Da venerdì 24 marzo 2023 al 25 giugno Palazzo Reale a Milano ospita la retrospettiva HELMUT NEWTON LEGACY, ideata in occasione del centesimo anniversario della nascita dell’innovativo fotografo di moda. La mostra è Promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Marsilio Arte, in collaborazione con la Helmut Newton Foundation di Berlino. Seguiranno il tour espositivo Roma, presso il Museo dell’Ara Pacis nell’autunno 2023 e Venezia, all’interno del nuovo centro Le Stanze della Fotografia nella primavera 2024.
«Bisogna essere sempre all’altezza della propria cattiva reputazione» – Helmut Newton.
L’esposizione, tra provocazione e sostenibilità
Newton ridefinisce i limiti morali e ludici ritraendo figure libere, eleganti ed erotiche. La mostra è curata da Matthias Harder (direttore della Helmut Newton Foundation) e da Denis Curti (direttore artistico de Le Stanze della Fotografia) e ripercorre attraverso 250 fotografie inedite, riviste, documenti e video con un focus sulle provocazioni più iconiche della sua carriera, mentre pubblicazioni speciali, materiali d’archivio e dichiarazioni del fotografo consentono di contestualizzarne le scelte creative.
L’allestimento della mostra sposa la sostenibilità con l’uso di materiali riciclati: nylon rigenerato per la pavimentazione e pannellature in MDF rivestite di cotone che a fine mostra sarà riutilizzato. Una speciale borsina disegnata da Tiziano Guardini, sustainability consultant della rassegna, è stata realizzata in Vegea – tessuto simile alla pelle ricavato dagli scarti dei processi di vinificazione.
Che genere di nudità?
Helmut Newton è il fotografo più pubblicato della storia, la sua carriera è incategorizzabile e le sue opere che sono entrate nella memoria collettiva.
É tra i primissimi fotografi a valorizzare i suoi scatti fuori dalle pagine delle riviste di moda, esponendole nel circuito delle gallerie e nei musei, contribuendo così a ridurre la distanza tra i diversi generi artistici.
Il percorso espositivo presenta in ordine cronologico tutte le fasi del suo lavoro, dagli esordi alle ultime produzioni, con oltre sei decenni di scatti che sviluppano dalla sua singolare concezione della femminilità.
“Newton non è stato semplicemente un provocatore, the King of Kink, com’era soprannominato. Helmut Newton non era tanto o solo il maestro del nudo femminile. È stato soprattutto un genio capace di reinventare il linguaggio fotografico, osando qualcosa che nessuno aveva fatto prima nel mondo della fotografia commerciale” (Denis Curti).
Newton riceve riconoscimenti in tutta Europa e il mercato dell’arte risponde attribuendo quotazioni elevatissime ai suoi scatti di moda. In occasione del suo ottantesimo compleanno, gli viene dedicata una retrospettiva alla Neue Nationalgalerie di Berlino. Nel 2004 muore a Los Angeles pochi mesi prima dell’apertura della sua Fondazione a Berlino, della quale diventa presidente la moglie June, figura estremamente presente nel processo creativo – come ben esplicitato nel celebre Autoritratto con la moglie e le modelle.
Dal corpo vestito al vestito corporeizzato
Newton nasce a Berlino nel 1920 da una ricca famiglia di origine ebrea, inizia la propria formazione a 16 anni come assistente della famosa fotografa di moda Yva, ma presto lascia la città per sfuggire alle persecuzioni. Insieme alla futura moglie, l’attrice June Brunell, apre uno studio a Melbourne e inizia a dedicarsi alle sue celebri collaborazioni con le edizioni internazionali di Vogue.
Il fotografo definisce il suo stile a Parigi negli anni sessanta con Yves Saint Laurent e Karl Lagerfeld, catturando lo spirito della rivoluzione sessuale in scatti metafisici che trascendono la rappresentazione canonica dell’abbigliamento come accessorio. Lo stesso Newton diceva che i tacchi alti gli piacevano perché enfatizzano la muscolatura delle gambe e perché suggeriscono un che di pericoloso.
Nell’1981 elabora i cambiamenti nel ruolo sociale delle donne occidentali con l’innovativa serie di dittici per Vogue Italia e Vogue France Naked and Dressed, in cui accosta scatti identici ritraenti le modelle vestite e successivamente nude, nelle stesse pose. É anche il periodo delle stampe senza veli a grandezza naturale Big Nudes. Negli anni novanta dedica il proprio approccio avanguardistico a note campagne pubblicitarie per Chanel, Mugler, YSL.
Voyeurismo: la parafrasi in chiave ironica di una fantasia sadomaso.
Newton si autodefinisce un voyeur professionista e del resto, come sosterrà lui stesso, se un fotografo dice di non essere un guardone allora è un’idiota.
“Non è stato solo un fotografo di moda: è stato un visionario, un genio capace di leggere la società fin nelle sue pieghe più nascoste. Con la sua fotografia ha dato forma a desideri, fantasie e perversioni, senza per questo rimanere invischiato in una volgarità grossolana e fine a se stessa. Rivoluzionario.” (Denis Curti).
Stile e ispirazioni
Il potere e l’eros, così come l’aleggiare di un pericolo incombente, sono elementi che ricorrono nel mondo visivo di Newton. Un narratore in versione patinata, tanto raffinato quanto intelligente, per il quale tutto diventa fonte di ispirazione. Gioca con i codici e rimescola i generi, dalla pubblicità alla storia dell’arte e le sue immagini suggeriscono storie che spesso contengono un elemento di intrigo. Il suo interesse per la tematica del doppio (Doppelgänger) emerge nelle immagini raddoppiate e nell’accostamento tra manichini e modelle in carne e ossa.
