Per questo non è un caso che nonostante l’emergenza Covid sia ormai finita, sono moltissime le aziende che hanno deciso di continuare con questa modalità lavorativa.
Rischi del lavoro da remoto: come prevenirli
Se i vantaggi del lavoro a distanza sono ormai cosa nota, forse non tutti sanno quali sono invece i rischi che esso comporta, soprattutto dal punto di vista informatico. Con l’esplosione dello smart working, infatti, sono aumentati i pericoli per le aziende, specialmente per quelle che trattano dati sensibili: tanto è vero che solamente nel 2020 più del 60% delle imprese ha subito almeno un attacco informatico, con una perdita totale stimata di ben due milioni di dollari.
Per questo motivo è fondamentale adottare alcune misure di sicurezza per lavorare senza preoccupazioni da remoto, come per esempio usare password sicure ed efficaci, installare un buon antivirus, aggiornare spesso i software e utilizzare una rete vpn, come sottolineato anche nella guida di punto-informatico.it. Una vpn, infatti, è in grado di nascondere i dati scambiati tra PC e server tramite la crittografia, proteggendo così efficacemente le informazioni di un’azienda. Gli utenti possono connettersi a internet attraverso un server sicuro, accedendo ai dati aziendali come se fossero fisicamente presenti in ufficio.
I benefici per la Regione
Oltre ad aver rappresentato un’ottima soluzione per le aziende durante il periodo della pandemia, in qualche modo lo smart working ha aiutato (e continua ad aiutare) alcune regioni a rischio spopolamento, come la Sardegna. Se prima infatti moltissimi lavoratori e studenti erano costretti a spostarsi nel Nord o nel Centro Italia per lavorare e studiare, dopo il Covid-19 non è stato più così. Tra università telematiche e smart working, moltissimi hanno scelto di rimanere nella regione di origine, contribuendo quindi al ripopolamento della Sardegna.
Inoltre, secondo la ricerca “South working per lo sviluppo responsabile e sostenibile del Paese” realizzata da Randstad e Fondazione per la Sussidiarietà (FPS), sono sempre di più le aziende interessate alla costruzione di hub di lavoro, spazi di coworking e veri e propri uffici con team dislocati nel Sud Italia e in Sardegna.
Accanto a tutto ciò, sono moltissime le iniziative della Regione per finanziare il “ritorno in paese”: dal bonus bebè agli incentivi per chi si trasferisce in un piccolo comune o per chi apre un’attività, passando per le case a un euro e al bonus ristrutturazione, il programma di lotta allo spopolamento è partito, e con esso anche la speranza di invertire dopo anni i flussi demografici.
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