“Pàn” – Il nuovo cortometraggio di Angelo Guarino
“Pàn” – Il nuovo cortometraggio di Angelo Guarino, disponibile su YouTube dal 25 Novembre 2023, selezione ufficiale Milan Short Film Festival e partecipante alla rassegna cinematografica LatoCorto (LatoB Milano).
Angelo Guarino è nato il 21 Aprile 2001, a Rovereto, in Trentino Alto-Adige.Ha studiato multimedia e audiovisivi al Liceo Aritsitco Depero.
Ora sta concludendo la laurea triennale in Comunicazione, Media e Pubblicità alla IULM di Milano.
Ama il cinema, e perciò studia per diventare regista e sceneggiatore cinematografico.
Recita ed è un grande appassionato di fumetti, soprattutto supereroistici.
Il suo sogno nel cassetto da regista?
Scrivere e dirigere una pellicola su Ghost Rider, il suo personaggio Marvel preferito.
Il suo ultimo lavoro, Pàn, disponibile su YouTube dal 25 Novembre 2023, è selezione ufficiale Milan Short Film Festival e partecipante alla rassegna cinematografica LatoCorto (LatoB Milano).
Con questo link si può vedere il cortometraggio: https://youtu.be/P7lWEEoaoSA?si=aWQd8__IXIHhi9n1
Per l’occasione, abbiamo intervistato Angelo, che in maniera pronta e dettagliata, ci ha raccontato la sua esperienza come artista, il suo corto e le sue ambizioni.
– Allora Angelo, per rompere il ghiaccio, raccontaci perchè sei diventato un regista:
Il mio percorso da regista è ancora acerbo. Ho studiato cinema e fotografia al liceo artistico della città da dove vengo, Rovereto, in Trentino, e ogni mese dovevo realizzare un cortometraggio, quindi a scuola diciamo che la pratica non veniva messa da parte, anche se quelli per il Liceo non riesco a considerarli cortometraggi veri e propri ma piuttosto dei compiti che mi hanno aiutato crescere nello stile e nella tecnica. Al giorno d’oggi tutti possono essere registi, basta definirsi tale. Io mi reputo ancora uno studente, anzi lo sarò sempre, in questo mondo non si smette mai di imparare. Forse solo ora riesco a considerarmi regista, dopo che due corti sono stati proiettati ad un pubblico che non fossero amici o parenti.
– E questo deve farti sentire molto fiero di te. Parlaci dei tuoi precedenti lavori. Com’erano?
Per Sanguinem Crucis è il mio primo cortometraggio, lo considero tale perché è il primo progetto che ho realizzato al di fuori dal Liceo. È un corto che ormai ha 2 anni, della durata di 4 minuti circa, dove il protagonista è un templare in fuga dal Re Filippo di Francia. Mi sono divertito a scriverlo e girarlo. Dopo ho continuato a scrivere soggetti e sceneggiature di potenziali corti che ancora non ho girato, che forse girerò o che non girerò mai. Ma da questo lasso di tempo sono usciti altre due corti: Il peccato di Macbeth, dalla durata di 3 minuti ispirato all’opera teatrale di Shakespeare dove mi concentro sui sensi di colpa del protagonista dopo aver ucciso Re Duncan. E Pàn il mio ultimo lavoro, quello che considero più completo per questa mia prima fase da regista neonato.
– Quali emozioni ti suscita il tuo lavoro?
Sono regista perché amo inventare storie e amo poter ricreare nella realtà un’idea. Quello che ho sempre amato è proprio questo, poter traslare il pensiero e le parole scritte in immagine e audiovisivo, ovviamente ancora adesso sto trovando il mio stile, ma il cinema è così vasto che è difficile non esser influenzati da altre tendenze stilistiche, ed è una cosa che adoro, poter sperimentare vari stili di regia, fotografia e scrittura soprattutto, ma Pàn a livello estetico e tecnico è 100% Angelo Guarino.
– Cosa ha fatto nascere Pàn?
Pàn è nato grazie ad un contest della mia università, la IULM, dove spronava gli studenti a realizzare progetti in diverse categorie: dalla scrittura alla traduzione, dalla fotografia, alla pubblicità e anche il cortometraggio. Quindi ringrazio la mia università per avermi spronato a realizzare questo corto. Era da molto che non creavo qualcosa che mi desse gioia.
