Si chiude con un successo di pubblico e di affari, la storica Fiera del Bestiame di Ollastra.
Una fiera all’insegna della tradizione e del recupero della memoria storica, ma anche dell’innovazione; che ha registrato circa ventimila visitatori che hanno vitato gli oltre 200 stand espositivi disposti, per nell’area fiera e lungo le vie del paese.
Chiusura Fiera del bestiame di Ollastra
Di particolare pregio, la presenza delle cantine ospiti-
(Cantina Fulghesu, la Cantina Marco Demuru e Meana – Terra del Mandrolisai)-
e le cantine “La Giara” di Usellus, l’Azienda Agricola Lotta e la Cantina Lilliu e l’immancabile Cantina della Vernaccia di Oristano).
È un’edizione della Fiera dedicata al recupero della sua veste più genuina ed antica,
ha spiegato commosso il sindaco Osvaldo Congiu,
un grande sforzo per tutta la comunità di Ollastra che ha voluto fortemente che la Fiera ritornasse agli antichi splendori; che la fiera del bestiame ritornasse ad essere centrale, rispetto al mercato.
Nulla però sarebbe stato possibile senza l’aiuto di tutti a cui va la mia personale gratitudine.
La macchina amministrativa del comune ha saputo fare uno sforzo straordinario, con fatica ma con un sorriso; sempre disponibili alle continue novità che sino all’ultimo giorno hanno caratterizzato un crescendo di interesse di aziende che hanno voluto essere presenti, di allevatori che ci hanno dato fiducia.
Un grazie anche alle autorità dello Stato, della Regione, ai sindaci del territorio; ed a quanti hanno saputo essere solidali ed attivi perché Ollastra potesse essere finalmente riconosciuta nel calendario delle manifestazioni che meritano il sostegno della Regione.
Siamo soddisfatti ma siamo pronti a fare di più.
Il supporto delle associazioni di categoria del mondo zootecnico è stato indispensabile per rafforzare la presenza degli allevatori:
20 le aziende che esporranno i loro cavalli, asini, bovini, ovini, caprini; ed un’importante presenza di pollame per un totale di circa 200 capi di bestiame esposto per la vendita.
Abbiamo voluto porre le basi di una fiera itinerante, nelle vie del paese, perché si venga a conoscere Ollastra; perché le imprese possano lavorare e trovare un ritorno economico che non sia solo di una giornata; ma che, attraverso la professionalizzazione di un’accoglienza spontanea, si possa creare un indotto importante per Ollastra ed il territorio vicino.
Giornate dedicate al territorio ma anche di approfondimento di studio, nei giorni scorsi, con l’incontro curato dall’Ufficio di Piano dell’Unione dei Comuni diretto da Paolo Sirena.
L’Ufficio che sia avvale della consulenza dell’archeologo Giovanni Meloni, ha coordinato l’approfondimento storico-archeologico con protagonisti gli archeologi:
Alessandro Usai, Alfredo Carannante Mauro Perra e Alfonso Stiglitz; le archeologhe Anna Depalmas e Lavinia Foddai.
Nomi di prim’ordine annoverabili fra i massimi esponenti del mondo dell’archeologia nuragica riuniti a Ollastra per parlare delle raffigurazioni animali bronzee, le aree di ristorazione e festa; perché, secondo tradizione, ogni contratto è sacro, e dunque la religiosità benedice la correttezza e l’onestà degli scambi, la festa e la spensieratezza, il buon mercato concluso in ottimi affari che vanno festeggiati.
Aspetti di vita umana, pagani prima e cristiani poi, che si compenetrano in un divenire del tempo che rende ogni momento della vita del mondo rurale un rito da assolvere, uguale a sé stesso, nello spirito degli uomini di ogni tempo.
Pagina di economia e società rurale che si ritrovano immortalate nei documenti d’archivio e nelle immagini fotografiche che fanno da cornice all’ingresso all’area Fiera sì da costituire un vero e proprio richiamo alla memoria storica della comunità e di un intero settore.
Le mostre
Successo anche per le visite nelle mostre, ad ingresso libero, collocate in Santa Severa, S’antigoriu, l’esposizione giunta alla XXIII edizione, di gioielli e abiti della tradizione e I graffi di Roberto Ziranu, nella cripta di San Marco a cura dell’Associazione Il Quadrifoglio; e le visite guidate itineranti di chiesa in chiesa con le guide professioniste dell’Unione dei Comuni della bassa valle del Tirso e del Grighine così come per gli spettacoli serali in musica del gruppo folk Banderas, con la partecipazione di Giordana Dessì e Alessandro Nonnis ed il DJ set di Mattia Lucente.
Il 26, il clima tornerà alla quiete dopo tante persone da accogliere e tanto lavoro, un momento dedicato alla comunità che si raccoglie in preghiera ed in festa per ringraziare della buona riuscita dei mercati, forieri di un inizio florido della stagione della prossima raccolta e semina dei prodotti estivi.
La fiera si traduce, dunque, in un grande progetto di economia sociale per la comunità e tutta l’area del Campidano, alla quale tutti sono chiamati a partecipare.
Il benessere di un settore non lo si evince da una sola comunità né si può arginare in confini territoriali.
Chi lavora la terra o vive gli animali da cui trae sostentamento e profitto, sa di poter vivere meglio se la solidarietà e la vicinanza trova asilo in forme di cooperazione che si esprimono nell’aiuto reciproco de su torrau, nel rispetto dell’ambiente e dei patti scritti o solo sanciti con la stretta di mano.
Leggi non scritte che abbiamo trovato ancora vive specie in quest’anno in cui abbiamo chiesto aiuto perché la Fiera tornasse “a su connottu”.
Avevamo bisogno di risorse e siamo stati aiutati dalla Regione Sardegna che ci ha dato fiducia ed ha riconosciuto la nostra storia fra le Fiere e Mostre mercato più importanti della Sardegna.