“Intrecciava considerazioni commerciali ed eleganza, stile e voyeurismo, creando una commistione tanto inimitabile quanto difficile da dipanare. Questo approccio è intrinseco alla sua innovativa esplorazione del mezzo fotografico. Si interessava all’arcano come pure agli scatti dei paparazzi e alle fotografie segnaletiche utilizzati dalla stampa sensazionalistica: un misto di titoli cubitali, cronaca nera e notizie scandalistiche” (Mathias Harder).
Attinge al surrealismo, ai racconti di fantasia di E.T.A. Hoffmann, alla pittura (Maya Desnuda e Maya Vestida di Goya ne sono un chiaro esempio), al cinema – dal trasformismo femmineo di Metropolis (Fritz Lang), alla serie su James Bond, a Truffaut, Fellini, Intrigo Internazionale di Alfred Hitchcock.
I suoi grandi formati riprendono le gigantografie dei ricercati berlinesi, tematizzando in modo inconsueto corpo femminile e morale.
“Nel libro Yellow Press trae ispirazione da fotografie di scene del crimine e fatti di cronaca nera. Newton dichiara di avere una vera e propria ossessione nei confronti di questo genere fotografico, cifra distintiva di riviste popolari in Italia, in Francia e nel Regno Unito, quali Cronaca Vera, Paris Match e True Detective. L’autore ritaglia e conserva nei suoi diari le immagini che maggiormente lo colpiscono e, al momento opportuno, le utilizza come bozza per le sue produzioni” (Denis Curti).
I ritratti
Newton realizza molti ritratti di celebrità del cinema, della moda e delle arti, tra cui personalità famose, affascinanti o chiacchierate, per ciascuna delle quali sviluppa uno scenario a sé. In questa mostra ammiriamo la sua interpretazione quasi sovrannaturale di Angelica Houston, la sensualità consapevole e matura di Catherine Deneuve, l’inaccessibile introspezione di David Bowie, la sfrontatezza di Mick Jagger e Monica Bellucci e la bizzarra posa di Andy Warhol, ispirata a un monumento funerario che aveva colpito l’attenzione del fotografo.
Femminista controverso
Negli anni settanta il suo lavoro fu oggetto di critiche da parte del movimento femminista; Newton vi reagì dichiarandosi a sua volta femminista. L’accusa era quella di fare pornografia, di diffondere l’immagine di una donna-oggetto.
“Se prendiamo i Big Nudes, quella che ci viene restituita è l’immagine di donne imperiose, padrone del proprio corpo. Non è degradazione, ma rovesciamento delle regole dell’erotismo” (Denis Curti).
Lo scopo di Newton è scuotere il sistema e spingere il pubblico a ripensare ruoli, rapporti e dinamiche di potere.
Rue Aubriot
“Lo scatto illustra la collezione di haute couture 1975-1976 di Yves Saint Laurent; scatti notturni in cui la modella era sempre sola. L’immagine trasmette una certa ambiguità; Newton realizzò la scena nel quartiere Marais di Parigi, in cui abitava, dove le prostitute si esponevano allo sguardo dei potenziali clienti. La donna all’apparenza inaccessibile della fotografia si presenta moderna, elegante e sicura di sé, ma allo stesso tempo ci si chiede chi stia aspettando in quel luogo. In questa enigmatica messa in scena, Newton forse alludeva anche ai dipinti di Ernst Ludwig Kirchner dei primi anni dieci del Novecento, in cui le cocotte fumano aspettando i clienti sulla Pariser Platz di Berlino. Kirchner, come Newton una sessantina d’anni dopo, collocava le sue donne vestite alla moda in un campo di tensione tra prostituzione e stile di vita moderno e urbano, tra eleganza e decadenza. Dopo aver scattato questa fotografia, Newton colloca accanto alla donna in tailleur pantalone una modella nuda; in questo modo, la donna vestita sembra ancora più androgina. A metà degli anni settanta questa giustapposizione era ancora troppo radicale per essere pubblicata su una rivista di moda” (Matthias Harder).
Pioniere del Noir aspirazionale
Le fotografie di moda iniziano a uscire dagli studi fotografici, stravolgendo il concetto di set. Newton realizza servizi in contesti di lusso sfrenato; in elicottero, su spiagge hawaiane, in hotel parigini o a bordo piscina in ville private. È con lui che per la prima volta la fotografia pubblicitaria e di moda abbandona la dimensione puramente descrittiva per passare a quella aspirazionale. In queste immagini le modelle smettono di guardare in macchina e cominciano a recitare, spesso in situazioni che si rifanno all’iconografia noir. Newton porta nella fotografia di moda una dimensione realistica, che ha a che fare con il quotidiano, pur contemplando una forte componente onirica: ambientazioni da sogno, corpi statuari, ricchezza ed eleganza.
Il lavoro di Newton è sempre il risultato di una riconfigurazione dell’immaginario, un’operazione eseguita giocando con strumenti – che non appartengono al mondo della fotografia commerciale, ma connotano precisi momenti storici – imbibiti di ammiccamenti erotici e provocazioni culturali.
Articolo e Ph a Cura di Tiziana Elena Fresi.