Fiera del Bestiame di Ollastra: inaugurazione della mostra I Dodici Graffi, dell’artista Roberto Ziranu, ed il pomeriggio di approfondimento storico-archeologico, samesArcheotunda: Raffigurazioni di animali nella sardegna nuragica in un mediterraneo agitato
21-26 aprile 2023
Chiesa di San Marco, ore 11
Inaugurazione attività culturali: le arti antiche e moderne della metallurgia
Inaugurazione della mostra I Dodici Graffi dell’artista Roberto Ziranu
A dare il via alle attività culturali che accompagneranno le storiche giornate della Fiera di San Marco (25 e 26 aprile), saranno il taglio del nastro dei lavori in mostra dell’artista Roberto Ziranu con la mostra:
I Dodici Graffiti; curata da Daniela Madau venerdì mattina alle ore 11 presso la cripta della chiesa di San Marco in Ollastra:
che il pomeriggio dalle 16:30 nell’aula della chiesa di San Marco, ospiterà l’approfondimento di studi storici dedicato alle:
Raffigurazionidi animali nella Sardegna nuragica in un mediterraneo agitato; curato dall’Ufficio di Piano dell’Unione dei Comuni che sia avvale della consulenza dell’archeologo Giovanni Meloni.
Un fitto calendario di attività culturali e di giornate dedicate alle produzioni agroalimentari del territorio anticiperanno le giornate della storica Fiera del Bestiame di Ollastra.
La Fiera del Bestiame, spiega il sindaco Osvaldo Congiu, incarna la storia, l’economia e la società di ciascun cittadino di Ollastra.
Da quasi due secoli è un appuntamento economico e sociale di riferimento non solo per il Campidano.
I più anziani, quasi centenari oggi, la ricordano svolta perfino negli anni delle Grandi Guerre mondiali.
Nell’organizzare questa annualità, siamo partiti proprio dalla memoria sia orale che documentale.
È stato proprio lo spoglio dei documenti dell’archivio comunale, in fase di ammodernamento e di digitalizzazione, ha rimandato l’esistenza della Fiera di San Marco sino al 1839.
Già solo questo, la rendono, di fatto, un patrimonio della tradizione e della storia economica da oltre una decina di generazioni; la Fiera di San Marco è patrimonio dell’intera nostra comunità e del territorio della Sardegna e del Campidano centrale in particolare.
Con questo spirito abbiamo lavorato ad una più strutturata nuova Fiera di San Marco:
abbiamo orientato uno scavo d’archivio fra i documenti conservati in Comune; chiesto aiuto ai cittadini affinché, dagli archivi famigliari possano emergere quante più notizie, documenti, fotografie o dipinti; che aiutino gli studiosi a ricostruire il passato della Fiera del Bestiame.
Per questa ragione, grazie al prezioso contributo della Regione Sardegna ed alla consolidata collaborazione organizzativa della Pro Loco abbiamo scelto,-
in un’idea di estensione e condivisione collettiva del patrimonio storico della nostra comunità, –
di coinvolgere in attività anche tutte le associazioni culturali e la scuola sì che il territorio e la nostra storia, anche nelle arti antiche come moderne siano conosciute e trasmesse alle generazioni più giovani ed a quanti verranno a visitare Ollastra anche solo per un giorno.
Attività e visite guidate
In questo contesto si inseriscono le attività che animeranno le giornate, a partire dal sabato 22 aprile, delle guide turistiche del progetto Bassa Valle del Tirso e del Grighine, con una programmazione di visite guidate gratuite alle chiese di Ollastra dedicate a tutti i visitatori ed agli allievi ed allieve delle scuole primarie e secondarie di primo grado di Ollastra, Simaxis, Zerfaliu, Siamanna e Siapiccia e Villaurbana ed una mostra curata dall’Associazione culturale Il Quadrifoglio che curerà nella chiesa di San Marco, la mostra “S’Antigoriu” Segni del Passato.
