Musica popolare sarda. Otre 300 associazioni non possono programmare le attività perché la Regione non pubblica il bando per i contributi previsti.
“Solo ieri abbiamo celebrato Sa Die de Sa Sardigna in cui si onorano la cultura e la storia millenaria della nostra Isola e a far parte della nostra identità c’è anche la musica popolare. Evidenzia Antonio Piu consigliere regionale di Europa verde. Ma ad oggi la Regione non ha provveduto alla pubblicazione dell’avviso annuale per i contributi previsti dalla legge regionale 64 (del 18 novembre 1986). Di cui possono beneficiare le associazioni che si occupano della promozione delle attività musicali popolari sarde”.
Sono oltre 300 le associazioni che attendono il bando per poter presentare la domanda di contributo. Per il quale è previsto uno stanziamento annuale di 700 mila euro. Che senza non possono programmare le attività annuali. “Tra loro ci sono complessi musicali bandistici, gruppi strumentali di musica sarda, gruppi corali polifonici, gruppi folcloristici isolani. Sottolinea Piu. La mancata definizione in tempi celeri del sostegno inciderà inevitabilmente sulla programmazione delle attività di oltre 300 organismi dell’intera regione. Coinvolti in eventi di tipo identitario, religioso e tradizionale nonché impegnati nella diffusione della cultura sarda nel mondo attraverso la partecipazione a manifestazioni nazionali e internazionali“.
Il consigliere di Europa verde ha depositato un’interrogazione firmata con i colleghi del gruppo Alleanza rosso-verde rivolta alla Giunta e all’Assessore regionale della Pubblica Istruzione, Beni culturali. Informazione spettacolo e sport per conoscere le motivazioni della mancata pubblicazione dell’Avviso e quali siano le misure che intendono intraprendere, in termini di semplificazione procedurale. Affinché si verifichi una effettiva accelerazione delle liquidazioni, assicurando alle associazioni interessate i sostegni previsti dalla legge regionale in tempi certi e accettabili.
“Ho inoltre intenzione. Conclude Piu. Di presentare una proposta da integrare al Collegato per introdurre un aumento di spesa del capitolo e portarlo da 700 mila euro a 1 milione e inoltre di verificare la fattibilità per creare un albo delle associazioni”.
“La Sardegna e il suo immenso patrimonio culturale non può essere celebrato solo il 28 aprile, deve tradursi in atti concreti da parte di chi governa la Regione, agevolando la programmazione di coloro che, con spirito di servizio, promuovono la nostra identità evitando i ritardi e le inadeguate mancanze a cui a questa Giunta ci ha abituati“.
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