trasferta la pratica Cambuur con un 0-3 senza appello (Gimenez, Szymański e autogol di Mac-Intosch).
Il Feyenoord (con un solo cambio di formazione rispetto a giovedì scorso, per la precisione Jahanbakhsh al posto di Paixão) ha disputato una gara impeccabile. Mai in dubbio le sorti dell’incontro contro il fanalino di coda del campionato. Unico rimpianto il non essere riusciti ad arricchire il risultato finale a causa di tre imprecisioni millimetriche (un palo e due traverse colpite)
Per “il club del sud” (de club van het volk) è la nona vittoria consecutiva in campionato, la 14esima nelle ultime 17.
Trovare una sconfitta richiederebbe un lungo viaggio indietro nel tempo. Veniamo quindi in soccorso dei più curiosi: risale al 18 settembre scorso. Numeri che entrano di diritto negli annali e che dalle parti di Rotterdam non si registravano dagli anni ‘70, epoca d’oro del club culminata nel 1974 con la conquista del campionato e della Coppa UEFA.
Per i ragazzi di Arne Slot si fa sempre più nitida la sagoma dell’Eredivise Schaal, trofeo che il Feyenoord non alza dal 2017. A cinque turni dall’epilogo del torneo, il vantaggio sulle seconde (PSV e Ajax) è di 8 lunghezze.
A fine gara in visibilio i supporters della capolista, che hanno visto ripagato il viaggio di oltre due ore verso la città di Leeuwarden. Nella provincia della Frisia, nel nord dell’Olanda, i loro beniamini hanno difeso con onore l’appellativo di “l’orgoglio del sud” che appartiene al club.
Sporting Lisbona: il ruggito dei leoni strozzato in gola
Nel posticipo domenicale di Primeira Liga, i biancoverdi hanno tentato il tutto per tutto per agguantare la vittoria ma non sono andati oltre il pareggio.
L’1-1 contro l’Arouca rende ancor più difficile il tentativo di inerpicarsi ai piani alti che valgono la partecipazione alla prossima Champions League. I leões adesso distano sette lunghezze dal Braga terzo.
L’ampio turnover (cinque i cambi rispetto all’undici iniziale sceso in campo contro la Juventus) a cui ha fatto ricorso Amorim (espulso al 98’per un diverbio con un componente dello staff avversario) non ha pagato. Decine di tiri (28 totali, di cui due infrantisi sul legno), dominio del possesso palla (66%) ma a conti fatti una sola rete, all’87′, su rigore. A realizzarla Pedro Gonçalves, reo di aver fallito un penalty nel corso della prima frazione di gioco.
Lech Poznań: i “ferrovieri” non scendono dal treno terzo posto
Nel big match del 28° turno dell’Ekstraklasa, il massimo campionato polacco, l’eurorivale della Fiorentina non va oltre il 2-2 nello Stadio dell’Esercito Polacco, fortino del Legia Varsavia.
Al vantaggio iniziale dei padroni di casa siglato da Pekhart al 13’, replicano gli ospiti con Sousa, autore di una doppietta nella ripresa (47’ e 69’). A tre giri di lancette dallo scoccare del novantesimo arriva però la doccia gelata per il Lech che incassa la rete del pareggio a firma di Wszolek (ex Hellas Verona).
I ferrovieri raccolgono un punto prezioso che consente loro di conservare la terza piazza in graduatoria. Il vantaggio sulla quarta si assottiglia però a una sola lunghezza.
Ad aggiungere incertezza alla sfida ha contribuito un doppio cambio che ha coinvolto la terna arbitrale. Nel corso del settimo minuto, il guardalinee Marcin Borkowski ha accusato un dolore al polpaccio che gli ha impedito di proseguire il proprio compito. Al suo posto è inizialmente subentrato il quarto uomo Marcin Kochanek.
Egli, arbitro della Serie B polacca avvezzo all’uso del fischietto e non della bandierina, si è immediatamente rivelato inadatto a ricoprire l’incarico. Al 24’ è stato quindi sostituito dall’assistente Var Paweł Sokolnicki, costretto ad abbandonare in via emergenziale la postazione della “moviola” e a raggiungere rapidamente lo stadio per garantire il regolare proseguimento dell’incontro.
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Articolo a cura di Paolo A.G. Pinna