La storia di Francesca Sulas lasciata sola dalle istituzioni
Il Popolo della Famiglia Sardegna interviene per segnalare l’evolversi della vicenda di Francesca Sulas, una ragazza di 37 anni di Maracalagonis, che a causa della fibromialgia di cui soffre dal 2019 si è vista costretta ad abbandonare il lavoro e ora ha perso la casa perché impossibilitata a pagare l’affitto per diverse mensilità.Abbiamo chiesto di raccontarci la storia di Francesca a Pietrina Oggianu, scrittrice, attiva da anni nel volontariato in diverse associazioni tra le quali ALGEA (Associazione Fibromialgia e dolore cronico). Affetta anch’essa da fibromialgia, ha deciso da subito di abbracciare la causa di Francesca Sulas.
Dal 2016, da quando le venne diagnosticata la fibromialgia, Pietrina Oggianu si batte per sensibilizzare il più possibile su questa patologia ed è tutt’oggi in tour, in giro per l’Italia, per la presentazione del suo nuovo libro “Avrei voluto urlare”. E’ venuta a conoscenza della vicenda di Francesca Sulas dalla diretta interessata che l’ha contattata tramite i social e le ha raccontato delle difficoltà che stava attraversando.
– Pietrina, quali conseguenze concrete può avere la fibromialgia nella vita di chi ne soffre e, in questo caso, nella vita di Francesca?
– “E’ risaputo che la maggior parte delle persone che soffrono di fibromialgia perdono di conseguenza il lavoro. Questa patologia, non essendo riconosciuta, non garantisce a chi ne soffre nessun tipo di esenzione, di pensione e porta a vivere una situazione molto difficoltosa. E’ quello che è successo a Francesca, che si è trovata costretta a dover lasciare il lavoro. Non ha potuto nemmeno usufruire del reddito di cittadinanza. A causa di problemi di natura burocratica, Francesca non ha potuto neanche richiedere la documentazione isee e altre autorizzazioni che le avrebbero permesso di ottenere alcuni contributi indispensabili per il suo sostentamento.
Il Comune di Maracalagonis ha ignorato quasi completamente la sua disperata richiesta di aiuto negandole qualsiasi aiuto economico o di qualsiasi altra natura. L’unico aiuto offerto a Francesca era di farla ospitare in una stanza all’interno di una struttura, con la prospettiva di dover abbandonare la sua vita e la sua famiglia, composta dal compagno e da cinque cani. Giustamente Francesca ha rifiutato l’offerta”.
– A Francesca è stato consegnato un documento di sfratto. Il Comune di Maracalagonis è intervenuto per sospendere questa procedura?
– “Il 18 aprile scorso era programmato lo sfratto, cosa di cui sia il Comune che i servizi sociali erano al corrente. Quel giorno Francesca si è trovata completamente sola, senza nessun sostegno da parte del Comune e di nessun altro. L’unica ad intervenire tempestivamente è stata la sottoscritta, per telefono da Milano, mettendomi in contatto direttamente con l’ufficiale giudiziario al quale ho chiesto di dare un altro mese di tempo per trovare a Francesca una sistemazione migliore. La mia richiesta è stata accolta”.
– Avete chiesto l’intervento risolutivo anche di altri enti o associazioni?
– “Si, è stato chiesto l’intervento anche di alcune associazioni private ma queste, dopo una prima fase in cui garantivano il proprio aiuto, hanno deciso di abbandonare Francesca, soprattutto dopo aver contattato il Comune di Maracalagonis che rassicurava loro di aver fatto tutto il possibile per aiutare la ragazza”.
– Chi non ha idea di cosa rappresenti la fibromialgia, che sbagli può commettere nel relazionarsi a chi ne è affetto?
– “Purtroppo la fibromialgia, non essendo riconosciuta e non avendo un proprio codice identificativo, porta le persone che ne soffrono ad essere giudicate in modo ingiusto, etichettate spesso come nulla facenti o eccessivamente lamentose”.
– A livello politico, c’è stato un riconoscimento della fibromialgia?
– “Ricordiamo che per riconoscere la fibromialgia come patologia invalidante, sono stati depositati diversi disegni di legge in regioni come Piemonte, Lombardia e Toscana. Anche recentemente da un’associazione e da diversi esponenti politici. Tuttavia non siamo mai arrivati a nessuna conclusione positiva. Dalla fibromialgia, mi preme ricordarlo, non si ha purtroppo nessun ritorno economico e l’unica cura garantita è quella con psicofarmaci, antidepressivi e antiepilettici. Niente di più.
Il Popolo della Famiglia Sardegna trova vergognoso che il Comune di Maracalagonis e le istituzioni non siano riusciti a trovare una soluzione idonea per Francesca. Come circolo regionale e come sezione sarda del partito abbiamo provveduto tempestivamente ad organizzare una raccolta fondi tra i vari sostenitori, che ringraziamo di cuore, ed abbiamo fatto avere supporto a Francesca, sia a livello amministrativo che legale, oltre che affettivo.
Un aiuto concreto è arrivato anche da don Elvio, parroco di Maracalagonis. E, prima ancora, dall’elemosineria vaticana che hanno dato da subito il proprio sostegno e hanno fatto trovare a Francesca un appartamento nel nord Sardegna. Abitazione che necessita di garanzie che, però, alcuni nostri sostenitori hanno provveduto per il momento a dare .
Barbara Figus, referente regionale per il Popolo della Famiglia, nonché cofondatrice del Comitato per io censimento dei fibromialgici sardi, così dichiara:
“Ringraziamo davvero chiunque abbia partecipato ad aiutare Francesca in vari modi. Tutto questo è stato ed è tutt’ora fondamentale e la sinergia , specie in situazioni come queste, è importantissima e doverosa. Ricordiamo che, per ciò che riguarda la Sardegna, una legge che riconosca la patologia e tuteli i fibromialgici, in realtà c’è ed è la n. 5 del 18/1/ 2019.
Mai attuata e questo troviamo sia davvero vergognoso. La Regione è inadempiente e ne è consapevole.
Approfittiamo per segnalare e per sollecitare ancora una volta in questo senso.
Come Francesca, migliaia ( nel vero senso del termine ) di fibromialgici attendono che il loro sacrosanto diritto alla salute e all’ assistenza e cura, venga finalmente ottemperato e che venga attuata la ormai “famosa” legge n. 5 “.
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