Indagine nomine. Sardegna chiama Sardegna: «il poltronificio deve chiudere!»
Il movimento politico Sardegna chiama Sardegna, commenta l’indagine nomine con i suoi portavoce: «l’ennesimo schiaffo nei confronti di un’isola che soffre»
Sardegna chiama Sardegna, movimento politico nato da un appello di giovani under 40 che, in seguito a una grande assemblea di presentazione tenutasi il 6 novembre ha raccolto un migliaio di adesioni e organizzato negli ultimi 4 mesi più di una ventina tra incontri territoriali e tavoli tematici, commenta la notizia con i suoi portavoce:
«La magistratura farà il suo corso e a noi non spetta emettere condanne. Tuttavia questo è l’ennesimo schiaffo nei confronti di un’isola che soffre. E’ infatti governata da una trama opaca di pezzi di politica. I dirigenti regionali e imprenditori curano infatti esclusivamente i propri interessi clientelari.» – dichiara Danilo Lampis – «Bisogna affrontare di petto la nuova “questione morale” che soffoca la Sardegna. Il “poltronificio” deve chiudere. Bisogna slegare le nomine dei dirigenti della Regione, degli Enti e delle Agenzie dalla politica, a favore della trasparenza. Ma anche a favore del rendimento istituzionale e della ricostruzione della fiducia tra cittadini e istituzioni.»
La necessità di un’alternativa
Conclude Nicoletta Pucci: «Dall’altro lato serve a ben poco rivendicare le dimissioni del Governo regionale senza costruire una solida alternativa insieme alle migliori energie presenti nella società sarda, oggi tenute ai margini. Dal canto nostro ce la stiamo mettendo tutta. Più di una ventina gli incontri territoriali e tematici organizzati in questi ultimi quattro mesi, che continueranno a ripetersi nei prossimi. Solo con una presa di parola corale e diffusa, dalla parte delle esigenze della maggioranza dei sardi, la Sardegna potrà avere una classe dirigente in grado di sprigionare le potenzialità della nostra terra. Non esistono scorciatoie.»