Entro due anni sarà disponibile un vaccino che debella il tumore alla prostata.
È quanto è emerso nell’ultimo corso di aggiornamento che si è volto ad Olbia.
Appuntamento organizzato dall’Ordine dei Medici chirurgici e degli Odontoiatri della provincia di Sassari, sabato 6 maggio. Responsabile scientifico il dott. Massimo Madonia.
Incontro moderato dal presidente dell’Ordine dei Medici di Enna, Renato Mancuso e da Giuseppina Romano della clinica Urologica dell’Aou di Sassari.
Mancuso e Madonia hanno fornito assicurazioni sull’arrivo, entro due anni, di un vaccino personalizzato per sconfiggere il cancro alla prostata.
Le ricerche per debellare il Covid–19 hanno consentito un’accelerazione della ricerca sulle tecniche m-RNA. Queste porteranno a sconfiggere il male del secolo in tempi brevi.
Nell’ECM su “Le nuove frontiere della terapia nel tumore prostatico” sono state illustrate le prospettive per la cura di una patologia. Questa costituisce la seconda causa di morte per carcinoma in Italia.
Già negli ultimi anni si sono registrati notevoli miglioramenti da un punto di vista
diagnostico, chirurgico e post-operatorio.
Il nuovo robot consentirà di praticare nell’addome del paziente un solo foro, anziché sei (come avviene attualmente). Consentirà anche di migliorare ulteriormente la precisione degli interventi in una zona molto delicata per le invisibili innervature che determinano le funzioni erettili e urinarie.
Il convegno si è aperto con i saluti del Presidente dell’Ordine provinciale di Sassari, Nicola Addis. Prima di iniziare, ha chiesto ai partecipanti un minuto di silenzio per ricordare la dott.ssa Barbara Capovani, l’ultima vittima di violenza contro i medici.
La dott.ssa Sonia Marra ha gestito la prima relazione del convegno. Ha illustrato la “tecnica fusion” nel percorso diagnostico. Consente di sovrapporre le immagini provenienti da esami differenti per avere maggiori elementi nell’interpretazione delle biopsie.
A seguire, l’intervento del dott. Antonio Savigni sulla comunicazione medico–paziente. Ha evidenziato come “l’arte di prender cura comprende anche quella di saper comunicare”. Una diagnosi tumorale cambia la vita di un soggetto. Ecco perché occorre un approccio multidisciplinare che parte dal medico di famiglia fino al supporto psicologico.
Un argomento trattato anche dalla dott.ssa Giuseppina Romano che ha evidenziato l’importanza del medico di base per la conoscenza del paziente. Ma anche la sua familiarità ed anche la personalità.
Sulla “terapia focale” si è soffermato il dott. Andrea Carlino. Ha evidenziato l’importanza di trovare il giusto equilibrio tra l’eradicazione del tumore e la minima invasività della lesione chirurgica. Questo per limitare o evitare effetti collaterali come la disfunzione erettile e l’incontinenza.
Il dott. Julio Ovalle ha parlato di “riabilitazione del pavimento pelvico nel post operatorio”. Per i pazienti operati alla prostata, è stato predisposto a Sassari, un ambulatorio nel reparto urologico dell’Aou. Qui viene portato avanti un programma personalizzato. Prevede sedute di fisioterapia, elettrostimolazione e farmacologico.
Infine, il dott. Angelo Panariello si è occupato della complessità della diagnosi del carcinoma alla prostata. Ha sottolineato l’importanza dello stato clinico generale del paziente nella diagnosi per stabilire i parametri di aggressività di un tumore.
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