L’artista si è fatto attendere, rispetto all’orario stabilito per l’inizio del concerto, ma la simpatia umana, l’umiltà e il talento innegabile hanno conquistato subito tutti i presenti.
L’evento musicale è stato curato nei dettagli: i musicisti, la vocalist Stefania Tasca, luci e atmosfere sono state molto apprezzati. Soprattutto le canzoni, e gli aneddoti relativi alla loro composizione, hanno deliziato, divertito e commosso anche chi, magari, non conosceva profondamente il repertorio di Ron; molti brani famosi, cantati da Lucio Dalla, sono nati da un’alchimia quasi magica e immediata tra i due cantautori, che hanno tradotto in dense immagini poetiche la verità degli uomini, le loro storie, le gioie, le paure.
Persone di ogni età hanno sognato e cantato sulle note di “Una citta per cantare”, “Vorrei incontrarti fra cent’anni”, “Il mondo avrà una grande anima”, “Il gigante e la bambina”, “Anima”, “Futura”, “Cosa Sarà”, “Piazza Grande”, “Attenti al lupo” e tante altre. Veramente pezzi di autentica bravura autoriale e originalità compositiva.
“Tutti quanti abbiamo un angelo” e “Abitante di un corpo celeste”, apparentemente giocose. Fanno riflettere sul bisogno di conforto e sostegno che ciascuno di noi avverte in alcune circostanze della vita.
La musica è un linguaggio universale e alla fine dell’esibizione ciascuno è tornato a casa con un ricordo o un’emozione del suo presente. Le canzoni, quando scaturiscono dalla sensibilità artistica e culturale di chi le scrive, rappresentano un’epoca intera; evocano sogni e bisogni di varie generazioni: scendono in profondità e rivelano chi siamo. Ron ha narrato sé stesso e tutti noi in una carriera lunga e fortunata; e, il 19 maggio sera, da performer di pregio, ha consegnato con trasporto generoso la sua “grande anima” a tutto il suo pubblico.
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