Per l’inaugurazione, venerdì 21 aprile, la metallurgia, che tanta parte ha ed ha avuto anche nella vita rurale della storia dell’uomo sarà il tema principe della giornata di esordio e degli incontri artistici e laboratoriali delle scuole del territorio.
Il ferro di Roberto Ziranu, la mattina e i bronzi nuragici, il pomeriggio di studio: forme ed ispirazioni diverse che usano le arti antiche del metallo per fotografare momenti di storia dell’uomo.
La mostra: I Dodici Graffi di Roberto Ziranu è curata da Daniela Madau
Gli spazi scelti per l’allestimento sono volutamente evocativi e provocativi: la cripta della chiesa di San Marco ospiterà infatti, i ritratti su lastre di ferro elaborate artisticamente con la tecnica dell’incisione e dello sbalzo.
Da lastre di ferro, con maestria antica, prendono forma i volti di figure di spicco del mondo dell’arte e della cultura, dello sport e della nostra identità, uomini e donne che hanno segnato la storia o l’immaginario della Sardegna.
Lastre di ferro diventano ritratti narranti da chiaro scuri generati dai riflessi delle incisioni e dagli sbalzi ottenuti dalle migliaia di martellate che l’artista implicati vanno a connotare l’aurea che i protagonisti prescelti dall’artistica sono riusciti ad ispirare.
Un percorso artistico che rende omaggio a volti noti della contemporaneità come Gigi Riva, Maria Carta, Paolo Pillonca, Giovanni Lilliu, Costantino Nivola, Grazia Deledda, Piero Sanna, Edina Altara, Andrea Parodi e Maria Lai o dell’immaginario storico come Eleonora d’Arborea o l’Accabbadora.
Raffigurazioni di animali nella Sardegna nuragica in un mediterraneo agitato
Ancora il metallo protagonista del pomeriggio di studio che vede protagonisti alcuni degli archeologi più attenti al mondo delle produzioni artistiche di sardi; costruttori di nuraghi che avevano imparato, con la tecnica a cera persa, a modellare il bronzo in forme utili per la vita di ogni giorno; ma anche in piccole sculture che restituiscono, a distanza di migliaia di anni, delle istantanee di vita dei sardi vissuti al tempo dei nuraghi e nei tempi successivi.
Da queste figurine di madri, di donne, di sacerdotesse, di uomini, di soldati armati, di carri ed anche di animali.
Quelli che i nuragici conoscevano come il cervo, di cui avevano imparato a conoscere le stagioni ed i percorsi di transumanza; i buoi aggiogati o il grande toro le cui corna avevano già prima del tempo dei nuraghi, rappresentato la forza dell’uomo e della natura nelle sepolture.
Gli studi archeologici legati alle raffigurazioni di animali, rimandano ad un’analisi interessante della vita delle comunità sarde che avevano vissuto in Sardegna; in particolare nel secondo e primo millennio avanti Cristo.
Molto si evince dall’osservazione di queste sculture in bronzo che raccontano del rapporto fra natura ed esseri umani ed animali.
Immagini di un mondo lontano di una Sardegna che dialoga con un Mediterraneo crocevia di genti, culture, tradizioni, tecniche di lavorazione dell’argilla e dei metalli.
Sentire di una cultura mediterranea che non conosce i confini moderni di luoghi, di continenti, di limiti territoriali; ma che si muove nel mondo conosciuto con una fluidità di noi la scienza anche archeologica sta disegnando i tracciati.
All’incontro di approfondimento e studio curato dall’Ufficio di Piano dell’Unione dei Comuni che sia avvale della consulenza dell’archeologo Giovanni Meloni, hanno aderito gli archeologi:
Alessandro Usai, Alfredo Carannante, Mauro Perra e Alfonso Stiglitz, l’archeologa Anna De Palmas e Lavinia Foddai.
Registrazione della conferenza visibile sul canale https://www.youtube.com/@samesArcheotunda
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