L’iniziativa dell’Arcidiocesi di di Cagliari coinvolgerà un gruppo di persone attualmente in condizione di detenzione nel carcere di Uta
Lunedì 3 luglio alle ore 15, presso la casa circondariale “Ettore Scalas” di Uta, è previsto un appuntamento promosso in collaborazione con l’Arcidiocesi di Cagliari. L’incontro nell’ambito del Cammino sinodale, coinvolge un gruppo di persone attualmente in carcere.
Si tratta di un’iniziativa fortemente voluta dall’Arcivescovo e segretario generale della Cei monsignor Giuseppe Baturi. Il fine è offrire un momento di incontro e condivisione, attraverso un’esibizione musicale da parte degli ospiti del penitenziario. Nel corso del pomeriggio, oltre la performance della band che proporrà diversi brani, sono previste alcune testimonianze.
Le parole di monsignor Baturi
«L’evento in carcere – afferma monsignor Baturi – testimonia la bontà dell’intuizione di papa Francesco. Il papa, con l’avvio del Cammino sinodale, ha voluto offrire a ciascuno la bellezza di sentirsi protagonisti di se stessi. Ma anche della propria vita, della missione della Chiesa e rinascita della società. Una possibilità offerta a tutti. Anche a coloro che vivono nel carcere. Questi, grazie al cappellano e al gruppo sinodale, hanno ripreso in mano la loro vita, generando dei gesti capaci di parlare a tutti gli uomini. Con questo spettacolo musicale i detenuti vogliono parlare alle persone della possibilità di un cambiamento e di una vita migliore. Accolgo con commozione questo dono. Tanto più che la scelta della musica e dell’arte esprime la nostalgia di una vita buona e bella, e di un punto di unità. A mia volta chiedo alla comunità cristiana e civile, di prestare ogni possibile attenzione a questi nostri fratelli. Ma soprattutto di accogliere la loro parola come un segno di amicizia».
Papa Francesco invita a proseguire con coraggio e determinazione su questa strada di confronto, che definisce un’esperienza spirituale unica, di conversione e rinnovamento, incoraggiando la valorizzazione del potenziale presente nelle parrocchie e nelle varie comunità cristiane. Formare dei gruppi sinodali nelle carceri vuol dire mettersi in ascolto di un’umanità ferita, ma nel contempo bisognosa di redenzione.
Le parole del cappellano don Gabriele Liriti
«Il Cammino sinodale – spiega il cappellano del carcere don Gabriele Liriti – è un’esperienza in crescendo, dal novembre 2021 quando è iniziata ad oggi, diversi tra gli ospiti della casa circondariale hanno aderito a questa proposta, e l’hanno portata avanti con entusiasmo. Abbiamo pensato – sottolinea – di lavorare ad un “Cantiere” che potesse diventare un annuncio di speranza per gli altri. Ed è nata così l’idea di predisporre un concerto con dei canti preparati da loro. L’evento si snoderà su tre punti: il primo legato alla comunione come esperienza del dialogo, il secondo riguarda la partecipazione come camminare insieme, ed il terzo aspetto è invece legato alla missione. Quest’ultimo ha coinvolto diversi detenuti che hanno anche costituito un gruppo di accoglienza».