A metà del Settecento, in Sardegna, una giovane donna intraprendente apre le strade del mondo della moda: è Francesca Sanna Sulis, imprenditrice e stilista all’avanguardia.
Con la sua filiera della seta, nella tenuta di Quartucciu, anticipa i tempi, in Sardegna e in Europa, e le sue preziose creazioni oltrepassano presto i confini dell’isola.
Francesca Sanna Sulis: la storia
Francesca Sanna Sulis nasce a Muravera nel 1716 da una delle famiglie sarde di proprietari terrieri più importanti del tempo: terre nel Sarrabus, nel sud Sardegna e nel cagliaritano.
La sua infanzia è segnata molto presto da una grave perdita, quella della madre, scomparsa per una grave polmonite. Sarà un evento che avvicina tantissimo padre e figlia, che intessono un rapporto di profondo affetto e supporto.
Sarà, infatti, il padre Francesco, uomo di cultura, ad insegnare alla figlia Francesca e ai figli dei suoi servi, a leggere, scrivere, fare i conti e gestire gli averi di famiglia. Una presenza maschile importante che aveva colto il valore e l’importanza dell’istruzione e della formazione: valori trasmessi profondamente alla figlia.
La Sardegna di metà Settecento
La società sarda di metà Settecento, infatti, in mano ai Savoia dal 1720, era una società rurale, caratterizzata da un sistema prevalentemente feudale e da forte incertezza politica.
I Savoia, infatti, consideravano l’isola come un problema da risolvere e non come una risorsa da tenere in considerazione ed eventualmente sfruttare: la miseria di gran parte della popolazione, l’analfabetismo, lo scontento, i continui scontri e malattie erano fonte di preoccupazione per la tenuta dell’isola.
Ma si dovettero ben presto ricredere: l’isola era, in realtà, una fonte essenziale di ricchezze, tra legno, carbone, marmi pregiati, ma anche argento e zinco.
Ed è in questo difficile contesto che si inserisce il lavoro creativo di Francesca Sanna Sulis.
La passione per gli abiti
Fin da piccola Francesca Sanna Sulis nutriva forte interesse per la seta e per il disegno d’abiti.
La prima occasione utile per dare prova di questa passione fu il matrimonio combinato, all’età di diciannove anni, con Pietro Sanna Lecca, avvocato cagliaritano e componente del Consiglio Reale.
In questa occasione, infatti, Francesca Sanna Sulis indossa un abito da lei stessa disegnato.
Nonostante il matrimonio fosse stata un’imposizione, che la porterà a dover affrontare sette gravidanze, delle quali solo tre andate a buon fine, Donna Francesca intravvede, comunque, un’opportunità: il marito, infatti, la sostiene e la incoraggia nel lavoro e le fornisce assistenza legale, permettendole di siglare accordi commerciali con gli acquirenti con maggior tutela e sicurezza.
Donna Francesca aprirà numerosi atelier sartoriali nel cagliaritano e collaborerà, nel 1748, con il conte milanese Giorgio Giulini; vestirà molte tra le più importanti personalità dell’epoca come, ad esempio, Caterina II di Russia.
Stilista e imprenditrice: la filiera della seta
Quando il padre muore Donna Francesca ha trentaquattro anni e, nello stesso periodo, il marito si trasferisce a Torino presso la corte Sabauda. Non si perde d’animo, anzi sfrutta quel momento di maggior libertà d’azione per organizzare quello che lei desiderava fosse un vero e proprio laboratorio della seta, una vera e propria rivoluzione nel mondo del lavoro.
Nei terreni di Muravera Francesca Sanna Sulis decide di creare una vera e propria filiera della seta: una coltivazione di gelso estesa su 350 ettari di terreno nutre i bachi da seta; la sistemazione dei telai permette la lavorazione dei filati; l’erba tinge la stoffa e le sarte confezionano i vestiti.
Estende, poi, questo modello lavorativo anche alla tenuta di Quartucciu, senza mai tralasciare la formazione dei lavoratori.
Una vera e propria catena di montaggio con settecentocinquanta dipendenti, in anticipo addirittura rispetto alla rivoluzione industriale.
Il clima della Sardegna, inoltre, costituiva un ulteriore elemento a suo vantaggio: la schiusa dei semi, infatti, arriva in anticipo rispetto alle altre zone, e le consente un enorme beneficio nel mercato; i suoi prodotti arrivano circa un mese prima degli altri.
Le innovazioni nel mondo del lavoro: il ruolo delle donne e il rifiuto di sfruttare il lavoro minorile
Francesca Sanna Sulis sfrutta la propria posizione, di donna ricca e privilegiata, per rafforzare la posizione delle altre donne nel mondo del lavoro: un vero e proprio esempio di empowerment femminile.
Le donne che entravano a far parte della filiera produttiva, infatti, erano istruite e formate a dovere: si insegnava loro a leggere, scrivere, fare i conti e venivano forniti loro elementi di botanica, fondamentale per il processo produttivo della filiera.
Non solo: Donna Francesca comprendeva le difficoltà di vita delle donne, costrette con notevoli disagi a dividersi tra il lavoro e la famiglia; aveva, così, regalato alle impiegate un telaio domestico, facilitando loro il lavoro e riuscendo, inoltre, ad ottimizzare i tempi.
Un esempio concreto di smart working del Settecento!
Si rifiutò inoltre, nonostante i tempi lo consentissero con facilità, di sfruttare il lavoro minorile e realizzò una sorta di nido aziendale per affidare i piccoli figli delle lavoratrici alle suore.
Francesca Sanna Sulis ha fatto propri i valori e gli insegnamenti trasmessi dal padre Francesco; attraverso il rispetto, l’etica e la formazione dei suoi lavoratori è riuscita a creare un vero e proprio mondo della moda.
L’amore per la sua terra
Francesca Sanna Sulis muore il 4 febbraio 1810 a Quartucciu: dona tutti i suoi beni ai poveri di Muravera. L’impresa tessile cessò la sua attività e le piantagioni di gelso vennero sostituite da frutteti.
La città di Settimo San Pietro le ha dedicato una via, la città di Quartucciu, dove Donna Francesca ha vissuto per tanti anni, le ha intitolato la biblioteca comunale.
Muravera, sua città natale, le dedica il Museo dell’Imprenditoria Femminile.
Una sua particolare creazione, “Su cambusciu”, particolare copricapo femminile, è considerato ancora oggi un elemento imprescindibile per alcuni abiti tradizionali del Campidano.
Oltrepassando i confini dell’isola, all’Ermitage di San Pietroburgo, si può apprezzare il ritratto di Caterina di Russia che indossa proprio un abito di Francesca Sanna Sulis.
Donna Francesca è riuscita a coniugare perfettamente il suo spirito innovativo, la sua creatività ed intraprendenza con l’etica nel lavoro e l’amore per la sua terra, fornendo un contributo essenziale alla società e alle donne.
Elena Elisa Campanella