– Raccontaci meglio di cosa parla e cosa rappresenta Pàn:
Questo corto è una reinterpretazione di una leggenda che mi raccontava sempre mia nonna prima di andare al mare, dove nel giorno di San Pietro, o di qualche altro santo non ricordo bene, non bisogna andare al mare perché quasi sempre in quel giorno il mare si prendeva un anima. E questa storia mi ha sempre affascinato, non nella sua crudeltà ma nella forza che la natura ha e che tuttora facciamo bene a temere. Quindi ho preso il racconto e lo rimaneggiato a mio piacimento sostituendo la parte “cristiana” con la mitologia greca pagana, visto che la Puglia comunque è stata Magna Grecia in tempi lontani. Con questo corto avevo necessità di raccontare un unione, quella tra uomo e natura. Infatti riprendo molto dal genere del Panismo: la Metamorfosi tra uomo e natura. Non estrema ed esplicita come quella di D’Annunzio ma diciamo che le sue opere sono state molto d’aiuto nella realizzazione del corto. Ciò che desidero raccontare con questo corto è l’unione tra l’uomo e la natura. Mi piaceva dare importanza all’elemento naturale che è il mare, piuttosto che a quello umano, cercando di unire la realtà con la fantasia. La realtà è la preoccupazione della nonna e la bellezza e pericolosità del mare, la fantasia invece sono quei piccoli elementi leggendari e mitologici come la Ninfa del Mare o il filo della vita delle Parche. Insomma posso considerarlo sotto certi aspetti il mio primo lavoro di adattamento. Pàn rappresenta anche la conclusione di un capitolo della mia vita. Sono nato e cresciuto in Trentino ma ogni estate la passavo coi nonni in Puglia tra mare e campagna, ma questo corto sancisce la fine di quell’unione mentale che avevo con questo luogo e l’inizio di un nuovo percorso. È un modo per dire arrivederci, ti ho amato, non ti dimenticherò, ma devo andare avanti, ne ho bisogno. Ho messo tutto il mio amore per il mare in questo cortometraggio, cercando di rappresentarlo come un entità così stupenda quanto temibile, poi in fondo al mio cuire amerò sempre il mare, il corto non è tanto un addio al mare, ma alla terra nella quale sono stato attaccato fin troppi anni e che mi ha limitato in molto. Ormai sono cresciuto, molte cose sono successe nella mia vita, c’è bisogno di cambiare e salpare per quegli orrizonti che il mare ti offre senza continuare a guardarli dalla spiaggia sotto l’ombrellone.
– Un significato sentito e profondo. Perché questo titolo? Perchè “Pàn”?
Pàn fa riferimento al dio greco pagano Pan, senza accento. L’accento è una cosa che ho aggiunto io perché mi piaceva, licenza poetica potremmo dire. Visto che un tema centrale è quello della metamorfosi panica, volevo un titolo non troppo lungo e che non rivelasse troppo, ma che avesse un suono poetico per una lode alla natura.
– Perché hai usato il dialetto pugliese?
Ho usato il dialetto per una questione di stile. Come ho detto prima si è facilmente influenzabili da 128 anni di cinema, questa volta avevo voglia di inserire un altro genere, quello del neorealismo e poi anche per comodità visto che mia nonna, protagonista del corto, parla solo dialetto. A parte la citazione al neorealismo è anche perché volevo creare una storia credibile e reale in questo mondo fantastico. Mi piace che anche la Ninfa parli dialetto perché nel suono delle parole c’è un qualcosa di arcaico e di un tempo passato e lontano, che da un tocco ancora più leggendario alla storia raccontata.
– Parlaci del cast e delle location, com’è stata questa parte del lavoro?
