Assicurazioni agricole. Confagricoltura alla Regione: emergenza nelle aziende
Soddì, 16 maggio 2023 – “Senza i fondi con cui la Regione cofinanzia le assicurazioni agricole, l’intero mondo delle campagne rischia di subire un duro colpo di fronte alle calamità naturali, sempre più frequenti a causa della crisi climatica, e di fronte all’irrinunciabile smaltimento delle carcasse animali che bisogna continuare a garantire negli allevamenti della Sardegna”. Così il presidente di Confagricoltura Sardegna, Paolo Mele, che ha aggiunto: “Ci appelliamo al senso di responsabilità di tutta la politica regionale affinché licenzi subito i provvedimenti necessari a sopperire alla dimenticanza registrata nell’approvazione della Legge di Stabilità 2023, dove per le assicurazioni agricole e zootecniche si doveva finanziare lo stanziamento di circa 35milioni di euro per il triennio 2023-2025, quasi 12milioni per ogni annualità”.
Con l’estate aumentano i rischi.
Il mancato rinnovo di questo cofinanziamento regionale era stato già sollevato da Confagricoltura Sardegna oltre due mesi e mezzo fa. Con un intervento del presidente Mele che sollecitava una correzione da mettere in cantiere al più presto. In vista della stagione estiva sono sempre più insistenti le chiamate che gli uffici di Confagricoltura stanno raccogliendo dalle imprese agricole. Chiamate per cercare di risolvere subito il problema. Nei mesi più caldi aumenta infatti la moria fisiologica degli animali negli allevamenti. Così come aumentano le potenziali criticità meteorologiche legate a calamità come le grandinate o le trombe d’aria che possono investire le colture ortofrutticole.
Lo smaltimento carcasse.
“Non poter contare su uno strumento importante come il ritiro delle carcasse animali in azienda vuol dire mettere a rischio un equilibrio sanitario, già precario per altri motivi, su cui abbiamo investito risorse ed energie importanti in questi anni”. Lo ha detto Domenico Serra, 56 anni e pastore di Soddì (Oristano), che ha aggiunto: “In ambito di biosicureza ci siamo dovuti adeguare a una serie di direttive emanate dall’Unione europea, lo abbiamo fatto seguendo corsi organizzati dalla Regione e prendendo impegni anche sul nostro modo di fare allevamento.
Ci abbiamo creduto e poi oltre al danno è arrivata anche la beffa con le istituzioni che si dimenticano di inserire, nella Finanziaria 2023, le risorse con cui cofinanziare le assicurazioni: indispensabili per poter smaltire gli animali. Animali che muoiono fisiologicamente o periscono per le malattie persistenti che colpiscono le nostre greggi come: lingua blu, scrapie, visna maedi, ecc.
Da parte nostra, da parte di chi lavora ogni giorno sul campo – ha proseguito Serra –, è stata garantita la massima collaborazione e lo stesso è stato fatto dal sistema assicurativo e da chi si occupa del ritiro dei capi in azienda. Ora, con la stessa solerzia e determinazione, ci aspettiamo che la politica regionale si adoperi rapidamente affinché gli impegni economici assunti siano onorati. Non è accettabile che il peso delle responsabilità, come spesso accade quando le cose non quadrano, debba ricadere sull’anello più debole della catena. Su noi pastori”.
Confagricoltura Oristano.
“Non assicurare il ritiro puntuale delle carcasse animali significherebbe tornare indietro di oltre 20 anni. Ossia a quando la biosicurezza che per fortuna conosciamo oggi nelle aziende era ancora agli inizi. I nuovi traguardi sanitari raggiunti negli allevamenti hanno, infatti, portato ad avere prodotti di incredibile eccellenza qualitativa e di indiscutibile sicurezza per i consumatori. Non a caso, garantire alti standard nella salute animale significa raggiungere ottime condizioni di salute per i cittadini”.
Lo ha detto il direttore di Confagricoltura Oristano, Roberto Serra, che ha aggiunto:
“Il poter stipulare una polizza assicurativa in un’azienda ha il potere di incentivare e sostenere l’agricoltore ad affrontare l’annata agraria; sfidando le insidie meteorologiche sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici. Senza il cofinanziamento di questi interventi si mette quindi a rischio lo spirito d’impresa di migliaia di persone che ogni stagione decidono di puntare tutto sulla produzione agricola”.