Il Popolo della Famiglia Sardegna desidera intervenire dopo esser venuto a conoscenza dell’incredibile vicenda di Lorena Barranca, madre di due bambini di 3 e 7 anni, che lavora a Cagliari ma vive a Porto Torres con la sua famiglia. Lorena è dipendente Poste italiane da 10 anni e da circa 6, per svolgere il suo lavoro, attraversa quotidianamente la Sardegna (480 km andata e ritorno, 5 ore di viaggio in auto) perché a casa ha i due bambini che la aspettano.
Barbara Figus, coordinatrice regionale del Popolo della Famiglia: “ Sono rimasta senza parole quando ho letto la storia di Lorena. Esprimo a lei tutta la mia vicinanza e quella del Popolo della Famiglia. Mi sembra impossibile che nel 2023 possano accadere fatti come questo. Ci troviamo di fronte ad un’ingiustizia che è durata anche fin troppo tempo, nel silenzio più totale. Comprendo bene lo sconforto e la rabbia di Lorena. Prosegue la coordinatrice “Come lei anch’io sono una mamma e faccio fatica a capire come un’azienda seria come Poste Italiane non sia intervenuta per trovare un semplice avvicinamento lavorativo per questa signora. Parliamo tanto di diritti delle donne, di aiuti alle famiglie e alla maternità. Ma nella pratica non riusciamo a venire incontro a chi si trova realmente in difficoltà.
Noi del Popolo della Famiglia – conclude Barbara Figus -, per venire incontro alle madri come Lorena, avevamo presentato in Parlamento, già qualche anno fa, il reddito di maternità. Ovvero una proposta di legge che puntava sul riconoscimento lavorativo della funzione della madre. Alla donna, infatti, veniva offerto un diritto in più, quello di scegliere anche il lavoro domestico come impegno in cui espletare la propria femminilità prevedendo il pagamento di uno stipendio di 1.000 euro al mese per i primi 8 anni di vita di ogni figlio. Una proposta che il neo Governo Meloni, ci dispiace ricordarlo, ha snobbato sino ad oggi ma che sarebbe stata un’ottima soluzione per vicende come quella di Lorena Barranca e di tante altre madri italiane che, in piena libertà, vorrebbero dedicarsi completamente ai figli, almeno nei loro primi anni di vita”.
Sulla vicenda interviene anche Antonello Deiana, coordinatore per il nord Sardegna del Popolo della Famiglia: “Spero vivamente che i dirigenti di Poste Italiane. Più che costringere questa e altre donne madri al licenziamento. Si adoperino concretamente per trovare una sistemazione più umana per loro. Questa può essere l’occasione per l’azienda di migliorare il proprio rapporto con le dipendenti che cercano di conciliare famiglia e lavoro. Poste Italiane ha ora la possibilità di diventare un modello da imitare. Non se la faccia sfuggire”.
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