La signora che interpreta mia nonna è effettivamente la mia vera nonna paterna, fin dall’inizio ho pensato a lei per comodità e perché si diverte a fare queste cose. La Ninfa invece, la figura più mistica del corto, è una mia cara amica, Flavia Graps. Inizialmente doveva intpretarla un’altra mia amica che avevo pensato perfetta per il ruolo ma sono successi degli imprevisti e Flavia ha salvato il corto e onestamente ora non riesco a vederci nessun’altra ad interpretare la Ninfa. I suoi occhi sono blu come le profondità del mare e si sposano benissimo col le onde di quest’ultimo. La sua espressività è perfetta per come volevo questo personaggio. È stata molto disponibile e dolce ad aver accettato e ho adorato lavorare con lei e anche con mia nonna. Mia nonna è una vera diva, come se fosse uscita dalla Hollywood Babilonia degli anni ’10, richiedeva e pretendeva. È stata molto brava, ha capito l’importanza della storia, forse perché toccata nel personale dalla relazione tra nipote e nonna.
– Interessante poter vedere queste collaborazioni. Ma passiamo alle parti più tecniche: quanto sono durate produzione, riprese e montaggio?
Ho iniziato a scrivere Pàn appena ho scoperto del contest universitario. Le riprese sono durate 4/5 giorni nel mese di Agosto 2022. Diciamo che è stata la prima produzione con una pre-produzione solida e di questo sono molto contento. Le riprese sotto al sole sono state faticose ma abbiamo trovato un mare stupendo per le scene della Ninfa, tutte le ore sofferte al caldo ne sono valse la pena. Il montaggio è stata la parte più faticosa, ci sono versioni di Pàn che durano di meno, ma è stata una sfida perché mi sono Impegnato molto di più nella parte del Sound deisng, cosa che ho spesso messo da parte con lavori precedenti, anche perché in Pàn il suono è tutto, le onde del mare insieme alla. Colonna sonora composta da mio amico Pietro Andreolli sono le parti più importanti del cortometraggio. È stata molto impegnativa anche la color correction, infatti posso dire che la post produzione è quella che è durata di più. Sembra stupido dirlo ma per 5 minuti di corto ci è voluto quasi un anno di post produzione, perché nel mentre lavori ti vengono altre idee, provi, sbagli e solo dopo tanti tentativi trovi la strada giusta, quella che porta al prodotto finale e poi se si fa tutto da soli, di certo in un mese è difficile finire un progetto così, ho dedicato tutto me stesso a Pàn e sono contentissimo del risultato finale.
– Pàn è stato selezionato al Milan Short Film Festival. Parlaci dell’esperienza nel festival:
Non ho avuto tanta fortuna nei festival in molti è stato squalificato e solo in un festival è stato selezionato ma mai proiettato. Però ho avuto la fortuna di presentarlo il 20 Novembre di quest’anno ad una rassegna di cortometraggi a LatoB Milano. Un’ esperienza stupenda perché ho avuto l’opportunità di far vedere questo cortometraggio ad un pubblico e di poter discutere, dopo la proiezione di questo progetto, aneddoti, di nuove idee e lavori futuri. Comunque nulla è più bello di vedere un tuo corto proiettato sul grande schermo. È sempre un’ emozione, soprattutto quando è un progetto a cui tieni tanto e ci tieni che la gente possa vederlo ed essere anche loro.
– Parliamo del futuro: che progetti hai?
Ad Aprile mi laureo, concludendo la laurea triennale in Comunicazione, Media e Pubblicità, per poi magari lavorare un po’ e in seguito provare ad entrare in un accademia di cinema, forse Roma o forse Inghilterra, ancora non lo so, diciamo che ho smesso di pianificare per filo e per segno il mio futuro, ma niente mi ferma dallo scrivere e girare altri corti, impegnandomi sempre di più e pian piano con una produzione sempre più grossa. Per il momento sto scrivendo una storia neo-noir atipica che spero diventi il mio prossimo cortometraggio, o meglio, il mio primo mediometraggio. E poi c’è un soggetto a cui tengo molto, che per ora sta prendendo la polvere, ma che in un immediato futuro diventerà sceneggiatura.
Angelo Guarino è un giovane artista con tanta passione, tanti progetti e tanto da raccontare.
Si può seguire sui social: https://www.instagram.com/__angelo_guarino_/?igshid=MTNiYzNiMzkwZA%3D%3D
Articolo di Michael Bonannini